Frammenti di un ignoto codice della Commedia, esemplato alla fine del XIV secolo nell’Italia centro-
settentrionale, sono stati recentemente rinvenuti nelle legature di due diversi volumi cinquecenteschi
(uno è conservato presso l’Archivio di Stato di S. Marino, l’altro fa parte di una collezione
privata). Il testo di Dante è accompagnato da commento marginale: si tratta delle Chiose Ambrosiane,
anonimo commento di cui era finora noto un solo testimone antico (Milano, Ambr. C 198 inf.).
L’analisi dei frammenti recuperati permette di ricavare nuovi elementi sul testo e sulla circolazione
di questo corpus di glosse. Se ne dà descrizione ed edizione, rilevando le differenze rispetto all’Ambr.
C 198 inf. Il codice di cui i frammenti facevano parte sembrerebbe essere stato esemplato in area
marchigiana-romagnola (la stessa cui si muoveva l’autore delle Chiose Ambrosiane).
L’attività di Battista Farfengo, tipografo a Brescia dal 1489 al 1500, ha lasciato un’impronta, oltre
che negli incunaboli pervenutici, anche in alcuni contratti d’affitto sottoscritti con il comune per una
bottega tra il 1490 e il ’98. Il primo documento, finora sconosciuto, vede la partecipazione come
garante della fideiussione di Silvestro Covi, già legato allo stampatore dalmata Bonino Bonini, e del
testimone Bonifacio da Manerba, noto ai bibliografi perché finanziatore di un’edizione bresciana del
1482, sulla cui biografia è possibile offrire qualche nuova precisazione desunta da inedite fonti
archivistiche.
Con l’intento di radicare il pensiero politico di Machiavelli nel terreno dell’Umanesimo, si pongono
in rilievo i numerosi e significativi affioramenti nel Principe del dettato del Petrarca latino e delle
Familiari in particolare. A sostegno dell’ipotesi che il Segretario fiorentino si sia direttamente accostato
alle Familiari petrarchesche, viene offerto un quadro della circolazione dell’opera a Firenze, fra il
XV e il XVI secolo, e portata alla luce l’altezza dell’insegnamento politico e morale, attribuita in
quel tempo al Petrarca. Risulta così ridimensionata la frattura rispetto alla tradizione, che secondo
alcuni studiosi caratterizza il Principe, di cui invece si sottolinea una coerenza etica e strutturale,
garantita dall’auctoritas petrarchesca.
Marcantonio Amalteo fu letterato e pedagogo di chiara fama, rappresentante di quel fertile ambiente
culturale umanistico che venne a prodursi in Friuli nel secolo XV; compose prevalentemente
epigrammi in lingua latina, rimasti in gran parte inediti. Vengono qui pubblicati il testo originale di
un’elegia latina dedicata dall’Amalteo al pittore Antonio De Sacchis, noto come il Pordenone, ed il
volgarizzamento compiuto dall’abate Angelo Dalmistro nel secolo XIX.
Tra i secoli XV e XVI la famiglia Amalteo si segnalò per la vocazione poetica di molti suoi membri,
i più noti dei quali furono Paolo, Marco Antonio, Girolamo, Giovanni Battista e Cornelio. La loro
produzione è contraddistinta da poemetti a carattere encomiastico, religioso e politico (ne è principale
modello l’opera di Quinto Emiliano Cimbriaco), da poesie pastorali, e soprattutto da un interessante
corpus di epigrammi faceti e sensuali, parte dei quali ispirati agli epigrammi dell’Anthologia
Graeca. I carmina degli Amalteo ebbero cospicua diffusione e risonanza, e in special modo furono
apprezzati e imitati nei secoli XVIII e XIX dai poeti dell’Arcadia.
