Giuliano Zanchi, la cultura non è un lusso
«Le sue parole sono per me un punto di partenza per scoprire nuovamente quella "grazia ricevuta" che è la vita».
«Caro don Giuliano, lei ha il dono grande di saper esprimere con le giuste parole quanto in tanti abbiamo nel cuore e nella mente ma fatichiamo a verbalizzare. Condivida più spesso i suoi pensieri».
Sono due commenti pescati dalla bacheca facebook di don Giuliano Zanchi, bergamasco, classe 1967, teologo, segretario generale del Museo diocesano «Adriano Bernareggi», presidente di Bergamo Festival, membro del comitato della Rivista del Clero. In effetti don Giuliano ha un dono: quando apri un suo libro, quando leggi i suoi articoli, quando scorri la pagina per vedere i suoi post… non trovi mai quello che ti aspetteresti, nel senso che il suo è sempre un pensiero nuovo, originale, ruvido e schietto, sornione o sofferente, critico (ma di chi si rimbocca le maniche tutti i giorni), mai banale, con parole scelte con cura; consola, fa sorridere, fa pensare. Neanche durante la sofferenza del lockdown il suo pensiero ha ceduto allo sconforto (leggete l’ebook I giorni del nemico, è anche gratuito).
Con Vita e Pensiero (nella foto è con l'editore, Aurelio Mottola e lo scrittore Miguel Benasayag, durante Bergamo Festival) ha pubblicato molti libri, come Rimessi in viaggio – un vero long seller, ne ha parlato anche a La7 – o L’arte di accendere la luce, Salomone e le formiche, Lo spirito e le cose, e un altro sta per arrivare. Riflessioni che forse potremmo riassumere in una sua frase: «Per la Chiesa la cultura non è un lusso».
Gli abbiamo chiesto di compilare il “Questionario di Proust”, da noi aggiornato; un gioco letterario per scoprire qualcosa di più e alleggerire i pensieri, per sorridere insieme pensando a cosa ci piace e cosa non ci piace. Ecco le sue risposte, con una avvertenza importante: Zanchi è un interista sfegatato!
- Il tratto principale del mio carattere: Un senso patologico di circospezione (rende esitanti, sospettosi, sempre incerti su di sé): tutti gli altri servono a mitigarlo.
- A 20 anni ero… 56 chili di sprovvedutezza
- Oggi sono… arrivato a 67 chili…
- Quel che apprezzo di più nei miei amici: la sopportazione che ci vuole nei miei confronti
- La più grande felicità: Inter-Sampdoria del 2005 (andare su youtube per capire)
- Il dolore più profondo: Temo non sia ancora arrivato (cerco di prepararmi)
- La mia occupazione preferita: Sarebbe quella di non averne, ma non si può (in alternative molte altre, tra cui leggere, scrivere, parlare e, non da ultimo, stare a cena con gli amici)
- Quel che detesto più di tutto: Le persone che urlano (segue il rumore delle motociclette)
- L’amore è… Una parola che bisogna sempre spostare come una tendina per vedere cosa si vede oltre il vetro
- La città ideale è… Non lo so, ma a naso preferisco tutte le altre
- Il colore che preferisco: Blu oltremare (l’arancione nei momenti di svago)
- Il fiore che amo: Quelli lasciati dove devono stare
- I miei poeti preferiti: Ungaretti, Quasimodo, Caproni, Turoldo e Peppino Prisco (suo il celebre verso “A Milano ci sono solo due squadre: l’Inter e la primavera dell’Inter”)
- Un verso di una poesia che mi è caro: «Il carnato del cielo sveglia oasi al nomade d’amore» [Ungaretti, Tramonto]
- La bevanda che prediligo… La birra naturalmente
- Il libro sul comodino: Ne ho sempre tre o quattro. Adesso c’è A proposito di niente di Woody Allen (ma temporaneamente abbandonato: per ora mi annoia); Il caro estinto di Evelyn Waught; Ricordi dormienti di Patrik Modiano.
- Il mio personaggio letterario preferito è … Il protagonista di Todo modo Perché A volte mi sento anch’io prigioniero di un mondo così.
- Un’opera d’arte che bisogna vedere di persona almeno una volta nella vita… I ritratti di Rembrandt; ma anche san Siro quando è pieno fino al terzo anello e l’Inter segna
- I pittori che amo di più: In questo genere di materie preferisco amare altrettanto
- Il genere musicale che preferisco: La cosiddetta classica contemporanea (ma ascolto di tutto: anche la fisarmonica romagnola)
- Un brano musicale che ascolto sempre volentieri: Sunday morning, dei Velvet Underground (quelli con la banana di Warhol in copertina)
- Un film che mi ha commosso… Il discorso finale di Wonder (cosa ci devo fare, è un filmetto, ma lì mi viene da piangere)
- Il periodo storico in cui avrei voluto vivere… Vorrei vivere per sempre, in modo da vedere il futuro
- Un personaggio storico che ammiro L’ammirazione ha senso solo per chi ci sta veramente vicino
- Un personaggio storico che detesto L’arbitro Moreno dei mondiali di Corea (do you remember?)
- Il luogo in cui mi piace scrivere La mia cucina
- La scrittrice o lo scrittore del passato che avrei voluto conoscere Nessuno, temo che conoscere i miti sia dannoso (li ridimensiona)
- La mia biblioteca è ordinata per… Case editrici
- Un sogno per il presente: Scrivere un romanzo (o dei racconti). Ma credo che non si avvererà.
- Il futuro che vorrei per le prossime generazioni: Uno dove non si troveranno a doverci deprecare troppo
- Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza: Quelle che commetto io
- Il mio motto: Chi di motto ferisce, di motto perisce
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