Autoritrattistica Osama bin Laden. Gesto, clonazione, impersonale
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RIASSUNTO
Due immagini. La prima: il video di bin Laden che, nel rifugio di Abbottabad, si guarda in uno schermo televisivo con una coperta sulle spalle, osservato mentre si osserva. La seconda: la fotografia del (falso) primo piano del suo volto tumefatto, elevato a reliquia post mortem nei giorni immediatamente successivi alla sua eliminazione. A partire da queste due immagini, che segnano le ultime tappe di una fitta parabola iconica, il presente intervento si propone di studiare la dimensione autoritrattistica dell’immagine di bin Laden. Da una parte la sottrazione del corpo: la latitanza in vita, l’occultamento della salma dopo l’uccisione; dall’altra, all’opposto, la sua sovraesposizione mediatica, deriva pandemica del terrore, che lavora clonando immagini e gesti autoritrattistici in un ambiente intermediale. In sintesi, l’idea che le immagini con cui Osama bin Laden si è rappresentato per tutto il decennio scorso siano avvertite come presenze vicarie di un corpo in absentia, secondo criteri di autodocumentazione che spingono a valutare interscambiabilità e modificabilità come indicatori di una vocazione all’impersonale propria dell’autoritrattistica contemporanea. SUMMARY Two images. The first one: the video with bin Laden who, inside the Abbott a bad shelter, watches himself on a Tv screen, with a blanket around his shoulders, being observed while he’s observing himself. The second one: the (fake) close-up photograph of his black-and-blue face, lifted to a post mortem relic during the days after his elimination. Starting with these two images, which set the last stage of a dense iconic parable, this article aims to study bin Laden’s dimension of self-portraying. On the one hand, the embezzlement of the body: a life of hiding, and the concealment of the body after his killing; on the other hand, on the opposite, his media overexposure, his drift towards pandemic terror, which works by cloning images and self-portraying gestures in an intermedial environment. In synthesis: the idea that the images with which Osama bin Laden showed himself throughout the last decade are perceived as substitute presences of a body in absentia, according to criteria of self-documentation which cause us to evaluate interchangeability and modifiability as indicators of a vocation oriented toward an impersonal dimension, typical of contemporary self- portraiture. |
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