Carlo Borgomeo, l'imprenditore del capitale umano

Imprenditore, dirigente, napoletano, uomo del Sud, con il Sud. Carlo Borgomeo, 76 anni, portati benissimo, è stato Presidente della “Fondazione con il Sud” – un ente non profit privato che promuove percorsi di coesione sociale – fino a qualche mese fa. Un percorso lungo, iniziato nel 2009, e pieno di soddisfazioni: «Ho avuto la fortuna di fare sempre lavori che mi sono piaciuti molto e quello con la "Fondazione con il Sud" è stato il più bello», ha detto (si veda l'intervista su Tv2000). Tra le esperienze precedenti quella del sindacato alla Cisl, avventura iniziata appena ventenne a Brescia, nel 1968; poi direttore di ricerca al Censis, il lavoro sull’imprenditorialità giovanile con Sviluppo Italia, la presidenza di AssAeroporti e, oltre a “Fondazione con il Sud”, dal 2016 la direzione dell’impresa sociale “Con i bambini”, carica da poco passata a Rossi-Doria. Borgomeo è anche tra i fondatori della rivista “Vita”, di cui è stato primo presidente, magazine dedicato al racconto sociale, al volontariato, alla sostenibilità economica e ambientale e al mondo non profit.
A fronte di questa lunga esperienza il direttore di Vita e Pensiero gli ha chiesto di realizzare un libro dedicato al Sud per la collana “Piccola biblioteca per un Paese normale” e mettere su carta tutti i nodi da risolvere, ma anche i punti buoni da cui partire. «È forte la sensazione che la questione venga, di fatto, considerata irrisolvibile. La si affronta con sempre minore convinzione e tutte le analisi e le proposte, specie quando presentate come decisive, suscitano una fastidiosa sensazione di déjà vu. Una questione sostanzialmente noiosa. E invece, non possiamo rimuovere la questione del Sud» scrive. Sì, perché dopo oltre 70 anni di interventi straordinari è chiaro che stiamo sbagliando qualcosa: «C’è una cultura dello sviluppo sbagliata». Non è solo trasferendo risorse che si risolve il problema, secondo Borgomeo ci vuole la responsabilità dei soggetti locali: bisogna investire sul capitale sociale, sulla comunità, ecc. «una dimensione che si alimenta consentendo al terzo settore di far bene il suo lavoro».
Il tratto caratteristico dell’impresa per Borgomeo non è il profitto, ma è la produttività e la buona organizzazione che a loro volta danno esito a un profitto che nel caso dell’imprese sociale viene reinvestito in un fine collettivo, nel bene comune. Attenzione: non è attorno a un’ideologia che l'autore costruisce le sue convinzioni; la sua tesi parte dall’esperienza.
Sua è la formula del “prestito d’onore”, un micro-credito ante litteram che ha promosso 38mila iniziative al Sud. Il Sud è il suo lavoro e il suo interesse, non uno studio statistico o sociologico, e si fonda su una convinzione: «ho visto pietre di scarto recuperate, levigate e a cui è stata data dignità; io rilancio e dico sempre che la parabola continua. Le pietre di scarto possono diventare testate d’angolo. Investire sui più fragili determina lo sviluppo. Non sono eccezioni di fronte cui commuoversi, sono dati di fatto».

Borgomeo ha scritto in Sud una frase che ci ha molto colpito e che riecheggia un verso di Danilo Dolci: «una comunità è tale solo se sa accogliere e prendersi cura; se è capace di ‘sognare gli altri come ancora non sono’». Lo abbiamo incontrato per scoprire qualche nota personale attraverso il nostro Questionario di Proust 2.0 e gentilmente ci ha risposto, con qualche sogno ancora nel cassetto e molta sincerità.
Il tratto principale del mio carattere Curiosità
A 20 anni ero… Un sognatore
Oggi sono… Uno che prova a vivere un tramonto senza rancori
Quel che apprezzo di più nei miei amici La sincerità
La più grande felicità La nascita di mia figlia Letizia
Il dolore più profondo La morte di mia madre e di mio fratello
La mia occupazione preferita Lavorare (se giudico il lavoro ricco di senso)
Quel che detesto più di tutto La incapacità di indignarsi
L’amore è… Dono
La città ideale è… Non esiste
Il colore che preferisco Verde
Il fiore che amo Girasole
I miei poeti preferiti Dante e Foscolo
Un verso di una poesia che mi è caro Vergine madre, figlia del tuo figlio…
La bevanda che prediligo… Acqua frizzante
Il libro sul comodino Mai lo stesso. Oggi, Cacciari
Un’opera d’arte che bisogna vedere di persona almeno una volta nella vita… La Gioconda
I pittori che amo di più Caravaggio e Van Gogh
Il genere musicale che preferisco Canzone napoletana
Un brano musicale che ascolto sempre volentieri L’emozione non ha voce di Celentano
Un film che mi ha commosso… Ghandi
Il periodo storico in cui avrei voluto vivere… Questo
Un personaggio storico che ammiro Tommaso Moro
Un personaggio storico che detesto Hitler
Il luogo in cui mi piace scrivere A casa
Il romanzo che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita I promessi sposi
La scrittrice o lo scrittore del passato che avrei voluto conoscere Roth
La mia biblioteca è ordinata per… È… disordinata, per argomento
Un sogno per il presente La fine della follia e dell’egoismo nelle politiche migratorie
Il futuro che vorrei per le prossime generazioni Più dimensione comunitaria
Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza Quelle di chi sbaglia per migliorare il mondo
Il mio motto Audiatur et altera pars
(a cura di Velania La Mendola)
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