The Venetian “poligrafo” and playwriter Lodovico Dolce (1508-1568), author of many tragedies and
comedies inspired both from Greek and Latin sources, proposed in 1549 along with his Giocasta a
new version of Euripides’ Phoenician Women. Looking at the Latin translation by Doroteo Camillo
- Collinus (because Dolce didn’t know Greek), changing the title, adding some characters and, above
all, writing a text as comprehensible as possible for the Renaissance readers, he was able to produce
a tragedy typical of the Mid-Sixteenth Century in Italy, where the Classical heritage is ingrained in
the memory of the first tragic attempts of the Italian Renaissance, following a “canon” already set
by Trissino, Rucellai, Giraldi and Aretino.
Pietro Mazzucchelli, che nel 1823 sarebbe diventato prefetto della Biblioteca Ambrosiana, dopo aver
recuperato dalla legatura di un volume appartenuto alla biblioteca Archinto, alcuni frammenti del
Filocolo di Boccaccio, propose a Giuseppe Acerbi, direttore della «Biblioteca Italiana», di stamparne
la trascrizione sulla rivista. L’Acerbi, data l’eccessiva lunghezza del contributo, dovette rifiutare la
proposta, seppur con rammarico; restituì dunque il lavoro al Mazzucchelli che lasciò quelle carte,
con altri suoi numerosissimi appunti, all’Ambrosiana. Recuperata la trascrizione del Mazzucchelli,
la si studia, si cerca di illustrare il metodo di lavoro del laborioso bibliotecario e si esamina infine
il testo del frammento, alla luce dell’ultima edizione del Filocolo.
In the history of the edition of Eugenius of Toledo’s works, we have allusions to ‘lost’ manuscripts,
which, as often happens, never existed. In the editio princeps, we can see that no independent, and
lost, manuscript is the source of Jacques Sirmond for editing poem 26, peculiarly added at the end
of the carmina; therefore, its variants, which have been used by later editors, are worthless. The
edition of the 16th-century Spanish scholar Ruiz Miguel de Azagra has never been printed, but a
copy of a draft version corresponding uniquely to Eugenius’ Dracontiana has been identified. It is
difficult to prove that any lost manuscript is involved in Azagra’s editorial work; and in spite of the
references by later authors to his work on the carmina, we still lack evidence that it ever existed.
Il ciclo Dieci vedute della tenuta di campagna di Orazio di Hackert, dipinto nel 1780 e poi, mediante
incisioni, diffuso per tutta l’Europa, introduce un mutamento al concetto classico dell’Arcadia e
assume così un valore indicativo per le trasformazioni estetiche del ’700. Il contributo esamina la
base epistemica osservando le strutture comuni di paesaggistica e d’interpretazione contemporanea
di Orazio. Si mostra l’innovativa struttura rappresentativa del ciclo che Hackert adatta ad una passeggiata:
dall’interazione fra lo sguardo e il movimento risulta un paesaggio tanto evidente agli occhi
quanto immaginario e non visibile, prodotto quindi dalla pittura e dalla poesia.
Sottoposti ad analisi etimologica, i lessemi italiani nicchia (“cavità muraria”), nicchio (“cavità muraria”
e “conchiglia”), finora trattati con incertezze e confusioni, sul piano dell’uso semiotico risultano
diatopicamente e diastraticamente distinti pur nell’unità del morfema radicale dominato iconicamente
da una forte istanza deittica che sta alla base della lessicalizzazione dei rispettivi sintagmi composizionali
*ni *sd-i-c-el-a/o-.
Nel 1965 Ezio Franceschini pubblicò nel Corpus Christianorum, assieme a Robert Weber, l’edizione
critica dell’Itinerarium Egeriae. Sono qui presentate due missive che documentano la discussione
accurata, riguardo a punti dubbi, intercorsa tra i due studiosi: in questione sono la lettura di parole
poco chiare nel manoscritto e emendamenti da apportare.
