León, AC fragm. 8 (s. IX2, southern Spain) is an unordered set of ten leaves, which was once part
of a high-quality codex containing Juvencus and the carmina of Eugenius of Toledo. Based on codicological
and textual evidence, this article proposes a new reconstruction of the original sequence of
these surviving leaves, which consequently brings to light the original configuration of the anthology
of Eugenius’ carmina.
I. “Incipit martirologium Bedae presbiteri”.
II. Il “calendario di Monza”:
A) Inserzioni come ‘aggiornamento’ del calendario: 1. Simpliciano, vescovo di Milano (15.VIII);
2. Cassiano (5.VIII).
B) Inserzioni tipicamente ‘veronesi’ nel calendario: 1. festa di san Zeno (12 aprile); 2. memoria di
santa Eufemia al 13 aprile; 3. festa di san Mama (Mammesso) o Mammete; 4. memoria di san Rufo
martire di Capua.
C) Memoria duplicata dei santi martiri Quirico e Giulitta.
III. Il ‘proprium’ del calendario monzese.
IV. Elenco delle dedicazioni di chiese in territorio monzese e loro “dies anniversarius”:
A) Annotazioni previe.
B) Notizie raccolte da Achille Varisco sulle “Ecclesiae burgi et agri Modoetiensis antiquiores”.
C) Elenco delle chiese secondo la classificazione di Achille Varisco: a) Chiese in Monza; b) Chiese
fuori e presso Monza; c) Chiese della “curtis ecclesiae Sancti Iohannis” in Monza; d) Chiese dipendenti
da Monza comprese in territori di altre pievi.
V. La “dedicatio sancti Zachariae”: un problema aperto.
VI. Verso la conclusione.
Si identificano tutti i testi contenuti nel Frammento Sabatini 5 (Vat. lat. 10646, ff. 48r-51v), celebre
breviario neumato di area beneventana del sec. X-XI.
L’Omeliario iemale Par. lat. 797, scritto a Brescia nella metà del sec. XII, proviene dal monastero
di S. Salvatore di Brescia che, probabilmente all’epoca di Berengario I (888-924), aggiunse la nuova
intitolazione a S. Giulia, prevalente dal sec. XIII in poi. Oltre ad aumentare lo sparuto gruppo di
codici superstiti, serve a contestualizzare meglio la fisionomia della silloge omiletica in uso presso
la chiesa bresciana nei secoli centrali del Medioevo.
Per indagare adeguatamente il valore ed il significato del termine christianitas che ricorre in due
opere di Guiberto di Nogent-sous-Coucy i Dei gesta per Francos e il De sanctis et eorum pigneribus
si è ritenuto necessario ripercorrere — sia pur a grandi linee — la stessa storia del termine risalendo
alle sue origini ed indicandone l’evoluzione significante dalla prima decade del secondo secolo dopo
Cristo al secolo dodicesimo: è così emerso all’indagine che Guiberto fa uso del termine christianitas
in una dimensione innegabilmente problematica.
Varie annotazioni dichiarano che il copista principale e possessore del codice fu allievo di Giovanni
Tzetzes e di Camatero e collocano la sua attività a Costantinopoli durante il regno di
Isacco II Angelo, in un ambiente prossimo alla cancelleria imperiale. Vengono inoltre indicate le
fonti testuali per Pindaro, Dionigi il Periegeta e Teocrito. Fra i testi editi si segnala un portolano da
Costantinopoli a Cipro e a Rodi.
Si pubblica un lessico polisemantico, conservato ai ff. 210v-212r dell’Ambrosianus C 222 inf. (vergato
alla fine del XII sec.), il cui nucleo fondamentale consta di lemmi originari del Lexicon Homericum
di Apollonio Sofista. Essi, confluiti insieme ad altro materiale grammaticale in una redazione non
anteriore all’VIII-IX secolo dell’Etymologicum Magnum, probabilmente attestano uno stato recensionale
del Grande Lessico Bizantino (che definiamo Proto-Magnum) anteriore a quello accolto da
Gaisford e che rivela affinità particolari con un solo testimone della compilazione, il Voss. gr. Q. 20,
datato circa al XIII sec.
Il manoscritto Ambrosiano C 222 inf. (Graecus 886), vergato alla fine del XII secolo, contiene, fra
le altre, note di contenuto medico. In particolare quelle che riguardano la flebotomia (f. 40r linee 1-
17) sono di grande interesse per la ricostruzione dei complessi rapporti intercorsi fra medicina
bizantina, medicina latina e tradizione alchemica tardomedievale.
