Orsolina Montevecchi, una piccola grande storica

Orsolina Montevecchi, una piccola grande storica

12.08.2020

«Orsolina Montevecchi è stata una persona assolutamente libera. Libera da quei preconcetti che avrebbero potuto influenzarla nel corso del suo lungo attraversamento del secolo passato, libera nei giudizi e nello stile di comportamento. […] Questa piccola studiosa (piccola solo di statura) è stata la prima docente, in questa Università, a mettere i pantaloni in un momento in cui questo indumento era dalla Chiesa severamente vietato alle donne». Così la ricorda Roberta Grazzani, direttrice della collana “Vita e Pensiero Ragazzi” (Aevum, 2009).

Romagnola di nascita (Gambettola, 18 marzo 1911), trascorre l’infanzia a Milano presso gli zii materni e, dopo aver frequentato il Liceo Parini, nel 1931 entra in Università Cattolica, a soli dieci anni dalla fondazione dell’ateneo. Erano gli anni fervidi delle origini, nei quali i pochi studenti iscritti studiavano a stretto contatto con i docenti e ne condividevano la vita e gli ideali: «da matricola ricordo il rapporto continuo e diretto con i professori, che ci assistevano e lavoravano con noi; era uno stimolo fortissimo a impegnarci fino in fondo» racconta la Montevecchi rispondendo alle domande di Fernando Maffioli (l’intervista completa è in Largo Gemelli 1. Studenti, docenti e amici raccontano l’Università Cattolica a cura di Ernesto Preziosi).

Nel 1935 si laurea in Lettere Classiche sotto la guida di Aristide Calderini (in quella che diventerà la Sala Negri da Oleggio) e, davanti ad una commissione composta da Roberto Paribeni, Camillo Cessi, Ambrogio Ballini ed una giovanissima Sofia Vanni Rovighi, espone una tesi che già dal titolo rivela il suo carattere rivoluzionario Ricerche di sociologia nei documenti dell’Egitto greco-romano: testamenti, contratti di matrimonio e atti di divorzio. Orsolina Montevecchi imbocca così la strada della Papirologia, di cui rispetta lo specifico statuto epistemologico di disciplina storica (e non filologica) e in particolare di storia della società (in un momento in cui la Sociologia era disciplina ancora inesistente in accademia). A questo indirizzo resterà sempre fedele anche negli anni a venire: in un articolo pubblicato nel 1987 su Aevum, parlando delle caratteristiche del buon papirologo, scrisse «occorre anche sensibilità ed umanità, e perfino senso pratico. Occorre essere mossi da un vivo interesse non solo e non tanto per gli uomini che emergono nella storia come protagonisti, quanto piuttosto per l’uomo comune, nei suoi comportamenti e nelle sue reazioni di fronte alle vicende della vita; per quella moltitudine di uomini che, sebbene ignorati, non meno dei primi fanno la storia» (O. Montevecchi, La papirologia bilancio di un cinquantennio e prospettive per l'avvenire, Aevum, 1987-1).

Vive gli anni della guerra e dei bombardamenti a Castelnuovo Fogliani, nella sede staccata del magistero per le religiose, dove era stata mandata da Padre Gemelli a fare esercitazioni di latino e insegnare storia romana al posto di Calderini. In questo frangente conobbe Maria Sticco, «vivendo sotto lo stesso tetto, condividendo la mensa, la frequentazione della biblioteca, le passeggiate nel bellissimo parco del castello… e anche le preoccupazioni per l’andamento della guerra». Un’amicizia che rimarrà salda anche negli anni a venire, quando, con la pace, ripresero le lezioni e il corpo insegnante di Castelnuovo tornò a fare la spola tra Fidenza e Milano.

Vincitrice di Concorso nel 1952, nel 1954 subentrò a Calderini nella Cattedra di Papirologia a cui si aggiunse, successivamente, l’insegnamento per incarico di Antichità greche e romane. Carla Balconi (sua allieva e, dal 1999 docente di Papirologia all'Università Cattolica) ricorda che i suoi corsi erano affollatissimi: tutte le matricole di lettere classiche frequentavano pressoché compatte le sue due discipline, conquistate dalla personalità e dalla passione che trasmetteva per la materia (C. Balconi, Orsolina MontevecchiAegyptus 2008 -1). Il corso di Papirologia era inoltre affiancato da esercitazioni di lettura di papiri inediti della collezione dell’Università Cattolica (che lei stessa in quegli anni contribuì ad incrementare). «Un esperimento didattico riuscito: decifrare e interpretare un papiro inedito di notevole interesse giuridico e sociale insieme con gli studenti: scoprire insieme con loro. È stato appassionante per loro e per me». I testi venivano studiati e preparati per la pubblicazione su Aegyptus, rivista che passò sotto la sua direzione nel 1968 dopo la morte dell’amato maestro Aristide Calderini, alla quale si dedicò per ben trentaquattro anni, fino al 2002.

