Buon lavoro alle donne


Nonostante siano stati fatti passi avanti, ancora oggi le donne non godono completamente delle tutele di base, con forti disparità e discriminazioni di tipo sociale, lavorativo, salariale, con numeri ancora ristretti nell'accesso ai ruoli manageriali. Come sottolinea la sociologa Rosangela Lodigiani, autrice di Lavoratori e cittadini, nell’intervista che potete leggere qui, «la femminilizzazione della forza lavoro è certamente uno dei cambiamenti più rivoluzionari della storia recente», tuttavia i sistemi di welfare non hanno saputo accompagnare questa svolta emancipatoria e l'Italia è rimasta sempre fanalino di coda nell'investimento sulla funzione famiglia e rispetto agli altri partner europei. Inoltre, si tende a svalorizzare ancora troppo spesso «il lavoro svolto dalle casalinghe, di cui manca – prosegue la Lodigiani – anche il nome del corrispettivo maschile, e tutti i lavori di cura della famiglia», classificandoli come “funzioni improduttive”.
Le condizioni di vita e lavoro delle donne e le diseguaglianze ancora presenti comportano problemi anche sul fronte della natalità. L’Italia è uno dei paesi in cui l’inverno demografico è più accentuato, ma – spiega Alessandro Rosina in Crisi demografica. Politiche per un paese che ha smesso di crescere – quello che distingue il nostro dagli altri paesi avanzati con natalità più elevata non è un minor numero di figli desiderati, ma politiche meno efficienti a favore delle famiglie e delle nuove generazioni.

Un dato confermato da Valeria Cantoni Mamiani in Leadership di cura, la quale scrive: «nel secondo trimestre 2020 ad aver lavorato più spesso da casa sono soprattutto le donne (23,6% in confronto al 16,3% degli uomini), che hanno visto nel 2020 aumentare anche il loro carico di lavoro in casa. Con il lavoro remoto questo si è sovrapposto agli impieghi domestici senza più la possibilità di una separazione spaziale e temporale degli stessi».
ANCORA TROPPE POCHE DONNE LEADER
Ma non è solo una questione di conciliazione famiglia-lavoro. Se è vero, come dicevamo all'inizio, che c'è stata una rivoluzione rosa del lavoro, è anche vero che molte aziende e organizzazioni hanno ancora un sistema patriarcale e gerarchizzato, basato solo sul comando e sulla competitività. Come scrive ancora Valeria Cantoni Mamiani: «in Italia il numero dei manager uomini è ben superiore di quello delle donne. Nonostante un vorticoso aumento del 49% delle donne manager dal 2009 al 2019, nel 2020 le manager erano il 18,3% del totale». Una disparità che genera anche uno sblianciamento verso uno stile organizzativo basato su competitività e machismo. Eppure esiste un altro modo di lavorare, più inclusivo, capace di prendersi cura delle persone e che «si concentra sui bisogni reali, coinvolgendo nella loro definizione i destinatari dei benefici».
Il nodo sulle condizioni di vita e lavoro delle donne, sulle diseguaglianze ancora presenti, sulla necessità di un welfare mirato, soprattutto in questo momento di crisi accentuata da sconvolgimenti mondiali, è dunque, ancora centrale. Per questo a tutte le donne oggi vogliamo soprattutto augurare BUON LAVORO.
(di Martina Fracarolli)
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