Carlo Maria Martini, l'incontro con la Parola

«Credo che tutto il magistero di Martini possa essere riassunto in questo intento: favorire il “meraviglioso scambio” (admirabile commercium) tra la coscienza e la Parola, tra il terreno dell’umano e il seme della Parola. È l’incontro in cui coscienza e Parola, terreno e seme devono perdere qualcosa per arricchirsi reciprocamente» sono le parole che il Vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla scrive in un recente articolo pubblicato sulla Rivista del Clero Italiano (Coscienza e Parola, L’eredità preziosa del card. Martini di Franco Giulio Brambilla, Rivista del Clero Italiano, 2020-3)
Nato a Torino il 15 febbraio 1927, Carlo Maria Martini entra nella Compagnia di Gesù il 25 settembre del 1944, a soli diciassette anni. Dopo il noviziato a Cuneo, studia filosofia a Gallarate e teologia nella Facoltà teologica di Chieri, dove viene ordinato sacerdote il 13 luglio 1952 dall’arcivescovo di Torino, cardinale Maurilio Fossati. Nel 1958 si laurea in teologia alla Pontificia Università Gregoriana. Dopo aver insegnato nella Facoltà di Chieri, torna a Roma e, nel 1966, si laurea in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico, dove diviene prima decano della Facoltà di Sacra Scrittura e poi rettore dal 1969 al 1978. In quello stesso anno viene nominato rettore della Pontificia Università Gregoriana.
Il 29 dicembre 1979 Giovanni Paolo II lo nomina Arcivescovo di Milano e nel 1980 gli conferisce personalmente l’ordinazione episcopale nella solennità dell’Epifania. L’ingresso a Milano, dove succede al cardinale Giovanni Colombo, avviene il 10 febbraio dello stesso anno.
La sua prima lettera pastorale è dedicata a La dimensione contemplativa della vita e la prima iniziativa cui dà vita, nel novembre del 1980, è la Scuola della Parola, per aiutare i fedeli ad accostarsi alla Sacra Scrittura cercando in essa il fondamento e le risposte alle proprie esperienze di vita secondo il metodo della lectio divina. Durante il Concistoro del 2 febbraio 1983 viene nominato cardinale dallo stesso Giovanni Paolo II.
Attivo nel dialogo ecumenico e in quello con l’ebraismo, nel 1993 pubblica Israele radice santa, con la prefazione di Bruno Hussar, una fortunata raccolta di suoi interventi sull’ebraismo, che esce nella collana “Paralleli”. In una lettera del 21 maggio il cardinale ringrazia l’Editrice confidando che «questo comune impegno possa diffondere una coscienza più ricca e più profonda della nostra fede».
Rimane alla guida della diocesi fino al 2002. Più di un ventennio durante il quale la città vive tra l’altro gli anni di piombo del terrorismo e i rivolgimenti di Mani Pulite e si abitua a riconoscere sempre in lui il primo riferimento morale. Tutta la città, credente e non. Fa ormai parte della storia l’episodio della consegna di un arsenale di armi in arcivescovado da parte di militanti di Prima Linea e del Comitato comunista rivoluzionario (CoCoRi)
Il 10 settembre dello stesso anno parte per Gerusalemme, dove trova alloggio in una stanza nell’Istituto Biblico, vicino alla porta di Jaffa. Si ripromette di riprendere gli studi biblici, ma soprattutto di esercitare la preghiera di intercessione per la pace e per l’umanità in quella città del tutto particolare. Per qualche anno, alternerà questa residenza con qualche periodo in Italia, nella casa dei gesuiti di Galloro, presso Ariccia (Roma).
Nel 2008 le sue condizioni di salute peggiorano, e decide di rientrare in Italia per curarsi: si stabilisce a Gallarate (Varese), nella vecchia struttura dell’Aloisianum, organizzata dai gesuiti come casa per confratelli anziani e malati.
Un anno dopo, nel maggio 2009, chiede a don Damiano Modena, giovane prete di Vallo della Lucania che si era laureato con una tesi sul suo magistero, se è disposto ad accompagnarlo fino alla morte: da settembre, egli gli starà vicino, assieme alla comunità di Gallarate. Qui muore il 31 agosto 2012.
Nel 2015 esce La famiglia alla prova che raccoglie alcuni dei più importanti scritti del Card. Martini sulla famiglia. Sono pagine di grande acutezza, perché fanno emergere dal testo biblico le insidie più pericolose che i legami familiari, e in particolare quelli di coppia, incontrano soprattutto nel tempo della prova: la delusione, la sfiducia, l’incomprensione, il sospetto. D’altra parte, Martini mostra anche la strada per superare le prove, offrendo ai lettori due strumenti fondamentali per tracciare la propria posizione e orientarsi in un tempo di passaggio: la Bibbia e l’esperienza umana.
Nel 2022, in occasione del decennale dalla sua scomparsa, esce Carlo Maria Martini: il vescovo e la città, a cura di Agostino Giovagnoli e Danilo Bessi, il primo volume interrogarsi in chiave storica sulla sua identità. Se ne traccia un ritratto storico complessivo, sottolineandone l’approccio alla città quale orizzonte dell’uomo contemporaneo, in cui si fondono le sue esperienze di Roma, Milano e Gerusalemme, città da lui molto amate.
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