Preti in trincea. I cappellani militari nella prima guerra mondiale: condivisione, crisi e conversione
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Don Bruno Bignami, sacerdote della Diocesi di Cremona e docente di Teologia morale presso lo Studio Teologico Interdiocesano e l’ISSR di Crema-Cremona-Lodi-Vigevano, completa qui la rievocazione del significato della prima guerra mondiale per il cattolicesimo italiano avviata nel fascicolo di settembre (La prima guerra mondiale e la ‘guerra giusta’. Il fallimento del teorema, pp. 618-635). Dopo aver tratteggiato lo sfondo storico di quegli anni e l’evoluzione del magistero papale, l’autore descrive qui l’impatto che l’evento bellico ebbe sul vissuto umano e spirituale dei molti acerdoti arruolati in qualità di cappellani o preti-soldato. Quell’esperienza rappresentò per tutti la scoperta dei drammi dell’umanità comune, spesso non percepiti a causa dell’ovattata formazione seminaristica. La saldatura degli ideali di Fede e Patria con la spiritualità del sacrificio dimostrava la propria inconsistenza davanti all’enormità dell’inutile strage in atto. La crisi di molti sacerdoti testimoniava così le trasformazioni radicali in seno alla Chiesa circa il modo di percepire la guerra. 'A trasformare l’approccio del ministero sacerdotale nei confronti dell’umanità del proprio tempo è stata la condivisione. Lo stare in mezzo ai coetanei al fronte aveva messo in discussione le certezze di una vita tutelata e regolata, quale era promossa negli ambienti educativi ecclesiastici'. Chi tornò dalla guerra poté guardare alla vita di fede con occhi nuovi, trasformati dagli eventi vissuti e subiti. Molti preti intuirono che il vangelo non era giunto in trincea con il loro arrivo, ma era già là, nel dramma che si stava consumando nelle coscienze di giovani costretti a fare i conti ogni giorno con la vita e la morte.
dario
ha scritto:
Voto:
inserito: 18.03.2015 10:15
Ringrazio la redazione e l'autore per l'articolo e per avermi fatto scoprire un ambito sconosciuto della nostra storia. Far memoria della fatiche e delle sfide di un tempo aiuta anche noi giovani preti a rimanere sul "fronte" per farci prossimi e condividere il quotidiano col nostro popolo.
don dario
ha scritto:
Voto:
inserito: 18.03.2015 10:10
Ringrazio la redazione e l'autore per l'articolo per avermi fatto scoprire un ambito sconosciuto della nostra storia. Far memoria della fatiche e delle sfide di un tempo aiuta anche noi giovani preti a rimanere sul fronte di una post-modernità che chiede anche oggi prossimità e condivisione col nostro popolo.
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