Il “concetto” di tempo nell’ambito della realtà egiziana è stato più volte oggetto di studi, mentre rari sono i contributi relativi alla “resa” deltempo nell’ambito della figurazione piana. Si intende dunque presentare un’analisi delle categorie spazio-temporali proprie dell’iconografia bidimensionale, basata sui documenti offerti dalla figurazione privata dell’Antico Regno, prendendo in particolare considerazione le scene di vita quotidiana corredate dalla componente dialogica del “Reden und Rufe”.
Presentazione dei primi risultati di una ricerca sulle cosiddette writing-board stelae recuperate nella quasi totalità nella necropoli tebana (Deir el Bahari, Asasif). Sono 10 esemplari, tutti con supporto ligneo e con analoga decorazione, e in alcuni compare una formula caratteristica indirizzata al dio Sokar (appunto qui indicata come “Formula di Sokar”). Si discute sulla loro datazione, se inizio del Medio Regno o Secondo Periodo Intermedio, e sulla presenza di elementi arcaizzanti.
Analisi delle impronte di sigillo della III dinastia provenienti dalla necropoli di Bet Khallaf (Abido) e identificazione di due titoli ('Forte di voce' e 'Governatore del deserto'), probabilmente introdotti in quest'epoca e connessi al nascente sfruttamento delle miniere del Sinai. La presenza di nomi regali (Peribsen, Regina Nymaathapi, Djoser, Sanakht) e i riferimenti alle principali istituzioni del Paese e alla capitale Menfi legano il sito alla corte tinita.
Nei Musei Vaticani si conservano due stele e due sculture da Deir el-Medina. I quattro monumenti iscritti testimoniano personaggi già noti o sconosciuti: le stele presentano lo scriba disegnatore Nebnefer, in una insolita scena d’offerta, e il caposquadra Nekhemmut in abiti sacerdotali (ambedue XX din.), mentre i gruppi scultorei presentano Khaemuaset con la sposa Nefertendjet (XVIII din) e Huy con Auy (probabilmente epoca ramesside); i due gruppi riportano formule d’offerta.
Per comprendere il significato ideologico del cosiddetto cap-crown, si è ‘isolato’ il tipo a “calotta bullonata” sia in area egizia sia in quella nubiana, dall’Antico Regno al III sec. d.C. I copricapi egiziani presentavano un forte legame con l’ambiente meridionale e successivamente in area nubiana tale corona venne utilizzata dai Cushiti come un copricapo di incoronazione per eccellenza, in quanto connessa con la legittimità al trono e con il carattere di ereditarietà.
Pubblicazione di 10 piccoli oggetti di faience nel Museo Egizio di Firenze, tutti riproducenti il motivo della “margherita”. Uno, destinato all‘intarsio, è databile al regno di Ramesse III e forse proviene da Medinet Habu; gli altri erano elementi di monili, di cui 6 databili all’epoca amarniana.
Analisi archeologica e tipologica della totalità dei sarcofagi rishi editi. Questa categoria di sarcofagi, dalla forma antropoide, è in uso nel Secondo Periodo Intermedio e viene spesso legata alla comparsa di un nuovo polo di potere nell’antica Tebe agli inizi della XVII dinastia. Un’indagine tipologica, topografica e cronologica della distribuzione e classificazione di questi manufatti ha permesso di tracciare una sorta di "storia sociale" dell’origine dei sarcofagi rishi.
L’arte della navigazione è una delle componenti inscindibili della civiltà egizia e costituisce strumento essenziale del dominio faraonico. Partendo da un esame strutturale e funzionale delle imbarcazioni dell’Antico Regno, si giunge ad una valutazione complessiva del fenomeno di cui trattasi e dei suoi indubbi riflessi nell’arte della navigazione egiziana antica: approfondimento di natura essenzialmente tecnica sulla navigazione e sulla cantieristica del Nuovo Regno.
Sono presi in esame molti frammenti superstiti di commediografi dell'archaia (Aristofane, Cefisiodoro, Epilico, Ermippo, Eupoli, Platone, Teopompo) e della mese (Alessi, Anassandride, Antifane, Dessicrate, Efippo, Eubulo, Mnesimaco, Nicostrato, Ofelione), i quali attestano la diffusione ad Atene di mercanzie di origine egizia, dai tessuti e capi d'abbigliamento alle suppellettili, dai cosmetici e prodotti di bellezza alle spezie e alle sostanze medicinali, dalle essenze aromatiche alle derrate alimentari.
Esame della distribuzione demografica dei mestieri artigiani attraverso le schede per il censimento quattordicennale nell’Egitto Romano. Reale incidenza dei dati ricavati sul campione di popolazione studiato attraverso la seppur parziale testimonianza delle dichiarazioni pervenute. Studio dei dati sui mestieri rintracciabili nelle liste di popolazione compilate a partire dalle kat’oikian apograpetai. Confronto con le liste kat’ethnos dell’Egitto Tolemaico. Elenco aggiornato dei documenti.
