IL POTERE DELLA SPERANZA

Di fronte all'inedito dell'epidemia da Coronavirus, sentiamo di non avere parole adeguate per dar voce al nostro vissuto. Spaesati da un incubo divenuto realtà, si è tentati di attraversare questi giorni come tra parentesi, da anestetizzati, in attesa che tutto passi. Eppure questo può essere un tempo propizio: ha dentro di sé parole che aspettano di essere riconosciute e assunte con responsabilità. Sono parole che riguardano la nostra umanità: finitezza, cura, legami, ascolto, distanza, prossimità, desiderio, dedizione. "È questa l'ora in cui realmente possiamo reimparare tante cose", ci dice il cardinale e poeta José Tolentino Mendonça in queste intense pagine. Esse ci additano, con fiducia e coraggio, "il potere della speranza, la prima preghiera globale del XXI secolo".
di José Tolentino Mendonça
Bruscamente, senza preavviso, la nostra vita è stata risucchiata dentro una di quelle inquietanti immagini di Giovanni Battista Piranesi del quale ricorre, per coincidenza, il terzo centenario della nascita in questo 2020. Poche volte l’angoscia, le conseguenze del caos, le intransigenti pareti di vetro dell’isolamento sono state descritte con la precisione espressa dall’artista nelle sue cupe allegorie in cui gli esseri umani sembrano, in un mondo contaminato e distorto fino all’assurdo, puntini minuscoli e torturati, isole ancor più indifese. La fantasmagorica visione di un ponte levatoio che si alza in una delle incisioni più famose di Piranesi – e che in tal modo determina una forzata incomunicabilità – ci offre una sorta di simbolo per rappresentare, quasi a pelle, una realtà che di punto in bianco si tramuta in forma distopica. Perché il generale sentimento di sconcerto oggi dominante è questo: stiamo entrando, come Giona nel ventre della balena, nelle viscere imprevedibili e confuse di una distopia.
In un mondo ignoto
Questa situazione, dobbiamo ammetterlo, coglie le nostre società impreparate. E non lo dico tanto dal punto di vista delle risorse sanitarie davanti a una simile sfida. Lo dico dal punto di vista della nostra esperienza e di ciò che la nostra memoria può tirar fuori in nostro soccorso. Lo dico in relazione alla nostra visione del mondo e dell’esistenza. Di ciò che noi giudichiamo distante e lontano, e di ciò che è effettivamente vicino. Di ciò che consideriamo strettamente individuale, e di ciò che è collettivo. Di ciò che riteniamo possa proteggerci, e di ciò che ci espone. Di ciò che diamo (o davamo) per acquisito oppure per totalmente improbabile. Della coscienza della nostra forza reale e della nostra precisa vulnerabilità. Della dimensione della paura che possiamo provare e di tutto il lavorio necessario per dare alla nostra anima la sua porzione di pace. No, non è facile constatare all’improvviso che di noi stessi e della nostra vita sappiamo meno di quanto credessimo. Non è facile risvegliarsi in un mondo sconosciuto, come il povero commesso viaggiatore del racconto di Kafka. Giorni addietro, lo scrittore Antonio Scurati ricordava che nella storia europea la nostra generazione è stata una jeunesse dorée. Tutte le cose cattive (che peraltro non hanno mai smesso di avvenire) succedevano sempre altrove, lontano, e riguardavano gli altri, tragedie cui assistevamo in tivù, in differita. E non ci rendevamo conto che la percezione che andavamo costruendo delle nostre società – quella di un’umanità più in salute, con una maggiore speranza di vita, con più sicurezza e protezione, meglio nutrita e vestita – si fondava su un contesto storico che non è immutabile, o per lo meno non così immutabile come credevamo.
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Invitiamo, chi volesse, a dare un contributo al Policlinico Gemelli per l'emergenza Covid, e/o al progetto Teen Immigration delle nostre autrici Anna ed Elena Granata (molti ragazzi migranti di Milano, prima indipendenti, ora hanno perso il lavoro e non hanno soldi per mangiare).
Sappiamo che il momento è difficile per tutti, ma anche un piccolo sostegno sarà di grande aiuto.
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1. Sulla pagina del Policlinico trovate tutte le info per le donazioni e insieme i progetti di ricerca e sostegno ai malati COVID.
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