La realtà d'oggi? Un oratorio, ma senza la Messa
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Dagli anni Ottanta la società italiana coltiva una coazione allo svago immotivato e asseconda con inerzia crescente i processi di dissoluzione delle relazioni. E se ci riappropriassimo di una tradizione, educativa e comunitaria, che ci contraddistingue? La Messa al mattino, il cinema di pomeriggio. Una volta gli oratori funzionavano così, nel senso che, se volevi entrare al cinema, prima dovevi andare a Messa. Oggi sembrerà poco democratico, ma i vecchi parrocchiani di Bozzolo, giù nel Mantovano, ricordano bene che negli anni Cinquanta perfino don Primo Mazzolari, tromba dello Spirito Santo e antesignano del Concilio Vaticano II, applicava la regola alla lettera, non contemplando sconti né eccezioni. La Messa, il Rosario, la preghiera del mattino e la benedizione della sera sono la struttura portante dell’educazione oratoriana. Tutto il resto si fa, ed è importante che si faccia, perché l’elemento religioso provvede a darne senso e ragione. Senza la preghiera non ci sarebbe l’oratorio. Qualcosa però ci sarebbe ed è, a ben vedere, la porzione più rilevante dell’immenso parco-giochi occidentale, una società ormai assuefatta all’idea di essere più surreale che sur-moderna, più posticcia che post-qualcosa. |
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