L’articolo prende spunto da un papiro ossirinchita di età romana, pubblicato in anni recenti, che contiene il testo di un contratto misto – tirocinio e mutuo –, e che permette alcune riflessioni non soltanto sulla particolare tipologia negoziale, ma anche sull’arte della tessitura, il cui apprendimento è oggetto specifico dell’accordo tra il padre della giovane apprendista e il maestro artigiano, qualificato con l’insolito termine histonarches.
Nel considerare in una visione complessiva i 37 reperti di teste di riserva, per la maggior parte provenienti da Gizah, concentrate fra il regno di Snofru e quello di Chephren, si è pensato alla probabile persistenza di pratiche di “smembramento rituale”, nonché alla contemporanea esistenza del culto funerario regale e di quello riservato ai suoi sudditi.
Nella letteratura “classica” egiziana il testo appare regolarmente inquadrato da una struttura narrativa che lo presenta come “pronunciato” e ne garantisce così il carattere “orale” e lo contrappone al testo religioso, che si appoggia a un rituale scritto (hb).
Disamina di alcune delle più importanti cariche sacerdotali della V dinastia, per definirne ambiti semantici e specifiche competenze di culto nei principali complessi monumentali del sovrano, templi solari e piramidi, attraverso un’attenta analisi delle loro differenti sfaccettature cultuali e dei rapporti ideologico-religiosi fra gli edifici in cui gli “officianti” prestavano servizio. Interpretazione del significato delle titolature e nuova chiave di lettura del variegato apparato burocratico-sacerdotale.
Fra i molteplici abitanti del regno dell’Aldilà, il nome Miwty indica una figura con sembianze feline, testa e orecchi di gatto, definita dalla letteratura come demone o divinità. L’ambito usuale nel quale lo incontriamo è costituito dai testi funerari regali del Nuovo Regno, dove svolge il ruolo di custode di ingressi e difensore del defunto dalle forze ostili che minacciano il suo viaggio notturno. Ruolo che sembra mantenere nel papiro mitologico della XXI din. appartenuto a Hr-wbn, cantante di Amon-Ra.
Il Medio Regno: la prima fase di una tradizione. Il Nuovo Regno e la tematizzazione della rinascita osiriaca nel percorso solare. I testi del sarcofago di Ankhenesneferibra. Gli sviluppi della tradizione in Bassa Epoca. Il rituale di Khoiak e la riorganizzazione della tradizione.
Nel presente articolo viene proposta una sintesi aggiornata sulla presenza e sul ruolo dei Libici in Egitto nel periodo tra la XXI e la XXII dinastia. Attraverso la raccolta ed il riesame di documenti già noti e l’analisi di materiali solo parzialmente editi e in alcuni casi di recente acquisizione, si cercherà di delineare la progressione e le modalità della loro integrazione e affermazione nella società egiziana fino all’ascesa al trono di Sheshonq I.
Analisi delle iscrizioni sulle giare ritrovate nelle tombe di re e funzionari, datate ad una prima fase del periodo tinita. Alcuni dei segni iscritti sulle suddette giare vengono generalmente interpretati come termini indicanti varie forme di “tassazione”, sebbene ciò si scontri con una serie di problematiche di ordine storico, archeologico e filologico. In realtà si dovrebbe parlare non di “tassazioni” ma di “indicazioni dei prodotti” contenuti nelle giare stesse.
L’articolo analizza la leggenda del salvataggio miracoloso dei bambini coetanei di Mosè, che sarebbero stati inghiottiti dalla terra per poi rispuntare come piante, nella versione fornita dalle Cronache di Mosè. Viene proposto dapprima un parallelo con lo schema narrativo dell’“eroe esposto alla nascita”, poi con i riti di rinascita vegetale di Osiride nel mese di Kojak e con il rito ebraico del parpisà, mentre risulta meno pertinente il parallelo con le notizie classiche sui “giardini di Adone”.
La chiesa rinvenuta nel novembre 2006 nel cosiddetto kom sud di Bakchias, la prima identificata sia nel sito urbano sia nell’intero Fayyum settentrionale, non solo contribuisce ad una migliore comprensione del processo di cristianizzazione della regione, ma permette anche un’analisi della topografia urbana dell’Egitto di età tardo-antica.
Hanno avuto luogo tre mostre: «Tessuti copti del Museo Egizio di Firenze», inaugurata per la manifestazione «Le notti dell’archeologia»; «Igiene e bellezza nell’antico Egitto», riproposta, per il successo ottenuto nel 2005, a Siena e dopo a Milano (2007); «Motivi egizi nel Cimitero degli Inglesi a Firenze. …», allestita durante le Giornate Europee del Patrimonio. Infine è uscita la pubblicazione Materiale predinastico del Museo Egizio di Firenze, quarto volume della collana MAAT.
Le giovanni donne sempre più lontane, i giovani in solitaria ricerca, il dovere degli adulti di mettersi in ascolto: Paola Bignardi racconta il libro-inchiesta "Dio, dove sei?".