Franz Kafka e l’impazienza del diritto
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Nel quadro della sterminata letteratura (inclusa quella giuridica) dedicata a Franz Kafka, questo saggio si focalizza sul tentativo di isolare ed esplorare l’esperienza, dolorosamente vissuta dallo scrittore praghese, di privazione, fin dall’infanzia, della sicurezza e della fiducia dei genitori (e in particolare del padre). Un’esperienza da Kafka rappresentata in molte delle sue opere e che trova un rispecchiamento nel modo in cui molti cittadini possono percepirsi come esclusi e guardati con diffidenza da parte delle istituzioni pubbliche e dell’ordinamento giuridico. In una società di questo tipo, la legge si trova costretta a ricorrere alla coercizione e a pene severe per preservare l’ordine sociale e l’osservanza delle regole. Nelle opere di Kafka (in particolare La metamorfosi, Il processo, Il castello), attraverso le sofferenze dei protagonisti si svela dunque, anche a giuristi e legislatori, quanto fondamentali siano un approccio ‘responsivo’ alla regolamentazione e il riconoscimento giuridico e sociale non solo dei fondamentali diritti umani, ma ancor più di un eguale rispetto per ogni individuo. Proprio tale riconoscimento costituisce il prerequisito di qualsiasi organizzazione sociale che voglia essere in grado di raggiungere, senza conflitti e in modo efficace, i suoi obiettivi. Biografia dell'autoreGabrio Forti, professore ordinario di Diritto penale e Criminologia, è preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica del S.C. di Milano e Direttore del Centro Studi “Federico Stella” sulla Giustizia penale e la Politica criminale della stessa Università. |
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