In occasione di alcuni viaggi effettuati nelle Marche agli inizi degli anni Quaranta del Novecento,
per partecipare a convegni scientifici e per promuovervi la “Giornata universitaria” destinata a
raccogliere offerte per l’Università Cattolica, Ezio Franceschini visitò il Convento agostiniano di
Tolentino e ne frequentò la Biblioteca, dove era conservato un prezioso codice del Sommario del
Processo di canonizzazione di s. Nicola da Tolentino (1245-1305), svoltosi nel 1325. Franceschini
ne caldeggiò subito la pubblicazione proponendo di includerlo nella collana Orbis Romanus, edita
da Vita e Pensiero. Stabilì uno stretto rapporto con la comunità agostiniana tolentinate, con il Priore
e Provinciale padre Giuseppe Giuli, e con alcune esponenti del mondo cattolico locale, le sorelle
Catinelli (una delle quali era la delegata dell’Università Cattolica per la diocesi di Tolentino), presso
le quali Franceschini era ospite quando si recava a Tolentino. Questi contatti e l’interesse di
Franceschini per la figura del Santo tolentinate sciolgono l’interrogativo sul perché, per la carta
d’identità falsa usata nel periodo di clandestinità durante la Resistenza, abbia scelto di figurare come
“Andrea Zanoni, nato a Tolentino”. Le sollecitazioni di Franceschini hanno portato infine, nel 1984,
all’edizione critica integrale del Processo per la canonizzazione di s. Nicola, curata da Nicola Occhioni
(pubbl. dai Padri Agostiniani di Tolentino in collaborazione con l’École Française de Rome).
Circa cinquant’anni durò il sodalizio tra Ezio Franceschini e la casa editrice dell’Università Cattolica
Vita e Pensiero, alla quale il professore e rettore dell’ateneo affidò la pubblicazione di contributi
numerosi e assai diversificati: rigorosi studi scientifici, riflessioni sulla storia e sulla cultura, interventi
istituzionali, favole affondavano saldamente radici comuni in una continua e serrata ricerca spirituale,
capace di animare percorsi e linguaggi solo apparentemente lontani.
La presentazione della Festschrift per Agostino Sottili (1939-2004) si è configurata
in parte anche come commemorazione: a questo ha dedicato il suo intervento il prof.
Paul Gerhard Schmidt, fra i curatori dei volumi. Qui pubblichiamo questo intervento
e le relazioni con le quali i professori Rino Avesani, Paolo Cherubini, Marc Laureys
hanno presentato i contenuti scientifici dei due volumi, pubblicati nella collana del
Dipartimento di Studi medioevali, umanistici e rinascimentali: Margarita amicorum.
Studi di cultura europea per Agostino Sottili, a cura di FABIO FORNER - CARLA MARIA
MONTI - PAUL GERHARD SCHMIDT, I-II, Milano, Vita e Pensiero, 2005 (Bibliotheca
erudita, Studi e documenti di storia e filologia, 26), pp. LXX-1211.
Il 13 dicembre 2006 è organizzata dall’Università Cattolica una giornata commemorativa
per il centenario della nascita di Ezio Franceschini (25 luglio 1906 - 21 marzo 1983).
Sono presentati i quattro volumi pubblicati o ristampati per l’occasione dalla Editrice Vita
e Pensiero. I due nuovi, Per Ezio Franceschini nel centenario della nascita. Ricordi, lettere,
profilo e E. Franceschini, Lettere a Raffaele de Cesare, sono spunto per fornire uno status
quaestionis riguardo alla bibliografia su e di Franceschini. Per introdurre le ristampe dei
racconti E. Franceschini, La valle più bella del mondo e Parole come sabbia è tracciata
una breve storia editoriale di questi due fortunati volumi, con l’aiuto anche di documenti
d’archivio.
