L'unica svolta di Bontadini
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L'unica svolta di Bontadini. Dal fideismo attualistico alla metafisica dell'essere
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Anno:
2022
Il volume, ribaltando l’opinione prevalente, riaccredita Bontadini, oltre che come grande metafisico anche quale storico attendibile della propria e dell’altrui filosofia.
€ 40,00
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Il pensiero di Gustavo Bontadini (1903-1990) conobbe un’unica frattura, non le due che gli sono imputate da molti studiosi. Né si trattò della conversione parmenidea degli anni Sessanta attribuitagli da Emanuele Severino e da alcuni pensatori neoscolastici, giudicata dal primo insufficiente, dai secondi infelice.
L’unica svolta di Bontadini fu più precoce ed ebbe differente natura, come testimoniò lui stesso. Dopo aver difeso nella tesi di laurea (inedita, 1925) un fideismo condizionato dall’attualismo, egli mutò orientamento: accertò come infondata la compressione gentiliana del pensiero nel perimetro dell’esperienza, criticò in quanto retorica la dimensione immanentistica dell’attualismo, teorizzò una più sciolta dialettica tra pensiero ed esperienza, rivalutò la metafisica dimostrativa (tutto questo entro il 1929) e abbozzò una protologia in nuce con una variante parmenidea e una tomista (ciò nel 1934, dopo un periodo di malattia). Quest’approccio fu in seguito arricchito dall’autore sul piano speculativo e storiografico, ma senza incorrere in altre discontinuità sostanziali, come egli sostenne strenuamente, senza peraltro riuscire a persuadere i critici. Bontadini, in particolare, a partire dal 1929, si impegnò a rilanciare la metafisica classica muovendosi lungo due direttrici parallele, non successive: rigorizzazione della prova aristotelico-tomista e dimostrazione direttissima di Dio creatore basata sull’aporeticità del divenire. Quest’ultima prova, fondata sulla permanenza dell’essere (Bontadini definì sé stesso «un eleate piovuto nel XX secolo») e sul principio di non contraddizione, diventò prevalente a metà degli anni Sessanta, pervenendo a un’espressione definitiva anche grazie allo stimolo critico esercitato da Severino. Ma senza rotture col passato. Il volume s’interroga anche sull’attendibilità dell’interpretazione bontadiniana dell’attualismo, da molti critici messa in dubbio, pervenendo anche in questo caso a una conclusione largamente positiva. In definitiva questo lavoro, ribaltando l’opinione prevalente, riaccredita Bontadini, oltre che come grande metafisico – grandezza riconosciutagli da tutti – anche quale storico attendibile della propria e dell’altrui filosofia. Il volume valorizza alcuni inediti e reca in appendice una biografia bontadiniana di Paolo Poli. |
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