Rita Bichi, la sociologa oltre numeri

Rita Bichi, sociologa, direttrice della rivista "Studi di sociologia", è un’esperta di metodi biografici e di ricerca qualitativa.
Tradotto fuor d’accademia significa che è capace di andare oltre i numeri e fotografare la società partendo dalle persone, dalle loro risposte e bisogni; cosa non da poco in un mondo che ci ha abituato, forse in maniera un po’ ossessiva, a grafici, percentuali e algoritmi come chiavi di lettura del mondo.
Tradotto fuor d’accademia significa che è capace di andare oltre i numeri e fotografare la società partendo dalle persone, dalle loro risposte e bisogni; cosa non da poco in un mondo che ci ha abituato, forse in maniera un po’ ossessiva, a grafici, percentuali e algoritmi come chiavi di lettura del mondo.
«I numeri hanno influenza perché sembrano dire la verità, non essere interpretazioni, perché “parlano da soli”, al di là delle tante possibili opinioni e valutazioni e ideologie» scrive sulla rivista Vita e Pensiero; eppure, continua, i numeri per quanto utili e necessari non restituiscono il contesto, il divenire, «il sociale che si costruisce, con l’apporto di ciascuno e di tutti, nel tempo, dentro contesti e situazioni, nell’ambito di realtà storico-sociali definite, in una cultura determinata ma in continua trasformazione».
Tra i suoi temi di ricerca ci sono anche i giovani, al centro delle ricerche svolte insieme all’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo – Dio a modo mio sui giovani e la fede in Italia è forse uno dei titoli più noti da lei curato insieme a Paola Bignardi (Premio Capri 2016) - e i processi migratori, un altro fenomeno sociale dove dietro ai numeri si nascondono molte vite ed esperienze, come racconta ad esempio in Felicemente italiani. I giovani e l’immigrazione.
L’ultima fatica da docente ordinario dell’Università Cattolica è il manuale di Sociologia generale, un’opera corale, che ha coinvolto diversi docenti di vari Atenei ed è accompagnata dal podcast intitolato Padri e madri della sociologia: eccoci di nuovo qui a riscoprire che oltre alla disciplina in sé ci sono delle persone, alcune di cui magari si è parlato troppo poco in passato (tutti sappiamo chi sia Carl Marx, meno Florence Kelley, ad es.).
Rita Bichi nella prima puntata dice: «la persona è fondata su 4 attributi: unicità, relazionalità, storicità e concretezza. Più la sua correlazione con la struttura sociale, che la differenzia da individuo». Scopriamo allora qualcosa della persona con il nostro Questionario di Proust 2.0 al quale ha gentilmente risposto: «è bello fare… il punto della situazione», ci ha scritto.
Il tratto principale del mio carattere: la disponibilità
A 20 anni ero confusa
Oggi sono me stessa (forse)
Quel che apprezzo di più nei miei amici: la sincerità
La più grande felicità: i miei nipoti
Il dolore più profondo: il conflitto
La mia occupazione preferita: viaggiare
Quel che detesto più di tutto: l’ipocrisia
L’amore è… condivisione
La città ideale è New York
Il colore che preferisco: blu
Il fiore che amo: elicriso
I miei poeti preferiti: Eugenio Montale e Alda Merini
Un verso di una poesia che mi è caro: Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale…
La bevanda che prediligo: il vino
Il libro sul comodino: La figlia di Clara Usón (Sellerio)
Il mio personaggio letterario preferito è Jane Eyre, per la sua indipendenza e la sua integrità
Un’opera d’arte che bisogna vedere di persona almeno una volta nella vita: La notte stellata di Van Gogh
I pittori che amo di più: Hopper e Schiele
Il genere musicale che preferisco: Rock classico, Chicago blues
Un brano musicale che ascolto sempre volentieri: Hotel California
Un film che mi ha commosso: Tutto su mia madre
Il periodo storico in cui avrei voluto vivere: Oggi e domani
Un personaggio storico che ammiro: Eleonora di Aquitania
Un personaggio storico che detesto: Napoleone Bonaparte
Il luogo in cui mi piace scrivere: in mezzo alla natura
Il romanzo che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita: La montagna incantata di Thomas Mann
La scrittrice o lo scrittore del passato che avrei voluto conoscere: Sibilla Aleramo
La mia biblioteca è ordinata per: autore
Un sogno per il presente… ma il sogno è nel futuro!
Il futuro che vorrei per le prossime generazioni: un mondo di pace
Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza: i peccati di gola
Il mio motto: Il sorriso permette all’anima di respirare
(a cura di VLM)
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