La libertà della letteratura, per fortuna

La libertà della letteratura, per fortuna

25.08.2022

«Che cos’è la letteratura? Perché si scrivono e si pubblicano romanzi e racconti? A che cosa serve la letteratura?»

Con questi interrogativi si apre il libro di Silvano Petrosino Contro la cultura. La letteratura, per fortuna, pamplhet contro il mainstream dell'industria culturale e i suoi luoghi comuni che cercano di appiattire la bella e complessa trama dell'umano. Contro questa cultura Petrosino oppone la vera Letteratura, quella che contiene e preserva il drammatico, che lima le parole, che trova nella finzione granelli di verità. In questo libro scandaglia le opere e i loro meccanismi con la lente della filosofia chiamando a raccolta i grandi scrittori, da Kundera a Nabokov, da Kafka a Singer.

«A proposito del "raccontare storie", si può dunque affermare che un vero scrittore non scrive mai la storia che vuole ma sempre quella che deve, come se egli non potesse fare a meno di rendere giustizia e dunque vera testimonianza a un’esperienza che sempre lo eccede. […] Una storia, nella misura in cui pretende essere tale, è proprio ciò che non si può inventare ma solo raccontare: si tratta di “qualcosa” che s’impone allo scrittore come l’evento di cui egli è chiamato a essere, estrema responsabilità, l’unico testimone oculare». E Petrosino prosegue, citando Stanley Kubrick in un’intervista riportata poi sull’edizione italiana del romanzo di Anthony Burgess, Arancia Meccanica: «Se si tratta di scrivere una storia, nessuno può farlo su ordinazione. Se si inizia con una storia che già esiste, che si ha sotto gli occhi, si parte da una base molto solida. Ma una storia è qualcosa che non si può controllare, che non si può far nascere per forza, per quanto ci s’impegni».

Arancia Meccanica nasce come romanzo nel 1962, scritto in un’Inghilterra attraversata da un’ondata di criminalità giovanile sempre più pericolosa, con giovani inquieti e irrequieti, insoddisfatti dal secondo dopoguerra, che trovano nelle violenze e nella criminalità una valvola di sfogo, ma anche un modo per farsi sentire. Il protagonista del romanzo, Alex, è il portavoce perfetto di questi giovani: un antieroe, «veramente malvagio, a un livello forse inconcepibile, ma la sua cattiveria non è il prodotto di un condizionamento teorico o sociale - è una sua impresa personale, in cui si è imbarcato in piena lucidità. Alex è cattivo, e non solo traviato, e dunque in una società organizzata in modo corretto, azioni crudeli come le sue devono essere punite» scrive Burgess in una lettera al "Los Angeles Times", il 13 febbraio 1972.

Alex però «rappresenta l'umanità in tre modi: è aggressivo, ama la bellezza, si serve del linguaggio». Ama la bellezza e in particolare la musica classica, che fa da sfondo ai suoi atti di violenza, ama in particolare la Nona sinfonia di Beethoven; e si serve del linguaggio creandone uno nuovo, che usa con i suoi “drughi” i suoi compagni di scorribande. Questo slang, il Nadsat, mescola inglese e lingua russa, più altri termini inventati dall’autore. 

Il romanzo, come si sa, diventa poi il film diretto da Stanley Kubrick nel 1971 e diviene così mainstream, producendo grandi polemiche: la storia incita alla violenza, è un esempio negativo per i più giovani, facilmente influenzabili. Burgess, allora, intervistato dal giornale francese “Le Magazine Littéraire” nel 1974 replica così: «la violenza non costituiva la parte essenziale del mio romanzo. L'importante, per me, era il dibattito filosofico fondamentale sul libero arbitrio. Ho voluto mostrare un personaggio, Alex, totalmente libero e spinto dalla sua libertà verso il male, i cui gli atti di violenza erano solo una parte delle sue azioni».

E a proposito di libertà Petrosino, citando Jacques Derrida, scrive che «La letteratura è un'invenzione moderna: essa si inscrive nelle convenzioni e istituzioni che [...] le assicurano in principio il diritto di dire tutto. La letteratura lega così il suo destino a una certa non-censura, allo spazio della libertà democratica (libertà di stampa, libertà d'opinione ecc.). Nessuna democrazia senza letteratura, nessuna letteratura senza democrazia».

(di Chiara Ascoli)

 
Contro la cultura
Contro la cultura
Autore: Silvano Petrosino
Collana: Transizioni
Formato: Libro | Editore: Vita e Pensiero | Anno: 2017 | Pagine: 112
Contro la letteratura “carina”, contro l’arte come mero passatempo in cui può cimentarsi chiunque, contro l’inganno della cultura mondana, ben diverso dalla “fiction”, conto lo story telling della politica, un manifesto che difende il valore della letteratura… per fortuna!
€ 13,00

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