«Ma el verismo, el ghé domà per i donn brutt?»: Odoardo Tabacchi da Milano a Torino
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Quando, trentasettenne, nel 1868, Odoardo Tabacchi si trasferisce a Torino per insediarsi sulla cattedra accademica di scultura appena lasciata da Vincenzo Vela può già vantare al proprio attivo alcuni importanti riconoscimenti, come il premio per la scultura dell’Accademia di Brera, vinto nel 1861 con la prima versione in gesso, a capo scoperto, del suo notissimo Arnaldo da Brescia, realizzato l’anno precedente durante il pensionato di Roma. La chiamata all’Accademia Albertina acquista per lui un preciso valore di consacrazione, dichiarandolo senza esitazioni né mezzi termini come il principale rappresentante di quella seconda generazione artistica, che, tra Lombardia e Piemonte, proprio ricalcando le orme del maestro ticinese, aveva rapidamente portato ai suoi esiti più alti di diffusione commerciale e di fama la scultura realista e di genere.
Informazioni aggiuntiveQuesto testo fa parte del volume Il presente si fa storia. Scritti in onore di Luciano Caramel. È possibile acquistare gli altri capitoli da questa pagina. |
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