Le letture machiavelliane di Manzoni e la nascita dell’«Adelchi»
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Ogni volta che si accinge a rimettere mano alle convinzioni di ordine teorico, con l’intento di rivedere e rafforzare le fondamenta del proprio edificio compositivo, Manzoni torna a definire con lucidità crescente – senza per questo erigere barriere invalicabili – i confini che delineano i territori della storia e quelli della poesia. Questo avviene – come è noto – nei passaggi cruciali della Lettre à M. Chauvet, affiora nei frammenti dei Materiali estetici, emerge infine, con rinnovato vigore e limpida consapevolezza, nel dialogo Del romanzo storico e, in genere, de’ componimenti misti di storia e d’invenzione, esito di un disegno lungamente maturato, sin dalla primavera del 1823, quando, all’inizio della stesura del quarto tomo del Fermo e Lucia, Manzoni interrompe bruscamente la narrazione, mosso dall’urgenza di una nuova e più dettagliata ricognizione storica Informazioni aggiuntiveQuesto testo fa parte del volume Studi di letteratura italiana in onore di Claudio Scarpati. È possibile acquistare gli altri capitoli da questa pagina. |
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