Tracce di Storia in storie e narrazioni per l'infanzia
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In questo breve contributo intendo offrire alcuni spunti su un tema molto ampio, affascinante e complesso perché è occasione di infinite scoperte: la letteratura per l’infanzia, infatti, viaggia da un’epoca all’altra, ma anche da un continente all’altro, si offre a più fasce di età (dagli albi illustrati alle collane per giovani adulti), incrocia generi letterari diversi e differenti mezzi espressivi ma in questo panorama eterogeneo la Storia lascia le sue impronte digitali. Talora in modo sottile e disseminato nella narrazione, talora in modo più esplicito. Sono impronte, come ricorda Carlo Ginzburg nel suo bellissimo libro Occhiacci di legno, che ci stimolano ad assumere uno sguardo diverso, insolito; uno sguardo che è spesso motore del racconto e che è originato dal potente filtro dell’occhio bambino o adolescenziale. Si tratta di uno sguardo e di un’ottica che molti critici hanno paragonato al punto di vista della macchina da presa di un film: quando noi vediamo un film, anche se non ne siamo consapevoli, siamo indotti a guardare secondo il punto di vista della cinepresa e ad adottarne la prospettiva. Lo stesso vale per i migliori racconti spesso affidati a quella poetica del punto di vista al centro di un vasto dibattito critico. Dunque con questo punto di vista – ad altezza di bambino – che caratterizza l’anima profonda della letteratura per l’infanzia è possibile sfogliare pagine di storia sociale, di storia delle mentalità e dell’immaginario, di storia dell’infanzia ecc. Perché dietro alle quinte delle storie c’è spesso la Storia. Informazioni aggiuntiveQuesto testo fa parte del volume ...Il resto vi sarà dato in aggiunta. Studi in onore di Renata Lollo. È possibile acquistare gli altri capitoli da questa pagina.
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