Because of its antiquity (V-VI cent.), the old Armenian translation of John Chrysostom’s Letter to
Theodore is a very interesting source for the investigations regarding the history of the Greek text.
The text which the translation is based on does not agree sistematically with the text of any conserved
Greek manuscript. In some very interesting cases the Armenian translation supposes a Greek text
which does not find correspondences in any known Greek manuscript and which can not be explained
with misreadings or special choices of the translator. After demonstrating the indipendence of the
translation from the known Greek manuscript tradition, the autor, through the comparison between
some passages of the Greek and the Armenian text, gives some examples in order to show the philological
value of the Armenian translation.
Il De situ Terrae Sanctae (ca. 530 d.C.) è una breve guida per il pellegrinaggio, che dal punto di
vista linguistico rappresenta un esempio molto interessante di latino volgare. Se ne inizia a studiare
qui, in particolare, l’uso delle preposizioni, che rivela spesso quelle peculiarità che ci si attende di
ritrovare nella lingua dei testi tipologicamente affini, fra cui i più noti Itinerarium Egeriae e Itin.
Antonini Placentini. Proprio per il suo carattere di itinerarium, il De situ è particolarmente ricco di
espressioni formulari indicanti le tappe del percorso che viene presentato e commentato; la frequenza
di preposizioni indicanti un movimento è, di conseguenza, particolarmente elevata. Si rilevano poi
particolarità sintattiche tipiche del latino volgare, quali: la preferenza per i costrutti analitici, alcuni
slittamenti nelle scelte dei casi, il declino di a nei confronti di de e diverse altre peculiarità.
Il commento a Matteo talvolta attribuito a Remigio d’Auxerre si colloca nel panorama esegetico
carolingio. Pur attingendo largamente alla tradizione patristica e agli immediati antecedenti carolingi
(Agostino, Gerolamo, Beda e Rabano Mauro soprattutto), il commentatore li rielabora attivamente.
Nel trattamento delle fonti, infatti, tra gli estremi di una citazione quasi letterale e di una ripresa
molto vaga, si riscontrano molteplici modalità rielaborative quali l’amplificatio, “l’esegesi dell’esegesi”,
la allegazione precisa di versetti biblici che nelle fonti non ricorrono o sono solo evocati per
allusione. Il nome degli autori delle fonti è soltanto di rado espressamente menzionato. Il testo,
inedito, viene citato dal codice di Ivrea, Bibl. Capitolare LXXVI (43).
Oltre la metà delle 40 sequenze attribuite a Nokter Balbulus (San Gallo † 912) sono diffuse nell’Italia
settentrionale. Dopo l’esame di un tropario-sequenziario del XII secolo di area novarese (Intra, S.
Vittore, 5), è analizzata la trasmissione dei brani nokteriani in 35 fonti. In particolare sono presi in
considerazione alcuni fatti di natura strutturale e musicale quali la presenza di un alleluia iniziale e
di una sezione melismatica in alcune tra le fonti più antiche, eventuali difformità nella proposta
melodica e nelle intonazione delle coppie strofiche, la caratteristica formula melodica e neumatica
di molte cadenze ( pes stratus), l’impiego multiplo di alcuni modelli melodici.
A recently discovered fly leaf (parchment) displays on the verso side (s. XV) lectiones from a sermon
by Fulgentius of Ruspe and a bull by pope Eugene IV, on the recto side (s. X-XI) vv. 23-99 of
Walahfrid’s De cultura hortorum, regrettably often illegible as this side had been glued onto the
cover. Still this series of verses ist worth being noticed on account of the quality of its text and the
special set of glosses.
Nel codice di Londra, British Library, Add. 11035, scritto nel monastero di S. Euchario di Treviri
circa fra il 1030 e il 1060, sono contenuti Cicerone, Somnium Scipionis e Giovanni Scoto, Periphyseon
lib. I, seguito da un poemetto adespoto e anepigrafico, finora considerato di autore anonimo. Il
poemetto, tradito in unicum da questo codice e di cui si dà qui l’editio princeps, è una parafrasi in
versi dello stesso Periphyseon. Con ragioni convincenti questa versificazione è attribuita a un monaco
di S. Eucario, Teodorico, del quale sono noti anche alcuni inni.
