Dalle tavolette ai rotoli, dai codici ai libri rilegati, fino agli ebook e agli audiolibri, Alberto Manguel ricostruisce con padronanza e minuziosità una personale storia della lettura che è al tempo stesso universale perché offre un punto di vista in cui ogni lettore può riconoscersi. Una storia della lettura, uscito in una nuova edizione ampliata e aggiornata, è un volume che non segue alcun tracciato cronologico, ma procede per capitoli tematici ricchi di aneddoti, annotazioni personali, storie gustose e personaggi indimenticabili, come Plinio, Cervantes, sant’Agostino, Colette, Kafka, Whitman e tantissimi altri scrittori/lettori che fanno parte del "catalogo degli affetti" di Manguel. Di seguito un estratto dal primo capitolo L’ultima pagina.
di
Alberto Manguel
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Un braccio abbandonato lungo il fianco, l’altro piegato a sorreggere la testa,
il giovane Aristotele legge languidamente un papiro che tiene srotolato in grembo, sui morbidi cuscini di un seggio, i piedi confortevolmente incrociati.
Infilando con due dita un paio di occhiali a molla sul naso ossuto, un Virgilio con barba e turbante sfoglia le pagine di un volume rilegato in un ritratto dipinto quindici secoli dopo la sua morte. Seduto su un ampio scalino, accarezzandosi graziosamente il mento, san Domenico è assorto nella lettura del libro che tiene spalancato sulle ginocchia, dimentico del mondo.
Due amanti, Paolo e Francesca, si stringono l’uno all’altra sotto un albero, leggendo il verso che segnerà il loro destino; Paolo, come san Domenico, si sfiora il mento con la mano; Francesca tiene il libro aperto, con due dita sotto una pagina che non verrà mai raggiunta. Diretti alla loro scuola di medicina, due studenti islamici si fermano per consultare un passo su uno dei libri che portano. Indicando la pagina di destra del libro che tiene in grembo, Gesù interpreta ciò che ha letto agli anziani del Tempio, i quali, attoniti e scettici, sfogliano vanamente le pagine dei rispettivi tomi in cerca di una confutazione. Bella come quando era viva, vegliata da un sollecito cagnolino, la nobildonna milanese Valentina Balbiani sta leggendo un libro di marmo sdraiata sul proprio sarcofago. Lontano dal tumulto cittadino, tra sabbie e spuntoni di roccia, san Gerolamo, come un vecchio pendolare in attesa del suo treno, legge un manoscritto formato tabloid mentre il paziente leone gli fa compagnia accucciato in un angolo. Il grande umanista Erasmo da Rotterdam rende partecipe l’amico Gilbert Cousin di un brano divertente del libro che sta leggendo, spalancato sul leggio.
Inginocchiato fra gli arbusti in fiore, un poeta moghul del Cinquecento riflette pensoso sui versi che ha appena letto senza riuscire a coglierne
interamente il sapore, stringendo tra le mani un libro ben rilegato. In piedi davanti a una lunga fila di scaffali rozzamente lavorati, un monaco coreano tira fuori una delle ottantamila tavolette delle Tripitaka Koreana, antiche di sette secoli, e la tiene davanti a sé, leggendo con silenzio e attenzione.
«Study To Be Quiet» è il motto inciso su una vetrata dall’ignoto artista che vi ritrasse il pescatore e saggista Izaak Walton intento a leggere un piccolo libro sulla sponda del fiume Itchen, presso la cattedrale di Winchester. Completamente nuda, una ben pettinata Maria Maddalena, dall’aria assai poco pentita, sta sdraiata su un panno steso sopra una roccia nel deserto, leggendo un grosso volume illustrato. Tutto compreso del proprio ruolo, Charles Dickens impugna l’edizione tascabile di un suo romanzo, leggendolo a un pubblico ammirato. Appoggiato al parapetto di pietra del Lungosenna, un giovane è immerso nella lettura di un libro di cui ci piacerebbe conoscere il titolo.
Spazientita, o forse solo annoiata, una madre tiene aperto un grosso volume davanti al figlioletto dalla rossa chioma, il quale compita le parole seguendo le righe con un dito. Il cieco Jorge Luis Borges strizza gli occhi per seguire meglio un lettore invisibile. In un’ombrosa foresta, seduto su un tronco muscoso, un giovane regge con entrambe le mani un volumetto leggendo nella pace più assoluta, padrone del tempo e dello spazio.
Sono tutti lettori, e i loro gesti sono i miei stessi gesti; io condivido con loro il piacere, la responsabilità e il potere che derivano dalla lettura.
Non sono solo.
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