Giancarlo Santi, l’architetto che studia il sacro

Una pazienza sorridente, una parola gentile, un andare lento e tenace. Mons. Giancarlo Santi è così quando arriva in casa editrice per consegnare il suo nuovo libro, ritirare una bozza, salutare la redazione.
Presbitero della diocesi di Milano, nato a Pievelago (un paesino in provincia di Modena), si è laureato in architettura al Politecnico e licenziato in teologia alla Facoltà di Teologia di Milano; è stato responsabile dell’Ufficio Beni Culturali della diocesi, capo ufficio della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e responsabile dell’Ufficio Nazionale Beni Culturali della Segreteria generale della CEI. È stato a lungo anche docente all’Università Cattolica di Milano e fondatore e presidente dell’AMEI (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani).
Ha dedicato le sue opere principalmente allo studio dell’architettura sacra, come testimonia il lungo elenco di titoli pubblicati presso la nostra casa editrice, soprattutto moderna e contemporanea, a partire dalla grande riforma del Concilio Vaticano II (si veda ad es. Arte e artisti al Concilio Vaticano II o Il rinnovamento liturgico delle chiese in Italia dopo il Vaticano). La sua ricerca ha poi allargato lo sguardo dall’Italia (dove si è soffermato anche sul micro,cito Nuove chiese nella diocesi di Milano nel XX secolo) all’Europa (Architetti di chiese in Europa. Nove maestri dell’architettura sacra nel XX secolo) e al mondo, in particolare con l’ultimo volume, di oltre mille pagine, Nuove chiese dopo il Concilio Vaticano II nei cinque continenti.
Nell’ultima ricca rassegna documentaria e critica si legge un ringraziamento particolare rivolto a ricercatori di varie parti del mondo, missionari e suore, studiosi: «Grazie a loro ho potuto viaggiare per il mondo stando chiuso in casa per difendermi dalla pandemia». Un guardare da lontano forzato, così come è successo a tutti noi nel lockdown, con una nota di qualche anno prima che può servire a inquadrare in maniera positiva quanto è successo: «sono convinto che è da lontano che tante cose, anche in architettura, si vedono e si capiscono meglio».
Santi ha scritto questa frase parlando dei bordi dell’Europa e dell’architettura sacra che lì si è sviluppata: «Nella relativa tranquillità dei Paesi posti lungo i confini si riflette e si decantano meglio, con grande libertà, le idee che nei grandi centri si elaborano e si promuovono a getto continuo. […] I confini non sono la periferia, cioè non sono luoghi poveri di vitalità, di storia e di tradizioni, al contrario sono luoghi di incontro, di conoscenza, di trasformazione lenta e meditata, dove l’apprezzamento per la tradizione rimane forte ma non implica chiusura verso il nuovo».
Abbiamo chiesto a Santi di dedicarci un po’ del suo tempo per rispondere al nostro Questionario di Proust 2.0, un invito accolto con curiosità e benevolenza e noi lo ringraziamo per questo.
1. Il tratto principale del mio carattere Tenacia
2. A 20 anni ero… Curioso
3. Oggi sono… Curioso
4. Quel che apprezzo di più nei miei amici La pazienza
5. La più grande felicità Concludere un lavoro iniziato
6. Il dolore più profondo Una domanda priva di risposta
7. La mia occupazione preferita Leggere
8. Quel che detesto più di tutto Il pettegolezzo
9. L’amore è… Senza parole
10. La città ideale è… Napoli
11. Il colore che preferisco L’azzurro/celeste
12. Il fiore che amo La rosa, a mazzetti
13. I miei poeti preferiti Dante, San Francesco, Carlo Porta, Trilussa
14. Un verso di una poesia che mi è caro «Sparsa le trecce morbide sull’affannoso petto»
15. La bevanda che prediligo… Il vino rosso
16. Il libro sul comodino Il messalino
17. Il mio personaggio letterario preferito è Fra Cristoforo perché è stato capace di cambiare radicalmente
18. Un’opera d’arte che bisogna vedere di persona almeno una volta nella vita… L’altare di Grunewald
19. I pittori che amo di più Il Beato Angelico, Paul Klee, Andy Warhol
20. Il genere musicale che preferisco La musica etnica
21. Un brano musicale che ascolto sempre volentieri Vacanze romane
22. Un film che mi ha commosso… Blade Runner
23. Il periodo storico in cui avrei voluto vivere… Il nostro
24. Un personaggio storico che ammiro Carlo Magno
25. Un personaggio storico che detesto Mussolini
26. Il luogo in cui mi piace scrivere Dovunque mi venga un’idea nuova e vi sia qualcosa su cui fissarla
27. Il romanzo che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita I promessi sposi
28. La scrittrice o lo scrittore del passato che avrei voluto conoscere Massimo il Confessore
29. La mia biblioteca è ordinata per… temi: liturgia, architettura, arte, storia, poesia
30. Un sogno per il presente Una Chiesa in cui sia normale essere amici
31. Il futuro che vorrei per le prossime generazioni Un futuro in cui vi sia ancora spazio per la speranza
32. Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza Quelle che sono frutto di confusione
33. Il mio motto Siamo nelle mani di Dio
(a cura di Velania La Mendola)
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