Sofia Scatena, Very Important Personal Branding

Psicologia positiva, marketing, talenti, potenzialità, passione, introspezione: sono alcuni degli ingredienti sapientemente mescolati da Sofia Scatena – giornalista, docente di Psicologia del marketing e dei nuovi media e Vice Direttore del Master Internazionale in User Experience Psychology in Università Cattolica – nella ricetta perfetta del personal branding. Parliamo di quel processo di consapevolezza e valore il cui scopo è definire e dimostrare la propria identità in modo chiaro e autentico a chi è interessato ai prodotti, servizi, professionalità che abbiamo da offrire sul mondo del lavoro.
Più che sul branding la Scatena, vulcanica per idee e creatività e poliedrica per formazione (ha esperienza anche come web writer e traduttrice e ha lavorato a lungo con realtà come Giunti, RCS e Repubblica), punta sul personal nel manuale che ha dedicato all’argomento. Cioè ci invita a scoprire e a mettere in luce le nostre capacità personali, e per questo uniche, nell’intessere la nostra rete relazionale, soprattutto social.
Perché? Come spiega nel libro: «L’Italia, spesso fanalino di coda in ogni classifica, svetta sempre solida al primo posto nel tempo di permanenza quotidiano sui social e sulle piattaforme di condivisione. Ciò significa che molto probabilmente, sicuramente statisticamente, chi ricerca i nostri prodotti, servizi, qualità si trova online ed è quindi più facile venire in contatto e costruire una relazione. Psicologia del personal branding ci aiuta a diventare proattivi nella costruzione delle relazioni online, senza lasciare che altri, sul web, prendano il posto che ci appartiene».
«La buona notizia è che se siamo onesti, sinceri, coerenti, concentrati il successo arriva», ci spiega, perché il personal branding non è solo una tecnica per promuovere noi stessi e renderci appetibili agli altri, è anche un’esperienza trasformativa, durante la quale apprendiamo, legittimiamo, consolidiamo quelle caratteristiche e valori che ci definiscono e che ci contraddistinguono.
«Un buon consiglio», infine, che si lega all’ultima risposta che l’autrice ha dato al nostro Questionario di Proust 2.0 a cui ha gentilmente accettato di partecipare (l’invito di meta personal branding era troppo ghiotto), «è quello di “googlarsi” ogni tanto. Perché se abbiamo il controllo (ed è importante averlo) di ciò che pubblichiamo noi, non possiamo averlo su quello che pubblicano di altri di noi. Quindi, ancora una volta, la keyword è “consapevolezza”».
Il tratto principale del mio carattere Curiosità
A 20 anni ero… una gran sognatrice
Oggi sono… una grande networker
Quel che apprezzo di più nei miei amici la lealtà e lo straordinario sense of humour
La più grande felicità Mio figlio Davide
Il dolore più profondo il tradimento
La mia occupazione preferita imparare cose nuove con la testa ma anche con le mani
Quel che detesto più di tutto L’arroganza, se poi accompagnata all’ignoranza è la fine
L’amore è… cura e rispetto
La città ideale è… Ho vissuto a New York e a Monaco e ho viaggiato in tutto il mondo, ma per me rimane sempre Londra, non c’è gara
Il colore che preferisco Azzurro Tiffany anche se ultimamente ha preso piede il giallo
Il fiore che amo La peonia e i suoi fratellini più poveri: gli umili ranuncoli
I miei poeti preferiti T.S. Eliot, William Shakespeare, Dante Alighieri, Alda Merini, Gabriele D’Annunzio. Herman Hesse, Oscar Wilde, Yasunari Kawabata… vado avanti?
Un verso di una poesia che mi è caro Taci, su le soglie del bosco non odo parole che dici umane ma odo parole più nuove che parlano gocciole e foglie lontane. (D’Annunzio, La pioggia nel pineto)
La bevanda che prediligo… Quella primordiale: il latte
Il libro sul comodino L’opera omnia di T.S. Eliot
Il mio personaggio letterario preferito è Il gabbiano Jonathan Livingston, perché Il suo è un invito a cercare con coraggio altri mondi e altre esistenze. Essenziale è la consapevolezza che è possibile realizzare i propri sogni e le proprie aspirazioni, creando qualche cosa di nuovo e importante, da trasmettere in dono agli altri.
Un’opera d’arte che bisogna vedere di persona almeno una volta nella vita: L’esercito di terracotta a Xian
I pittori che amo di più: Wassily Kandinski e Odilon Redon. Astrattismo e Simbolismo. Manna per la mia psicologa.
Il genere musicale che preferisco Che ci crediate o no: Heavy Metal, hard ‘n’heavy, punk rock. Anche se ho studiato pianoforte al Conservatorio. Anzi, proprio per questo. L’heavy metal è l’evoluzione del contrappunto di Bach.
Un brano musicale che ascolto sempre volentieri: Seek&Destroy dei Metallica
Un film che mi ha commosso… Love actually, perché le persone che si vogliono bene di qualsiasi sesso, colore, età mi emozionano
Il periodo storico in cui avrei voluto vivere… Il Rinascimento italiano: il frizzo delle nuove arti, della cultura, della ricerca e della scoperta ma anche gli abiti, le pettinature, i gioielli, il trionfo dell’artigianato e della cucina, la ricercatezza e la raffinatezza. Favoloso.
Un personaggio storico che ammiro Elisabetta I di Inghilterra e le sue degne pronipoti: la regina Vittoria e la mai sufficientemente compianta Elisabetta II
Un personaggio storico che detesto Garibaldi e Mazzini. Sono eroi straordinari per il nostro Paese ma, senza una vera ragione, mi sono sempre stati antipatici
Il luogo in cui mi piace scrivere: Ovunque, basta che sia davanti a una finestra e nel silenzio
Il romanzo che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita: tutti gli Harry Potter
La scrittrice o lo scrittore del passato che avrei voluto conoscere: Oscar Wilde
La mia biblioteca è ordinata per… Area geografico-linguistica e cronologica. Ad esempio, Inghilterra: si inizia da Chaucer e si arriva a Julian Barnes; Germania: si inizia da Lutero e così via…
Un sogno per il presente Credere in me stessa
Il futuro che vorrei per le prossime generazioni Un mondo di relazioni migliori, dove il rispetto e l’ascolto reciproco siano al centro, dove l’arroganza e l’ignoranza siano sparite, dove regni l’economia del dono. Dai governanti ai più piccoli.
Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza Tutte quelle nei miei confronti. Ahimé, tendo a perdonare troppo facilmente.
Il mio motto Google is your friend
(a cura di Velania La Mendola)
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