Il Libro dei Morti di Takerheb (età tolemaica), scoperto quando la mummia fu aperta nel 1827, era ‘scomparso’ nel 1884, quando quel che rimaneva del corredo funerario fu trasferito dal Museo di Storia Naturale alla collezione egizia di Firenze. Il rotolo di papiro è stato recentemente ‘ritrovato’ in Nuova Zelanda, nel Canterbury Museum di Christchurch: vi era stato spedito nel 1875 dallo zoologo Enrico Hillyer Giglioli, per ottenerne in cambio materiali zoologici o antropologici da Julius von Haast, lo scienziato che aveva fondato il museo di Christchurch e che era in contatto epistolare con lui.
L'argomento, già presentato al V Congresso Internazionale Italo-Egiziano, viene ripreso alla luce della scoperta dell'esistenza di una parte del corredo conservata nel Canterbury Museum di Christchurch in Nuova Zelanda. Questa scoperta mette finalmente un punto fermo sulla ricerca dell'insieme del corredo di Takerheb nel Museo Egizio di Firenze. Viene dunque ripresa la descrizione dello sfasciamento della mummia, facendo una comparazione fra il materiale conservato presso il Museo fiorentino e quello presente nel Canterbury Museum di Christchurch.
Si tratta di un papiro figurato (12 scene su 3 registri) rinvenuto nel 1910 nel basamento di una statuetta e attualmente custodito a Torino nell'Archivio Storico Bolaffi.
La collezione annovera oltre 550 pezzi, in gran parte inediti, ascrivibili alla donazione Pantellini, oltre a pochi altri oggetti donati nel corso del tempo. Tutti i periodi storici sono rappresentati: dagli esordi dinastici fino all'età greco-romana. Il progetto di catalogazione e pubblicazione dei reperti rodigini nasce dalla necessità aggiornare un primo parziale lavoro cartaceo edito da Claudia Dolzani nel 1969. Sono stati individuati in collezioni italiane e straniere reperti correlati a quelli rodigini, sulla cui base si possono ora avanzare ipotesi circa la provenienza di alcuni dei suddetti reperti.
Questo articolo contiene un resoconto sullo stato dei lavori del catalogo (ancora in fase di compilazione) della collezione egizia di Salvatore Pugliatti, già Rettore dell’Università di Messina. Il lavoro è corredato da una scelta di immagini volte a mettere in luce le categorie di oggetti che compariranno nell’indice del catalogo, la varietà di reperti che caratterizza tale collezione ed infine gli specifici interessi di un collezionista d’eccezione quale fu Salvatore Pugliatti.
L'articolo presenta i risultati dell'ultima missione archeologica e topografica al tempio solare di Niuserra ad Abu Ghurab, l'unico dei sei templi solari della V dinastia noti dalle fonti storico-epigrafiche ad essere ancora ben conservato. Le indagini, che hanno visto anche l'utilizzo delle più moderne tecnologie computerizzate applicate all'archeologia, hanno evidenziato nuovi ed interessanti elementi di ricerca all'interno del monumento il quale non era stato più esplorato dall'epoca della sua scoperta, avvenuta nel 1898.
The reuse of ancient materials falls within the more general topic of the archaism. This paper focuses on three case of reuse of ancient materials made by some kings of the 12th dynasty:the several decorated ancient block incorporated in the core of Amenemat I’s pyramid at Lisht, the ancient royal statues consecrated in the 12th dynasty temple at Karnak, and the two 4th dynasty sarcophagi interred in the complex of Sesostris III at Dahshur. The reason of these reusesis not simply utilitarian, nor the reuse is motivated by the necessity of gaining building materials or saving up.
Resti di un’antica città (II sec. a.C. – VII sec. d.C.) furono scoperti vicino all’attuale Marina El-Alamein nel 1986. Nel corso di scavi, subito intrapresi, che continuano tutt’oggi, nella città e nella necropoli sono state identificate numerose strutture architettoniche. Oltre ad esse però, si trovano nel sito elementi architettonici la cui precisa collocazione originaria è sconosciuta, ma che permettono di ricostruire strutture molto interessanti, a volte monumentali. In questa relazione si propone una parziale ricostruzione di tre edifici, che rivelano la ricchezza dell’antica città.
