L’eredità del Vaticano II
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La prossima celebrazione del 50° anniversario del Vaticano II segna
un passaggio importante nella storia della sua ricezione: usciti ormai
di scena i protagonisti che hanno ‘fatto’ il Concilio, si apre la delicata
fase del passaggio della sua eredità alle nuove generazioni. ll prof.
Gilles Routhier, docente alla facoltà di Teologia dell’Università Laval,
Québec, mette a fuoco le condizioni che possano rendere effettivo il
passaggio di un lascito così impegnativo: anzitutto superando la tentazione
di ridurre il Concilio a un insieme di testi da conoscere e da
trasmettere alla nuova generazione come un deposito inalterato, ma
valorizzandolo «come modo originale di rifl essione e come atteggiamento
fondamentale, una maniera d’impadronirsi delle questioni
di un’epoca e un metodo per pensare nella fede». Per mantenere
questo livello sostanziale di trasmissione, sottolinea il prof. Routhier,
è necessario «riprendere una lettura degli insegnamenti conciliari
includendo l’orizzonte d’attesa del nuovo pubblico-lettore». Senza
questa attenzione l’interesse per il Concilio declinerà irrimediabilmente
e la sua eredità andrà gradualmente a perdersi. Il testo costituisce
l’Introduzione al volume di G. Routhier, Un Concilio per il XXI
secolo, di imminente pubblicazione presso Vita e Pensiero.
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