M. Danzi, La biblioteca del cardinal Pietro Bembo (G. Frasso) - A. Nuovo - C. Coppens, I Giolito e la stampa nell’Italia del XVI secolo (E. Sandal) - J. Pirozynski, Zofia Jagiellonka (1522-1575) i jej ksiegozbiór (J.W. Wos) - Dante historiato da Federigo Zuccaro e Commentario all’edizione in fac-simile, a c. di A. Mazzucchi (L. Azzetta) - A. Bottacin, Stendhal e Firenze (R. de Cesare) - S. Fornara, Breve storia della grammatica italiana (M. Colombo) - L. Serianni, Un treno di sintomi. I medici e le parole: percorsi linguistici nel passato e nel presente (M. Colombo) - Storia della letteratura polacca, a c. di L. Marinelli (W. Jekiel) - A. Wildová Tosi, Bibliografia delle traduzioni e studi italiani sulla Cecoslovacchia e Repubblica Ceca (1978-2003) (J. Kresálková)
M.L. King, Humanism, Venice, and Women. Essays on the Italian Renaissance (V. Grohovaz) - G. Ghinassi, Dal Belcalzer al Castiglione. Studi sull’antico volgare di Mantova e sul «Cortegiano», a c. di P. Bongrani (M. Colombo) - I. Tancon, Lo scienziato Tito Livio Burattini (1617-1681) al servizio dei re di Polonia (C. Viola) - J. Sévillia, Quand les catholiques étaient hors la loi (J.W. Wos), p. 969 - E. Pigni, L’Ordine della Corona di Ferro, 1805-2005 (R. de Cesare) - P.M. Prosio, Stendhal e altri viaggiatori a Torino (R. De Cesare) - A. Brambilla, Professori, filosofi, poeti. Storia e letteratura fra Otto e Novecento (G. Frasso) - L. Simoni Varanini, Bruno Nardi a Pescia: il carteggio con Giuseppe Prezzolini (E. Rondena), p. 973 - Disbound and Dispersed: The Leaf Book Considered (E. Sandal) - H. Minczeles, Une histoire des Juifs de Pologne. Religion, culture, politique (J.W. Wos) - C. Marazzini, Le fiabe (C. Milani) - La potenza della parola. Destinatari, funzioni, bersagli a c. di S. Beta (C. Milani) - Educazione linguistica e educazione letteraria. Intersezioni e interazioni, a c. di C. Lavinio (C. Milani) - Acquisizione e mutamento di categorie linguistiche, a c. di L. Costamagna - S. Giannini (C. Milani) - Itinerari linguistici alpini, a c. di M. Pfister - G. Antonioli (C. Milani) - Italia linguistica: discorsi di scritto e parlato. Nuovi studi di Linguistica italiana per Giovanni Nencioni, a c. di M. Biffi, O. Calabrese, L. Salibra (C. Milani) - R. Bombi, La linguistica del contatto. Tipologie d’anglicismi nell’italiano contemporaneo e riflessi metalinguistici (C. Milani) - D. Crystal, La rivoluzione delle lingue, trad. it. di B. Fiorino (C. Milani) - L. Ceci, Lezioni di linguistica generale, a c. di T. De Mauro - F.M. Dovetto (C. Milani) - T. De Mauro, Parole di giorni lontani (C. Milani) - H.W. Haller, Tra Napoli e New York (C. Milani) - The History of English and the Dynamics of Power, a c. di E. Barisone, M.L. Maggioni, P. Tornaghi (C. Milani) - R. Bombi, L’e-learning e la sua lingua speciale (P. Pontani)
Sabato 16 dicembre presentazione di "Le fiabe non raccontano favole" di Silvano Petrosino a Verona: diventare donna attraverso Cappuccetto Rosso, Biancaneve e Cenerentola.
Un estratto dal libro "Si destano gli angeli" di Tomáš Halík, per confortare, incoraggiare e ispirare “chi è ancora in cerca di altro” in questi tempi difficili.
Il magazzino Vita e Pensiero resterà chiuso per le festività dal 24 dicembre. Prima della chiusura sarà possibile spedire i volumi ordinati entro la mattina del 19 dicembre. Le spedizioni riprenderanno regolarmente l'8 gennaio 2024. Puoi acquistare e scaricare articoli digitali e ebook in ogni momento, anche durante la chiusura. BUONE FESTE!