Ponte di Pino, poliedrico attore della cultura

Ponte di Pino, poliedrico attore della cultura

26.08.2023
Oliviero Ponte di Pino, classe 1957, mamma francese, è torinese ma da sempre cittadino milanese e il suo nome è oggi legato a “Bookcity Milano”, di cui è instancabile animatore culturale e curatore dal 2012, con Elena Puccinelli. Difficile inserirlo in un’unica categoria perché le sue esperienze professionali nel mondo della cultura sono molte e in diversi settori. Proviamo ad elencarne alcune.

Per 30 anni ha lavorato nel mondo dell’editoria, cominciando un po’ per caso – ma il caso esiste? – come redattore alla Ubulibri dopo il diploma alla Civica Scuola d’Arte Drammatica a Milano. Da lì il passaggio alla Rizzoli Libri e poi in Garzanti, di cui è stato direttore editoriale dal 2000 al 2012. A lungo critico teatrale su “Il Manifesto”, studioso di Shakespeare, è giornalista pubblicista e collabora con vari giornali e riviste, come Doppiozero. Un grande amore anche per la radio e la regia: ha realizzato trasmissioni radiofoniche e televisive per la RAI, e attualmente conduce Piazza Verdi su Radio3 (una trasmissione cult per gli appassionati di teatro). È anche docente e insegna Letteratura e filosofia del teatro all’Accademia di Brera e collabora con alcune cattedre dell'Università Cattolica e la Statale di Milano. Sperimentatore nell’era della rete, nel 2001 ha fondato il sito ateatro.it e nel 2017 il portale Trovafestival (con Giulia Alonzo), una mappa dinamica dei vari festival italiani. Ma l’online non è tutto e quindi, nel 2019, ha inaugurato lo spazio culturale Bolzano29, sempre a Milano. Come management di eventi ha ideato festival, curato mostre, progettato iniziative culturali spaziando tra le arti.

Generoso, instancabile, occhiali fumé su un mondo a colori, il suo sguardo vaga sempre verso un orizzonte indefinito, che lo porterà al prossimo impegno, appuntamento, evento, all’idea da realizzare. Ponte di Pino è in costante esercizio di creatività organizzativa. È un solitario nato per stare in compagnia e raccontare agli altri perché la cultura deve essere il nostro presente e il nostro futuro.

Lo racconta bene in Cultura un patrimonio per la democrazia, un libro che il nostro direttore gli ha affidato per mettere a fuoco un tema enorme all’interno della collana “Piccola biblioteca per un Paese normale“. Ha scritto: «L’arte è il diritto a immaginare un mondo diverso, più libero e giusto. La cultura ci dà gli strumenti per renderlo possibile, a volte per sperimentarlo, magari provvisoriamente, nei margini, tra le mille dolorose contraddizioni in cui siamo immersi. La politica è la lotta per realizzare questa visione, anche tenendo conto della possibilità del fallimento.» “Fallire meglio” è in fondo il suo ironico e paradossale motto tratto dal teatro dell’assurdo di Beckett, come ci ha raccontato rispondendo al nostro Questionario di Proust 2.0.
 
Il tratto principale del mio carattere L'ostinazione intermittente. Dunque una forma di stupidità.
A 20 anni ero… curioso e confuso.
Oggi sono… confuso e curioso.
Quel che apprezzo di più nei miei amici: la pazienza
La più grande felicità: essere in pace con me stesso. Ma è difficile.
Il dolore più profondo Perdere l'amore. (cit.)
La mia occupazione preferita Scrivere dopo aver fatto una camminata, nuotata o biciclettata che mi ha scombinato i pensieri.
Quel che detesto più di tutto Il dolore inutile. Dunque, forse, il mondo.
L’amore è… Cercare di non essere ipocriti.
La città ideale è… Quella del cuore, Parigi. Quella dove vorrei vivere non può esistere, o forse è Milano.
Il colore che preferisco: Il verde, nei boschi.
Il fiore che amo: La pensée sauvage (La viola del pensiero)
I miei poeti preferiti: Dante, Giorgio Caproni e Giovanni Giudici, Friedrich Hölderlin e Antonin Artaud.
Un verso di una poesia che mi è caro: «Questo di tanta speme oggi mi resta» (Ugo Foscolo, In morte del fratello Giovanni)
La bevanda che prediligo… Il vino rosso, spesso Dolcetto.
Il libro sul comodino Dovrei dire Bouvard et Pécuchet di Gustave Flaubert, ma in realtà sul comodino ci sono impilati i libri che sto leggendo e quelli che vorrei leggere, tanti e confusamente.
Il mio personaggio letterario preferito è …. Amleto, il primo uomo moderno, travolto dalle contraddizioni esteriori e interiori.
Un’opera d’arte che bisogna vedere di persona almeno una volta nella vita… I quadri di Paul Gauguin, perché nessuna riproduzione fotografica rende giustizia della loro profondità filosofica.
I pittori che amo di più Nicolas Poussin, Monet (le ninfee…), Paul Cézanne. Oggi mi piace Velasco.
Il genere musicale che preferisco Quando mi fa venir voglia di ballare.
Un brano musicale che ascolto sempre volentieri: Girl from the North Country (Bob Dylan), Sinfonia del nuovo mondo (Antonin Dvorak)
Un film che mi ha commosso… Di recente, Gli orsi non esistono di Jafar Panahi. Ma avevo pianto anche quando ho visto Love Story, o l'ultima scena dei Compari di Robert Altman.
Il periodo storico in cui avrei voluto vivere… tra le first nations delle grandi pianure del Nord America, prima dell'arrivo dei “bianchi”.
Un personaggio storico che ammiro: Giacomo Matteotti.
Un personaggio storico che detesto: Silvio Berlusconi, per rifiuto antropologico.
Il luogo in cui mi piace scrivere: In giardino d'estate, all'ombra, a Santa Maria Maggiore.
Il romanzo che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita: I demoni di Fëdor Dostoevskij.
La scrittrice o lo scrittore del passato che avrei voluto conoscere: William Shakespeare, naturalmente!
La mia biblioteca è ordinata per… Era tutta ordinata alfabeticamente per autore, ora stanno prendendo il sopravvento i focus tematici, organizzati all'interno per collane o per autore.
Un sogno per il presente: se fossi hegeliano, direi che è necessario un ulteriore salto nell'autoconsapevolezza dello spirito (e del suo rapporto con la natura). Oggi mi basterebbe un po' più di compassione tra le creature.
Il futuro che vorrei per le prossime generazioni: continuare a sperare di un mondo più giusto e libero.
Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza: quelle per amore, o per il sesso.
Il mio motto: «Fallire meglio» (cit.), ma nemmeno questo è facile.
 
(a cura di Velania La Mendola)
 
 
Cultura
Cultura
Autore: Oliviero Ponte Di Pino
Collana: Piccola biblioteca per un Paese normale
Formato: Libro | Editore: Vita e Pensiero | Anno: 2023 | Pagine: 200
l’Italia necessita di un’autentica e convinta politica culturale, nella consapevolezza che la cultura è potente fattore di cambiamento e coesione sociale, e insieme di sviluppo di uno spirito critico e libero.
€ 16,00

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