Nel 1205 giunse a Firenze la reliquia del braccio di san Filippo, il cui invio era stato voluto dal
patriarca di Gerusalemme Monaco, di origine fiorentina. Attraverso l’analisi dell’Instrumentum translationis
redatto per l’occasione, della sua tradizione manoscritta e degli echi che la traslazione della
reliquia produsse nelle cerimonie liturgiche cittadine viene messo in luce il valore politico e spirituale
che le reliquie provenienti dalla Terrasanta assunsero dall’inizio del XIII secolo per la lotta contro
l’eresia e la costruzione dell’identità civica di Firenze, innalzata alla dignità di “nuova Gerusalemme”.
Pietro Maineri, frate Agostiniano Eremitano milanese, svolse nel Trecento la mansione di predicatore.
Di questo autore ci sono conservate due opere: la serie dei suoi sermoni per il santorale, e una
raccolta di materiale predicabile. Per entrambi i testi, Maineri si appoggia ad un modello principale:
per quanto riguarda il sermonario, questo modello risulta essere la Legenda Aurea di Jacopo da
Varazze, mentre il secondo testo raccoglie excerpta dall’Historia Scholastica di Pietro Comestore.
In entrambi i casi, però, non mancano spunti e rielaborazioni originali del predicatore, nonché inserimenti
di fonti alternative alle due principali.
Nell’Archivio Plebano di Bollate sono conservate venticinque pergamene, quasi tutte inedite, di cui
la più antica risale al 1039. A testimonianza della vita canonicale della Chiesa Collegiata Plebana
esistono, conservati in copia nell’Archivio storico diocesano di Milano, gli Statuti Canonicali redatti
nel 1346, di cui si dà l’edizione.
Nella rassegna si esaminano e si discutono — anche con l’apporto di altri dati — le edizioni curate
da A.M.I. van Oppenraaij delle traduzioni di Michele Scoto del De partibus animalium e del De
generatione animalium di Aristotele, l’edizione della compilazione Liber de animalibus di Pietro
Gallego, curata da J.M. Gázquez, e l’edizione della traduzione di Guglielmo di Moerbeke del De
historia animalium (vol. I, libri I-V), portata a termine da P. Beullens e da F. Bossier. Si dà anche
notizia del volume degli atti del convegno su Aristotle’s Animals in the Middle Ages and Renaissance,
tenutosi a Lovanio nel 1997, e del saggio di S. Perfetti sull’esegesi rinascimentale dei trattati aristotelici
sugli animali.
M. MCCORMICK, Origins of the European Economy. Communication and Commerce,
AD 300-900 (P. Cesaretti), p. 615 - E. MERCATILI INDELICATO, Storia degli Umiliati
a Lodi, Parte I: Secoli XII-XIV (P. Conte), p. 624 - Viaggiare nel medioevo, a c.
di S. GENSINI (R. Bellini), p. 628 - Talking to the Text: Marginalia from Papyri
to Print. Proceedings of a Conference held at Erice, 26 September – 3 October
1998, ed. by V. FERA - G. FERRAÙ - S. RIZZO (A. Sottili), p. 633 - I manoscritti della letteratura italiana delle Origini. Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, a
c. di S. BERTELLI (G. Frasso), p. 640
Cantici di Romano il Melodo, a c. di R. MAISANO (C.M. Mazzucchi), p. 645 -
D’A. S. AVALLE, La doppia verità. Fenomenologia ecdotica e lingua letteraria
del Medioevo romanzo (A.M. Finoli), p. 646 - Meda 1252. Arbitrato tra Monastero
e Comune, a c. di A. ALBUZZI (R. Bellini), p. 648 - Les langues de l’Italie
médiévale, par O. REDON et L. BATTAGLIA RICCI, P.G. BELTRAMI, J. BRUNET, A.J.
GRIECO (P. Gresti), p. 648 - THOMAS D’ALERAN, Le Chevalier errant, édité par D.
CHAUBET (R. de Cesare), p. 650 - M. MONTANARI, San Colombano al Lambro e
il suo colle. Da Ariberto d’Intimiano ai Visconti (secc. XI-XVI) (R. Mambretti),
p. 651 - M. BONFIOLI, Bisanzio e l’Italia. Scritti di archeologia e storia dell’arte,
a c. di A.G. GUIDOBALDI e A. IACOBINI (P. Cesaretti), p. 653
Il 22 marzo al Museo Diocesano, in occasione del festival Soul, i filosofi Hunyadi e Benasayag rifletteranno sulla fiducia nell’altro nell'era digitale.
19-23 marzo torna SOUL, il Festival della Spiritualità di Milano: tra gli autori Petrosino, Bartolomei, Wolf, Sequeri, Spadaro, Ossola. Scopri gli eventi