Comunicare il feedback nelle imprese - Intervista a Federico Vagni

Comunicare il feedback nelle imprese - Intervista a Federico Vagni

07.09.2022
Comunicazione d'impresa
Comunicazione d'impresa
autori: Annalisa Galardi
formato: Libro
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Lo sviluppo della cultura del feedback è una delle sfide che molte imprese stanno affrontando per migliorare la propria competitività e per rendere le persone sempre più protagoniste del proprio lavoro. Sul tema Annalisa Galardi, autrice di Comunicazione d'impresa, intervista Federico Vagni, co-fondatore e managing partner di Torreluna; esperto di self-empowerment, ha la convinzione che l’essere umano sia una fonte inesauribile di possibilità, che i team possano stimolare le eccellenze di ciascun membro e che l’unione di queste potenzialità sia la chiave di sviluppo dell’organizzazione nel suo complesso. Con questo approccio, Federico Vagni da vent’anni accompagna le imprese in percorsi di trasformazione.
 

Perché il feedback è così importante oggi nelle organizzazioni?
Il contesto attuale ci sta mettendo di fronte a una crescente complessità. Ci accorgiamo sempre più che nessun problema può essere analizzato, compreso e risolto da un singolo individuo. I livelli di specializzazione individuale, ma anche l’alto numero di relazioni tra i vari attori, fanno sì che ciascuna persona sia importante per contribuire alla sopravvivenza e alla crescita organizzativa. Più l’organizzazione saprà ingaggiare, coinvolgere ed ascoltare tutti i propri membri, maggiori saranno le sue possibilità di prosperare. Questa complessità ci porta a mettere la comunicazione, e il feedback in particolare, al centro della nostra attenzione. 

Scambiare feedback di qualità è lo strumento principe per:
- dare riscontro agli altri rispetto al valore e all’impatto del proprio contributo;
- attivare una dinamica di scambio autentico e genuino;
- costruire network relazionali a più direzioni, nei quali le informazioni viaggino liberamente e rapidamente;
- creare una cultura di ascolto e di scambio;
- dare direzione e prospettiva ai propri interlocutori.

Quali tipi di feedback esistono?
Tecnicamente il feedback è una comunicazione retroattiva, attraverso la quale si restituisce al proprio interlocutore un riscontro rispetto agli effetti del proprio comportamento. La tipologia più tipica, in azienda, è quella del feedback top-down: un responsabile restituisce in questo modo riscontro a un proprio collaboratore, come anche il leader di un progetto restituisce riscontri ai membri del progetto stesso. Intuitivamente si coglierà, di conseguenza, l’esistenza di una direttrice opposta, ovvero quella bottom-up, attraverso la quale sono i collaboratori a far pervenire feedback ai propri responsabili o team leader. Questo tipo di feedback può essere diretto, ma più spesso viene aggregato grazie a strumenti quali le survey di clima oppure le survey 360’. Dove si sviluppa una buona cultura del feedback, poi, è diffuso il feedback peer-to-peer, cioè quello tra colleghi che si supportano grazie a questo straordinario strumento di sviluppo.

Altra importante distinzione riguarda l’oggetto del feedback:
- Feedback sulla prestazione: è un riscontro rispetto all’esito di un’attività, o nel durante della stessa, per evidenziare e sottolineare aspetti di successo, di riorientamento o miglioramento. In questo caso è importante che il feedback sia concreto e tempestivo e che venga mirato sull’output del lavoro, o sul comportamento messo in atto (sempre più la qualità di un lavoro dipende anche da dimensioni relazionali), piuttosto che sulla persona che ha messo in campo il comportamento stesso. Questo perché la persona non si senta giudicata, ma piuttosto invogliata a modificare il proprio comportamento per ottimizzare il proprio operato;
- Feedback sul potenziale: viene restituito con minore frequenza e riguarda tipicamente le capacità e le qualità che la persona ha messo in campo durante un certo periodo. Il feedback quindi è più mirato sulla persona stessa (non più “hai fatto” ma piuttosto “sei stato/a”) e ha l’obiettivo di evidenziare doti e punti di forza e di stimolare consapevolezza e desiderio di migliorarsi rispetto a eventuali punti deboli.

Perché è utile fare formazione sul feedback?
Tutti noi ci nutriamo di feedback. Le statistiche dicono che non ricevere feedback aumenta i livelli di ansia dei lavoratori. Sappiamo anche che desideriamo riscontri positivi e tendiamo a rifuggire quelli negativi. Questo non impatta solo il ricevente: anche chi vuole o deve restituire un feedback rischia di non essere efficace proprio per la preoccupazione o paura di scontentare, ferire o entrare in conflitto con l’interlocutore. La ragione per la quale è importante che le organizzazioni svolgano formazione su questo tema è legata proprio alla necessità di mettere in grado le persone di affrontare il feedback in maniera efficace, sia che lo debbano fornire sia che lo debbano ricevere.

A partire da almeno due riflessioni: la prima è che l’ansia del dare feedback è spesso anticipatoria. Quando prendiamo il coraggio a quattro mani e diciamo quello che vogliamo dire, ci accorgiamo spesso che l’interlocutore accoglie le nostre parole con più interesse e apertura rispetto a quanto non avessimo ipotizzato. La seconda è che, come ben sappiamo, non possiamo non comunicare. Restituiamo quindi sempre feedback, perché ogni nostro gesto, parola, silenzio, trasferisce riscontri agli altri. Meglio quindi essere diretti rispetto al proprio pensiero piuttosto che lasciar trapelare qualcosa di sfumato che, nei fatti, viene spesso travisato.

D’altronde, come spesso si dice, il feedback è un regalo che fa bene a chi lo riceve, ma anche a chi lo fa. Iniziamo quindi a essere generosi!


Per approfondire >> Comunicazione d'impresa
 

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