Paola Bignardi, ascoltare e raccontare il futuro

Arriva in casa editrice con passo gentile, tono pacato, un sorriso naturale, che non è mai solo di circostanza. È una donna tra due mondi, in cammino tra uno nel quale era naturale battezzare i figli, andare a Messa la domenica, sposarsi in chiesa, dire il Rosario nel mese di maggio… e un altro in cui nulla è dato per scontato e c’è da rendere visibile l’invisibile. Come quello che provano i più giovani, i cosiddetti millennials, che lei non si limita a classificare, ma fa qualcosa che forse fanno in pochissimi: ascolta.
Paola Bignardi, cremonese, pubblicista, impegnata da anni nell'associazionismo laicale, presidente nazionale dell'Azione cattolica italiana (dal 1999 al 2005), coordinatrice del Forum internazionale dell'Azione cattolica e dell'associazione Retinopera, come membro del Comitatodi Indirizzo dell’Istituto Toniolo segue la realizzazione del Progetto Giovani e ascolta cercando di dare voce a questa generazione, alla sua parte migliore, più difficile da raccontare, perché più complessa e sfaccettata.
Scrive in Dio a modo mio – un best seller tra le ricerche sui giovani (nella foto mentre lo consegna a Papa Francesco), ma sono moltissime quelle da lei curate, Felicemente italiani, Adolescenti di valore, Generazione Z, Il futuro della fede, ecc. –: «l’ascolto della generazione giovanile rivela una sensibilità religiosa che non si è spenta e che si esprime attraverso forme così diverse dal passato da risultare irriconoscibili a chi è cresciuto e vissuto nella tradizione cattolica: incerte, confuse, solitarie, eppure profonde e sensibili.» Le abbiamo proposto di partecipare a un “gioco serio” per conoscere qualcosa in più del suo carattere compilando il famoso Questionario di Proust (modificato). Si è divertita a farlo, ecco le sue risposte:
- Il tratto principale del mio carattere: la serenità
- A 20 anni ero… inquieta
- Oggi sono… appagata
- Quel che apprezzo di più nei miei amici: la gratuità
- La più grande felicità: stare con gli amici in modo gratuito
- Il dolore più profondo: la malattia di una persona cara
- La mia occupazione preferita: scrivere
- Quel che detesto più di tutto: viaggiare
- L’amore è… dono di sé
- La città ideale è Pennabilli [in Emilia-Romagna]
- Il colore che preferisco: rosso
- Il fiore che amo: la rosa
- I miei poeti preferiti: Alda Merini
- Un verso di una poesia che mi è caro: «Ognuno sta sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera».
- La bevanda che prediligo: il té
- Il libro sul comodino: La Messa dell’uomo disarmato (L. Bianchi), oltre alla Bibbia
- Il mio personaggio letterario preferito è Padre Cristoforo perché la fede lo rende profondamente umano
- Un’opera d’arte che bisogna vedere di persona almeno una volta nella vita: la Pietà di Michelangelo
- I pittori che amo di più: i Campi
- Il genere musicale che preferisco: classico
- Un brano musicale che ascolto sempre volentieri: Quadri di un’esposizione di Mussorgsky
- Un film che mi ha commosso: La vita è bella di Benigni
- Il periodo storico in cui avrei voluto vivere: Questo
- Un personaggio storico che ammiro: La Pira
- Un personaggio storico che detesto: Mussolini
- Il luogo in cui mi piace scrivere: il mio studio
- La scrittrice o lo scrittore del passato che avrei voluto conoscere: don Primo Mazzolari
- La mia biblioteca è ordinata per… aree tematiche, e anche per autore, per i miei preferiti
- Un sogno per il presente: giovani che portino novità nel mondo in cui viviamo
- Il futuro che vorrei per le prossime generazioni: un posto di lavoro e un senso per la vita
- Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza: l’irruenza
- Il mio motto: Dio o è tutto o è niente
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