Sulla digitalizzazione della papirologia, all’avanguardia in questo settore rispetto a tantissime altre discipline, Orsolina Montevecchi sottolineava, nell’intervista del 2002 a Ferdinando Maffioli (a 91 anni!), come essa «rende più rapido ed immediato il lavoro. Almeno quello preliminare». Aggiungendo che «il lavoro decisivo – l’entusiasmo nello studio, la testa e la pazienza nell’interpretazione – non è mai cambiato».

Nel 1988 scrisse un meraviglioso trattato, La papirologia, che da quell’anno fino ad oggi continua a essere ristampato: «un manifesto rivoluzionario, non solo uno strumento di ricerca infallibile». Su di esso si sono formati e continuano a formarsi moltissimi studenti delle Università italiane. Le splendide parole della “conclusione” racchiudono la sua definizione di “Papirologia” e sono forse il dono più prezioso per le generazioni di studiosi a venire.

«Lo studioso, di fronte ai papiri, si trova nelle condizioni di dover esplorare un paese del mondo antico in tutti i campi, mediante documenti che gli presentano gli episodi più svariati, spesso staccati e frammentari, ma fotografati in grandezza naturale. E se si sente disorientato e sperduto, come un viaggiatore capitato in un paese straniero e venuto a contatto con le mille realtà quotidiane della vita come là si presentano, il papirologo potrà, e dovrà, come si è costatato, chiedere l'aiuto dei competenti in campi diversi e affini - dallo storico vero e proprio al filologo, al paleografo, al giurista, all'economista, al teologo, e perfino, talvolta, all'esperto di scienze naturali o sperimentali, fisiche e matematiche e astronomiche - secondo quello che gli offre il documento che ha sotto gli occhi. Pur avendo le sue preferenze e competenze in qualche determinato campo, non potrà chiudersi in esso: i papiri sono prima di tutto documenti di vita, e la vita è così: varia, molteplice, imprevedibile, né lascia la possibilità di isolarsi in un settore, pena l'inaridimento.

Oggi, nell'epoca dei servizi giornalistici, delle interviste, dei sondaggi sul costume e sull'opinione pubblica a tutti i livelli e sui più svariati problemi, questa apparente eterogeneità non dovrebbe sconcertare. E questa molteplicità d'informazioni dirette, attinte alla fonte con tutto il sapore della spontaneità immediata e assolutamente priva di artificio, dovrebbe piacere e interessare sommamente. L'uomo, la famiglia, i gruppi di cui la società è formata sono rivelati dai papiri nella loro realtà, senza possibilità di sfuggire o di difendersi o di mettersi in posa. Certo in tutto ciò l'analisi ha grandissima parte, e noi sappiamo che, perché vi sia scienza, occorre una ricostruzione, una sintesi. È quello che i papirologi cercano di fare, come ho tentato di esporre. Un lavoro non facile; un lavoro tuttavia avvincente, suggestivo, proprio per quel contatto diretto e vivo con gli uomini da cui esso prende avvio e trae materia di studio. Sono uomini di ogni condizione, colti e ignoranti, ricchi e poveri, ma per lo più uomini qualunque, che non hanno lasciato alcun ricordo di sé nella storia; uomini vissuti in un lungo periodo, il millennio tra la fine del IV secolo a .C. e l'inizio del VII d.C., in cui nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo sono maturati eventi importantissimi, nei quali trova le sue radici e la sua ragione di essere la nostra stessa civiltà: il nostro modo di vivere, di pensare, di credere».

(a cura di Erica Crespi)

 
La papirologia
La papirologia
Autore: Orsolina Montevecchi
Collana: Trattati e manuali
Formato: Libro | Editore: Vita e Pensiero | Anno: 1988 | Pagine: 816
Il trattato di Orsolina Montevecchi, che abbraccia tutto l'ambito della Papirologia greca e latina, è fondamento indispensabile per affrontare con serietà lo studio dei papiri.
€ 50,00

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