Benasayag e Stoppa a Pordenonelegge

Torna Pordenonelegge, il festival del libro che quest'anno si terrà dal 14 al 18 settembre. Il tema è "Rigenerazione", simbolo la spiga di grano, un segno che si riferisce alla realtà, all'appartenenza alla terra, al cibo, alla solidarietà «necessaria tra chi nel segno del grano si riconosce, nell’immagine viva, bella, umana – che cosa c’è di più umano del pane? – che una spiga di grano evoca».
Miguel Benasayag e Francesco Stoppa parteciperanno sabato 17 settembre alle ore 15:00, nello spazio San Giorgio, con un incontro dal titolo "Il vivente, il pensiero e l'azione".
«Dal mondo del digitale e della biologia molecolare ci viene annunciato che tutti i meccanismi biologici potranno essere finalmente svelati, modellizzati, superati. Ma in un mondo nel quale gli effetti delle nostre azioni sono ormai segnati dall’incertezza e dall’impotenza, come possiamo imparare a vivere, pensare e agire?».
Francesco Stoppa si interrogava già su questi temi in Istituire la vita. Come riconsegnare le istituzioni alla comunità, domandandosi perché le nostre istituzioni – anche quelle fondamentali come la politica, la scuola, la sanità, i servizi sociali – ci sembrino spesso così lontane dai cittadini, dalle loro esigenze, dalla vita reale; chiedendosi se fosse ancora possibile per loro stringere un nuovo patto con la comunità o se fossero invece condannate a rimanere confinate nell’autoreferenzialità, consegnate alla logica della programmazione e del controllo, se non dell’utile e del profitto.
Anche Miguel Benasayag ha affrontato questo argomento in molti dei suoi libri, da La tirannia dell'algoritmo, libro-intervista realizzato con Régis Meyran nel quale ci mette in guardia dal rischio che siano gli algoritmi dei Big Data a guidare le nostre democrazie, a Funzionare o esistere? nel quale raccoglie l’appello di una società impaurita e le propone una scommessa per un futuro diverso: un futuro di persone singolari, ricche delle proprie diversità, delle proprie qualità e incrinature, che vivono in relazione tra loro. Solo accettando di andare al di là del semplice ‘funzionamento’ della macchina e riguadagnando invece la complessità piena di senso dell’umano, si può tornare a considerare senza angoscia la morte come parte dell’esperienza sapida della vita, a guardare la fragilità del corpo e delle emozioni come ricchezza della relazione con gli altri.
MEMO
Sabato 17 settembre, ore 15:00
Spazio San Giorgio, Largo San Giorgio, Pordenone
Per maggiori informazioni, visitare la pagina.
Miguel Benasayag e Francesco Stoppa parteciperanno sabato 17 settembre alle ore 15:00, nello spazio San Giorgio, con un incontro dal titolo "Il vivente, il pensiero e l'azione".
«Dal mondo del digitale e della biologia molecolare ci viene annunciato che tutti i meccanismi biologici potranno essere finalmente svelati, modellizzati, superati. Ma in un mondo nel quale gli effetti delle nostre azioni sono ormai segnati dall’incertezza e dall’impotenza, come possiamo imparare a vivere, pensare e agire?».
Francesco Stoppa si interrogava già su questi temi in Istituire la vita. Come riconsegnare le istituzioni alla comunità, domandandosi perché le nostre istituzioni – anche quelle fondamentali come la politica, la scuola, la sanità, i servizi sociali – ci sembrino spesso così lontane dai cittadini, dalle loro esigenze, dalla vita reale; chiedendosi se fosse ancora possibile per loro stringere un nuovo patto con la comunità o se fossero invece condannate a rimanere confinate nell’autoreferenzialità, consegnate alla logica della programmazione e del controllo, se non dell’utile e del profitto.
Anche Miguel Benasayag ha affrontato questo argomento in molti dei suoi libri, da La tirannia dell'algoritmo, libro-intervista realizzato con Régis Meyran nel quale ci mette in guardia dal rischio che siano gli algoritmi dei Big Data a guidare le nostre democrazie, a Funzionare o esistere? nel quale raccoglie l’appello di una società impaurita e le propone una scommessa per un futuro diverso: un futuro di persone singolari, ricche delle proprie diversità, delle proprie qualità e incrinature, che vivono in relazione tra loro. Solo accettando di andare al di là del semplice ‘funzionamento’ della macchina e riguadagnando invece la complessità piena di senso dell’umano, si può tornare a considerare senza angoscia la morte come parte dell’esperienza sapida della vita, a guardare la fragilità del corpo e delle emozioni come ricchezza della relazione con gli altri.
MEMO
Sabato 17 settembre, ore 15:00
Spazio San Giorgio, Largo San Giorgio, Pordenone
Per maggiori informazioni, visitare la pagina.
|
||||||||||||
€ 15,00
|
Articolo letto 306 volte.
Inserisci un commento