Politica
costruzione europea verso il XXI secolo

Anno:
2002
Questo volume raccoglie le relazioni presentate da cinque illustri studiosi al Forum su «La costruzione europea verso il XXI secolo», organizzato dal Rotary Club Milano - Giardini. Ogni autore ha preso in considerazione i valori ispiratori del processo di integrazione europea cogliendone, secondo i precipui interessi scientifici, i profili religiosi, costituzionali, economici, storici e politici. Ne emerge una serie di approfondite valutazioni, talvolta anche critiche, che in ogni caso non indeboliscono il convincimento che l’Italia ha contribuito in modo determinante, in cinquant’anni di storia dell’Europa comunitaria, alla costruzione di questa grande realtà politica ed economica.
€ 7,00
Il potere della moltitudine. L'invenzione dell'inconscio collettivo nella teoria politica e nelle scienze sociali italiane tra Otto e Novecento

Anno:
2002
Cosa muove l'imprevedibile azione delle masse e quali sono le motivazioni profonde che in alcune eccezionali stagioni spingono
€ 38,00
Il ciclo indissolubile. Pace, ambiente, sviluppo e libertà nell'equilibrio globale

Anno:
2002
L’equilibrio globale non dipende sollo dalle economie dei diversi Paesi ma intreccia molteplici dimensioni, inseparabili: rispetto per l’ambiente, sviluppo per tutti, libertà, pace. La consapevolezza di tale interdipendenza deve indirizzare l’operato delle organizzazioni internazionali alla realizzazione del bene comune.
€ 13,00
Il ragionevole disaccordo. Hayek, Oakeshott e le regole 'immotivate' della società

Anno:
1999
Nelle scienze storico-sociali ogni ‘spiegazione’ dei fenomeni collettivi sembra dover dipendere – da Max Weber in poi – dalla ‘comprensione’ dei motivi dominanti per i quali gli individui sono disposti a interagire in società. La benevolenza disinteressata come il cieco opportunismo, il freddo calcolo degli interessi come l’invidia più o meno irrazionale possono costituire altrettante motivazioni che rispondono all’eteronomia causale delle intenzioni umane, al fatto cioè che i comportamenti individuali sono determinati da una pluralità di motivi storicamente e culturalmente differenti. Diversi pensatori vanno oggi evidenziando la necessità di riconoscere una gamma di motivazioni ben più ampia e comprensiva rispetto a quella contemplata dalla teoria liberale. Scaturisce da qui una critica radicale al liberalismo, che trova la più autorevole replica nella posizione teorica di Friedrich von Hayek. Immaginare una società estesa, che sappia governarsi per mezzo di principi d’azione e di coesione altrettanto ampi, vuol dire rinunciare una volta per tutte a comprendere l’agire umano dal punto di vista dell’intenzionalità individuale o collettiva. Per altri versi, un’idea simile viene ribadita anche da un altro straordinario – sebbene assai meno noto – esponente del liberalismo contemporaneo, Michael Oakeshott. Come per Hayek, anche per Oakeshott non è possibile risalire alle motivazioni o alle intenzioni per le quali gli individui – pur restando reciprocamente indipendenti – entrano in società. Con la cruciale differenza, però, che non si tratta per Oakeshott di una barriera cognitiva, bensì di un limite storico: ciascuna forma di vita associata – comprese le società liberali e di mercato – è il risultato di un prodotto umano contingente che, per il fatto di essersi formato attraverso innumerevoli conflitti motivazionali, cela nell’ambivalenza del suo stesso carattere le ragioni della propria precarietà.
€ 16,00
Tra etica e politica

Anno:
1998
Etica e politica: due termini di diritto amici, oppure già di diritto conflittuali? È vero che nei fatti, nel concreto delle v
€ 12,00
Crisis and Change. The Geopolitics of Global Governance

Anno:
2012
How did the “worst global crisis after 1929” actually change global governance?
L'importazione del capitalismo. Il ruolo delle istituzioni nello sviluppo economico cinese

Anno:
2009
L'incredibile sviluppo economico cinese sotto l'egida del capitalismo di stato.
Sviluppo dei popoli, sviluppo della persona. A quarant'anni dalla 'Populorum progressio' e venti dalla 'Sollicitudo rei socialis'

Anno:
2008
Lo sviluppo economico e lo sviluppo della persona: il tema sviluppato dai papi Paolo VI e Giovanni Paolo II viene ripreso da Gianni Ambrosio, Giuseppe Bertoni e Simona Beretta.
Etiche e politiche della postmodernità