Nel carme dell’ermafrodito di Ildeberto di Lavardin (epigr. 23 SCOTT) il protagonista racconta le
modalità della sua morte, che confermano il vaticinio di tre divinità (Apollo, Marte e Giunone),
consultate dalla madre mentre era in attesa di lui. Egli morì contemporaneamente trafitto da una
spada, impigliato nei rami di un albero che fungevano da laccio (crux) e cadendo in acqua. Come
è confermato dalle fonti antiche, la morte di spada è quella tipica degli uomini, quella di laccio delle
donne, mentre quella per annegamento era riservata agli ermafroditi. Si spiega pertanto perché l’ermafrodito
dichiari di morire da maschio, da femmina e come un essere che non partecipa di nessuno
dei due sessi (neutrum).
L’epistola 33 di Michele Italico fu composta per accompagnare il dono di un filatterio monetale,
ossia di una collana d’oro alla quale era agganciata una moneta, aurea anch’essa, dotata di prodigiose
proprietà talismaniche. La descrizione del nominale, retoricamente assai elaborata, permette di
avanzare alcune ipotesi circa l’effettiva natura della moneta. Il confronto con la documentazione
pervenuta di gioielli monetali consente, inoltre, di proporre una ricostruzione ideale dell’intero monile.
Le portentose virtù del nomisma, magnificate da Italico, sono infine inserite nella problematica relativa
all’uso amuletico della moneta, attestato fino ai nostri giorni. In Appendice è fornita una nuova
edizione del testo greco dell’epistola 33; la traduzione è di Carlo Maria Mazzucchi.
La produzione libraria dei secoli XII-XIII negli stati latini d’Oriente, sebbene oggetto di recenti
indagini storiografiche, attende ancora di essere compiutamente studiata nel suo complesso. Si propongono
alcuni temi di ricerca: la datazione dei primi codici superstiti di Oltremare; l’importanza di
Antiochia come centro culturale sotto il pontificato di Aimerico di Limoges (circa 1142-1196), testimoniata
dall’opera di Ugo Eteriano e Stefano il tesoriere; i marginalia di argomento crociato in codici
‘orientali’; la ricostruzione della biblioteca di Sidone e del suo notevole valore per la vita intellettuale
degli stati franchi.
Il Libellus fugitivus, attribuito in numerosi manoscritti e nelle edizioni a stampa al giurista francese
Nepos di Monte Albano, è un breve trattato di diritto processuale del sec. XIII, tra i più diffusi in
Europa nel basso Medioevo e a stampa nel Cinquecento. In anni recenti sulla sua paternità sono stati
sollevati alcuni dubbi. La conferma dell’incerta attribuzione e la prova – finora mancante – che la
versione originaria ha subìto rifacimenti e rimaneggiamenti è data dal testo tràdito da alcuni manoscritti
– tra cui Montecassino 136, Paris lat. 4603 e La Seu d’Urgell 2030 – che presentano varianti di
notevole entità rispetto, ad esempio, al testo del Bologna, Bibl. dell’Archiginnasio, B 2794-2795, ed
alla versione trasmessa dalle stampe. Sia la versione originaria che il rifacimento sono stati diffusi
per exemplar e pecia.
Si prendono in esame quattro fra i codici che contengono gli scolii antichi al poemetto tramandato
sotto il nome di Esiodo. I manoscritti Vaticano Greco 1332, Roma, Casanatense Greco 356, Vaticano
Greco 1405 e Parigino Greco 2776 dimostrano chiaramente di essere strettamente imparentati fra
loro, riportano in molti casi una versione del commento più ricca e corretta di quella fino ad ora
conosciuta, consentono di addurre nuovi elementi per dimostrare l’antichità del materiale esegetico
allo Scudo di Eracle e la provenienza dal commentario che nel I sec. d.C. redasse il grammatico
Epafrodito.
Dei molti fragmenta codicum pergamenacei databili tra i secc. IX e XV, conservati nell’Archivio di
Stato di Cremona, sono qui censiti i testi classici, sette in totale, reimpiegati come coperte di atti
notarili o di registri del Comune. Solo due erano già noti: il famoso Brutus (s. IX, Italia del nord)
ed alcuni fogli con le commedie di Terenzio. Gli altri sono nuovi reperti, tutti localizzabili per origine
nell’Italia del nord: Seneca Ad Lucilium (s. XIV2) e Thyestes (s. XV in.); Seneca retore Declamationes
(s. XIV2); Ovidio Fasti (metà s. XIV); Livio volgarizzato (s. XIV2).