Esaminando i reperti archeologici trovati a Marina El-Alamein si coglie un diffuso sincretismo culturale, soprattutto in ambiente religioso. Dominano gli dei egiziani, presentati nella vita e nelle credenze funerarie. Le loro immagini si trovano nella pittura, nella scultura e negli oggetti di uso quotidiano. Questa piccola città vicino ad Alessandria testimonia lo sviluppo del sincretismo religioso nel periodo greco-romano.
In questo lavoro sono trattati gli interventi di restauro conservativo eseguiti su un gruppo di papiri di grande formato, molto deteriorati e con danni d'acqua, conservati nel Museo Egizio del Cairo. Per applicare le metodologie più appropriate al fine di rallentare la degradazione dei papiri è stata effettuata una serie di analisi su frammenti già distaccati e non scritti. Tutte le analisi eseguite hanno confermato uno stato di ossidazione dei papiri. Vengono descritti i trattamenti di restauro eseguiti.
Viene illustrata la peculiarità della documentazione papiracea per la ricostruzione della legislazione imperiale classica e postclassica, in riferimento alle fonti, prevalentemente epigrafiche, offerte dai vari territori dell'Impero, o ai testi trasmessi dalle note codificazioni tardoromane. In particolare il papiro BGU II 628 contiene due costituzioni imperiali, chiaramente connesse: un Edictum de praefinitione temporum circa appellationes, e l'Edictum Octaviani triumviri de privilegiis veteranorum. Segue un elenco provvisorio delle costituzioni.
L'analisi di un congruo numero di frammenti dell'opera di Sopatro, originario di Pafo ma attivo alla corte lagide, mette in evidenza sia il legame del commediografo (definito da fonti antiche phlyakográphos) con la farsa fliacica diffusa in Magna Grecia, sia il ruolo svolto dal poeta, tra la fine del IV e la prima metà del III sec. a.C., nella diffusione di tale forma di rappresentazione scenica, attestata anche dalla produzione vascolare italiota e siceliota, nel vivace ambiente culturale di Alessandria.
Giacomo Scibona, archeologo e docente dell'Università di Messina, dedicò la vita alla salvaguardia dei monumenti della città e alla valorizzazione di alcune collezioni antiche, tra le quali la collezione egizia di Salvatore Pugliatti, che fu giurista e rettore dell'Università di Messina.
La scoperta di un testo inedito sul verso di P. Flor. III 324 (Hermopolis, I-II sec. d.C.) ha rivelato che il papiro appartiene all'archivio privato dela famiglia che abitava la casa semisepolta nel kôm Kâssûm scoperta da Breccia nel 1903. Si ripubblica il testo del recto (compravendita di terreno), si dà l'edizione del testo del verso (memorandum per redigere un atto di affrancamento di uno schiavo) e si delinea l'albero genealogico della famiglia, il cui componente più noto è Eudaimon, figlio maggiore di Hermaios.
Correzioni di lettura a dieci papiri documentari greci di età romana, appartenenti a varie collezioni papirologiche. Le correzioni, frutto della rilettura dei papiri su tavole e immagini digitali, riguardano nomi propri di persone, per lo più presenti in papiri ermopolitani.
Resoconto preliminare, corredato da piantine e documentazione fotografica, relativo agli scavi della presunta chiesa vescovile, della chiesa con colonne ioniche e della chiesa piccola al suo interno.
Resoconto preliminare, corredato da piantine e fotografie, relativo agli scavi nella necropoli:in particolare vengono descritti gli edifici del complesso del peristilio, del complesso funerario del kom 3, di un battistero e della tomba a cupola del kom 1.
Il 13 giugno a Roma si parla di "Sud. Il capitale che serve" di Borgomeo con Quagliarello, Francesco Profumo, Graziano Delrio, Nicola Rossi e Raffaele Fitto.