Giovanna Brambilla, l'affilata narratrice dell’Arte

Giovanna Brambilla, l'affilata narratrice dell’Arte

16.08.2022

Ci vuole abilità per raccontare bene una storia. Forse ce ne vuole ancora di più per raccontare la storia che passa da un’immagine, quando l’immagine stessa è il racconto.
Giovanna Brambilla, storica dell’arte, ha questa capacità perché, oltre alla professionalità per farlo, ha una passione – netta, senza fronzoli – per le opere e la volontà di fare arrivare al lettore, all’osservatore, al visitatore del museo, l’essenza dell’arte come esperienza umana

Non a caso nel suo libro Mettere al mondo il mondo, viaggio nella nascita e la rinascita attraverso 19 opere, punta il dito contro un tipo di racconto deprimente: «Di solito le didascalie sono uno dei punti critici delle mostre: laconiche o barocche, grondanti tecnicismi o banalità imbarazzanti, minuscole o antiestetiche, attirano spesso i commenti critici del pubblico». Se l’arte non parla al pubblico rischia l’effetto estraniamento che ben hanno rappresentato, con la catarsi della risata, Aldo Giovanni e Giacomo nel loro noto sketch al museo (se non l’avete visto, eccolo).

Per questa sua capacità ha anche vinto il prestigioso Premio “Silvia Dell’Orso 2021”, assegnato proprio a chi si impegna nella divulgazione, unita a una conoscenza rigorosa e puntuale, dei beni culturali. Storica dell’arte e socia ICOM, Giovanna Brambilla è stata a lungo la responsabile dei Servizi educativi della GAMeC - Galleria Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, dove si è occupata di pedagogia del patrimonio e del rapporto tra museo e pubblico. Insegna inoltre ai master “Economia e management dei beni culturali” della Business School de Il Sole24Ore e “Servizi educativi per il patrimonio artistico, dei musei storici e di arti visive” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Il suo libro dedicato alla nascita e alla rinascita è composto da «schede veloci e profonde, che affondano nella materia vivente lame nervose, guizzanti, affilate come bisturi, per sondare le profondità del mistero più grande», si legge su Artribune. Di nuovo torna la nettezza di cui parlavamo all’inizio di questo articolo, condita però di dolcezza e sobrietà, perché per raccontare come si mette al mondo il mondo (titolo di un’opera di Boetti che l’ha ispirata) e toccare il grande mistero della nascita non basta analizzare con acutezza, serve anche la comprensione. Perché in fondo, come diceva Hannah Arendt, gli umani non dovrebbero chiamarsi mortali, ma natali: siamo caratterizzati dalla nascita, non dalla morte. L’essere umano è colui che “comincia”.

L’abbiamo incontrata per sottoporle il nostro questionario di Proust 2.0 e scoprire qualcosa in più di questa autrice che ama «stare nello spazio del dialogo tra le opere e le persone, e sulla soglia, sul limite o confine tra il dentro e il fuori, tra ciò che di straordinario c'è in un museo, e la meravigliosa umanità che sta al di là delle sue porte, desiderosa di entrare, fidelizzata e amica, o distante, tra timore e indifferenza».

  1. Il tratto principale del mio carattere sono espansiva
  2. A 20 anni ero… inaffidabile
  3. Oggi sono… fiduciosa
  4. Quel che apprezzo di più nei miei amici la lealtà 
  5. La più grande felicità i momenti di stupore sempre, anche se rari
  6. Il dolore più profondo è quello di cui non riesco a parlare
  7. La mia occupazione preferita leggere di notte
  8. Quel che detesto più di tutto la naïveté
  9. L’amore è… vulnerabilità 
  10. La città ideale è… quella dove non sono ancora stata
  11. Il colore che preferisco nero
  12. Il fiore che amo: i fiori mi considerano la loro peggiore nemica, non è che non mi piacciono, è che non riesco a ricordarmi che non sono autosufficienti 
  13. I miei poeti preferiti: Montale, Szymborska, Candianii, Norbrandt e Gualtieri
  14. Un verso di una poesia che mi è caro: «ogni inizio infatti / è solo un seguito / e il libro degli eventi / è sempre aperto a metà» [W. Szymborska]
  15. La bevanda che prediligo… Negroni
  16. Il libro sul comodino: Verità e metodo di Gadamer. Lo uso come libro delle risposte aprendo una pagina a caso nei momenti cruciali per avere qualche indirizzo…
  17. Il mio personaggio letterario preferito è… Orlando, del racconto della Woolf, perchè è una figura che attraversa i confini
  18. Un’opera d’arte che bisogna vedere di persona almeno una volta nella vita… La Zattera della Medusa  di Gericault, per la pittura, e la Transverberazione di santa Teresa d’Avila di Bernini, con tutta la cappella Cornaro, per la fusione tra le arti
  19. I pittori che amo di più: forse meglio artiste e artisti: Anselm Kiefer, per il quale ho volato in giornata da Bergamo a Parigi e ritorno, poi Marc Rotkho, Maria Lai, Regina José Galindo, ma la lista sarebbe lunghissima 
  20. Un brano musicale che ascolto sempre volentieri: Ovunque proteggi di Capossela, è una sorta di talismano
  21. Un film che mi ha commosso… The Lobster di Yorgos Lanthimos, forse non lo si considera un film commovente, ma per me lo è stato
  22. Il periodo storico in cui avrei voluto vivere… il presente, non ci rinuncerei
  23. Un personaggio storico che ammiro: Harvey Milk e Marie Curie, entrambi, ognuno a modo suo, hanno cambiato il mondo in meglio
  24. Un personaggio storico che detesto: Hernán Cortéz
  25. Il luogo in cui mi piace scrivere il tavolo del soggiorno, ma nella sua massima estesione, come una piazza d’armi
  26. Il romanzo che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita Che tu sia per me il coltello di David Grossman
  27. La scrittrice o lo scrittore del passato che avrei voluto conoscere: Michail Bulgakov, tra la sua descrizione dell’amore e quella dell’emicrania di Pilato nel magnifico Il Maestro e Margherita, o la satira di Cuore di cane deve essere stato una persona speciale
  28. La mia biblioteca è ordinata per… argomenti, poi per ripiani con libri regalati da amici, infine per collane, impossibile per molti ma non per me
  29. Un sogno per il presente: il teletrasporto, dopo il navigatore e prima della pace nel mondo, un’invenzione che mi rivoluzionerebbe la vita
  30. Il futuro che vorrei per le prossime generazioni: di legame con la natura, mobilità sociali e parità di diritti
  31. Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza: quelle legate alla passione o alla gola
  32. Il mio motto: Qui vit sans folie n'est pas si sage qu'il croit

(a cura di Velania La Mendola)

 
Mettere al mondo il mondo
Mettere al mondo il mondo
Autore: Giovanna Brambilla
Collana: Grani di senape
Formato: Libro | Editore: Vita e Pensiero | Anno: 2021 | Pagine: 128
Dopo l’esperienza della pandemia è il momento di pensare a una rinascita, al desiderio di ricominciare e di ricostruire. Un tema affrontato con declinazioni diverse dagli artisti di cui parla questo libro.
€ 15,00

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