Il candidato contro il suo partito. Lionel Jospin e Ségolène Royal
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La sera di domenica 21 aprile 2002 la Francia fu scossa da un evento totalmente inatteso e per molti versi traumatico. Quel giorno si votava per il primo turno delle elezioni presidenziali, e alle ore 20.00 in punto i francesi scoprirono attraverso le principali testate giornalistiche televisive che lo scontro al secondo turno, previsto per il 5 maggio, avrebbe visto opposti il presidente uscente Jacques Chirac e il leader del Front National Jean-Marie Le Pen: per la prima volta, un candidato dell’estrema destra riusciva a superare il primo turno e ad accedere al ballottaggio. Il grande escluso era Lionel Jospin, Primo Ministro uscente e candidato, per la seconda volta, del Partito Socialista Francese. Jospin, che aveva avuto nel corso della campagna elettorale il conforto dei sondaggi, i quali fino all’ultimo non mettevano minimamente in discussione il suo eventuale passaggio al secondo turno1, fin dalle primissime ore successive all’annuncio dei risultati chiese al suo elettorato di compattarsi intorno a Jacques Chirac contro l’avanzata dell’estremismo, e nel contempo annunciò il suo ritiro dalla vita politica. Dopo sette soli anni dalla fine dei due mandati di François Mitterrand all’Eliseo, i suoi eredi del Partito Socialista erano addirittura esclusi dal secondo turno. |
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