Una tragedia «tutta amor materno e figliale»: l’«Issipile» di Ippolito Pindemonte
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Nel settembre del 1798, Ippolito Pindemonte metteva a parte l’amica Isabella Teotochi Albrizzi di un suo nuovo progetto letterario, maturato in villa, nella quiete campestre di Nòvare, in Valpolicella: «Ho trovato su queste colline, per le quali passeggio, il soggetto d’un’altra tragedia, che vi communicherò su la Riva, se vi degnerete della Riva dopo le cascine e i Fagiani: è tutta amor materno e figliale». Informazioni aggiuntiveQuesto testo fa parte del volume Studi di letteratura italiana in onore di Claudio Scarpati. È possibile acquistare gli altri capitoli da questa pagina. |
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