Nell’Archivio Storico Comunale di Vigevano (PV) un fondo librario, intitolato al senatore Vincenzo
Roncalli, comprende la biblioteca, appartenuta al medesimo e da lui donata con lascito testamentario
alla città, e libri di altre provenienze, fra cui quelli del Collegio dei Giureconsulti di Milano. Vi sono
conservati volumi a stampa del XVI secolo, 107 dei quali ricoperti da legature cinquecentesche, nelle
quali sono reimpiegati frammenti pergamenacei e in prevalenza di area lombarda. Dallo studio di
queste coperte si sono ricostruiti parecchi codici di varie tipologie. In particolare qui si presentano
i frammenti di tre omeliari del XII secolo, uno di area milanese, uno nord-italiano e uno di area
centro-italiana.
Uno dei più preziosi e celebri manoscritti della biblioteca capitolare di Monza, il cosiddetto
Sacramentario di Berengario, collegato nel nome al re d’Italia, risalente al sec. IX, è stato oggetto
di indagini accurate nel Sette e nell’Ottocento. Fu infatti incluso nel progetto della biblioteca Rerum
liturgicarum di Giuseppe Bianchini († 1764): a questo scopo ne fu approntato un apografo che,
insieme a materiali di studio e corrispondenza dove si discute del codice, è oggi conservato a Roma,
Biblioteca Vallicellliana, MSS. T 58 e T 59. Negli ultimi decenni dell’Ottocento a Monza ne fu
allestito un altro, indipendente, apografo, corredato di alcune note, e conservato ora nella carte Achille
Varisco: Milano, Biblioteca Ambrosiana, N I. 6 inf. Tali apografi possono aiutare nella lettura di
porzioni di testo, danneggiate nell’originale.
I Signori degli anelli. Gli anelli-sigillo longobardi. Un aggiornamento in memoria di Otto von Hessen e Wilhelm Kurze (Atti della giornata di studio, Milano 17 maggio 2001), a c. di S. Lusuardi Siena (M. Sannazaro) - Paolino d’Aquileia e il contributo italiano all’Europa carolingia. Atti del Convegno Internazionale di Studi. Cividale del Friuli - Premariacco, 10-13 ottobre 2002, a c. di P. Chiesa (F. Peruzzo) - C. Dondi, The Liturgy of the Canons Regular of the Holy Sepulchre of Jerusalem. A Study and a Catalogue of the Manuscript Sources (M.R. Tessera) - M. Cortesi - G. Mariani Canova, Il Legendario di Santa Grata tra scrittura agiografica e arte (con riproduzione in facsimile dalla Vita) (P. Tomea) - M. Boschi Rotiroti, Codicologia trecentesca della «Commedia». Entro e oltre l’antica vulgata (S. Brambilla) - F. Duval, La traduction du «Romuleon» par Sébastien Mamerot. Étude sur la diffusion de l’histoire romaine en langue vernaculaire à la fin du Moyen Âge (L. Sarasini) - S. Scipioni, I codici umanistici di Gellio, premessa di M. Passalacqua (S. Gavinelli) - Nicolaus Cusanus zwischen Deutschland und Italien. Beiträge eines deutsch- italienischen Symposiums in der Villa Vigoni, hrsg. von M. Thurner (S. Iaria)
N. Trevet, Commento alla Phaedra di Seneca, a c. di M. Chiabò (M. Petoletti) - N. Trevet, Commento alla Medea di Seneca, a c. di L. Roberti (M. Petoletti) - Il latino nell’età dell’Umanesimo. Atti del Convegno (Mantova 26-27 ottobre 2001), a c. di G. Bernardi Perini (C. Milani) - Manoscritti ebraici nell’Archivio di Stato di Pesaro. Catalogo con riproduzione del Mahazor francese di Pesaro, a c. di H.M. Sermoneta e P.F. Fumagalli, introd. di G. Ravasi (M. Ferrari) - Codici petrarcheschi e umanistici dell’Archivio Visconti di Modrone, presentazione con interventi di S. Zaninelli, G. Barbero, M. Ferrari, G. Frasso, C.M. Monti, G. Orlandi, M. Petoletti (M. Ferrari) - R.G. Babcock - L. Fagin Davis - P.G. Rusche, Catalogue of Medieval and Renaissance Manuscripts in the Beinecke Rare Book and Manuscript Library, Yale University, vol. IV: MSS 481-485 (M. Ferrari)
Il 22 marzo al Museo Diocesano, in occasione del festival Soul, i filosofi Hunyadi e Benasayag rifletteranno sulla fiducia nell’altro nell'era digitale.
19-23 marzo torna SOUL, il Festival della Spiritualità di Milano: tra gli autori Petrosino, Bartolomei, Wolf, Sequeri, Spadaro, Ossola. Scopri gli eventi