Anno:
2003
Il bene come solidarietà, la ragione come ragionevolezza politica, la libertà come fondamento di una identità onesta, voluta e coltivata senza sosta, l’alterità come risorsa e non come minaccia, la critica serrata della violenza e della predatorietà in nome della giustizia, la riscoperta del dono nei rapporti intersoggettivi e il ridimensionamento dell’attività di scambio: ecco alcuni dei grandi luoghi su cui questo volume insiste. E con la descrizione del caso. Anche interrogando, nella seconda parte specialmente, una serie nutrita di testimoni del presente; interrogando con passione, ma anche con decisione, cioè senza arretrare d’un passo quando, appunto, ne va della verità e del bene, della libertà e della giustizia.
Infopoverty: possible solutions. Prima Conferenza Internazionale

Anno:
2002
L’evoluzione delle tecnologie e delle telecomunicazioni ha prodotto un crescente divario tra le popolazioni che possono utilizzare la rivoluzione digitale per lo sviluppo delle proprie economie e culture (non più di un decimo dell’umanità) e quelle che ne sono private, subendone passivamente le conseguenze, con un’emarginazione progressiva che acuisce i problemi da cui esse già sono afflitte. A fronte di tale drammatica realtà è nata l’esigenza di una conferenza che, partendo dai dati di fatto mondiali, facesse il punto sulle soluzioni già sperimentate e proponesse validi strumenti di lotta all’Infopovertà. Il presente volume raccoglie gli Atti di questa Prima Conferenza Internazionale, promossa dall’OCCAM e dall’Università Cattolica in collaborazione con la presidenza dell’Unesco - Executive Board, le Nazioni Unite e il Parlamento Europeo, alla quale hanno partecipato esponenti delle maggiori istituzioni mondiali, rappresentanti governativi e responsabili di ONG.
Per una nuova storia costituzionale e sociale

Anno:
2000
In antitesi rispetto alla prospettiva antropologica dei fondatori delle Annales, Otto Brunner si muove nel segno di una storia della tradizione culturale, interpretando in chiave «costituzionale e sociale» la consapevolezza della crisi delle certezze liberali ottocentesche sul progresso dell’Occidente, e tuttavia – come i colleghi francesi – rifiuta le vie di uscita sulle ragioni della convivenza prospettate alla sua generazione dagli idealismi di varia declinazione. Sensibile ai temi di lunga durata, procede però, nella sua considerazione delle radici, delle caratteristiche – e i limiti – della modernità, sul versante del ‘politico’ e delle sue progressive riconfigurazioni in funzione costitutiva della società. Egli offre così un potente punto di vista sulla storia europea e un sagace assemblaggio di strumenti concettuali e storiografici con i quali ancora oggi utilmente confrontarsi. La «casa come complesso», la città, il concetto di istituzione, quello di feudalesimo, la storia sociale e l’evoluzione del pensiero politico sono alcuni esempi e snodi cruciali che il lettore ritrova nell’opera di Brunner. Ripresentata con una nuova Introduzione di Pierangelo Schiera, a trent’anni dalla prima edizione da lui stesso curata, questa raccolta di saggi, tutti collegati dal filo rosso del ‘politico’ nell’accezione forte di cui si è detto, permette così di orientarsi in una delle maggiori lezioni culturali e storiografiche del Novecento.
Finalismo dello Stato e sistema dei diritti nella Costituzione italiana

Anno:
1999
Qual è il fondamento dei diritti nella Costituzione italiana? In che rapporto si pongono diritto naturale e diritto positivo? E ancora: ha rilevanza per il giurista ‘positivo’ il problema del fondamento dei diritti? Queste sono alcune delle decisive questioni alla cui risoluzione il presente volume offre un contributo significativo con riferimento alla Costituzione italiana del 1948. Analizzando le tradizionali concezioni dei diritti dell’uomo (le Dichiarazioni rivoluzionarie francese e americana, la teoria dei diritti pubblici soggettivi di derivazione tedesca) e concentrando l’attenzione sulla formazione filosofica e giuridica dei nostri costituenti, nonché sul processo costituente stesso, Filippo Pizzolato individua nell’idea di finalizzazione dei diritti l’originalità della Costituzione italiana. Secondo tale concetto, accuratamente distinto dalla teoria, solo apparentemente simile, della funzionalizzazione dei diritti, i diritti stessi costituiscono un corpus organico, sino quasi a formare un sistema coerente attorno a un fondamento, individuato in una particolare concezione antropologica. Non manca inoltre l’analisi di alcune importanti conseguenze, sul piano dell’interpretazione giuridica, di tale impostazione costituzionale riguardo ai diritti – in particolare a proposito dell’art. 2 quale norma ‘aperta’ o ‘chiusa’ –, all’accesa questione del bilanciamento dei diritti, al concetto della loro inviolabilità e, infine, al ruolo dei doveri nella nostra Carta fondamentale.
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Nell'anniversario di Martini, riprendiamo un suo insegnamento legato alla vita familiare insieme a una riflessione di Casalone.