Il ruolo determinante assunto dalle piccole e medie imprese nel contesto economico
nazionale e, in particolare, dalle imprese artigiane, è un fattore ormai universalmente riconosciuto come elemento non transitorio del modello produttivo italiano. Nonostante questo
dato di realtà, si registra lo scarso interesse con cui questo fenomeno è stato studiato
dalla storiografia economica e sociale sull’età contemporanea. In questo saggio si presentano
i risultati di un lavoro di ricerca che vuole concorrere a sanare tale deficit: si propone
un’indagine storica sull’artigianato in età contemporanea. Questa tematica viene sviluppata
approfondendo un aspetto particolare, l’esperienza associativa del comparto artigiano in
un’area territoriale definita. La vicenda indagata viene presentata come un case-study paradigmatico di concreto funzionamento di un sistema pluralistico di rappresentanza. La storia dell’associazionismo artigiano nella realtà piacentina diviene infatti l’occasione per valutare il concreto operare di un modello di sussidiarietà della rappresentanza, nelle sue relazioni con il mercato, la politica, le istituzioni locali, i diversi interessi territoriali, siano essi concorrenti, conflittuali o convergenti.
Piacenza craft associationism (1945-1980)
The decisive role played by small and medium enterprises in the Italian economic system
and, particularly, by craft enterprises, is a fact universally acknowledged as a structural
characteristic of the Italian model of industrial development. Nevertheless, it remains an
understudied phenomenon in the social and economic historiography of the 19th and
20th centuries. This paper aims to partly fill this gap by presenting results from a research
on the craft sector in the contemporary age – and specifically by analizing the case of craftmen’s associations in a definite territory. By reconstructing the history of artisan associationism in Piacenza it is possible to see the real working of a pluralistic system of representation through its relationships to market, to politics, to the local institutions and to the various territorial interests, whether competing, or conflicting, or convergent.
Grazie alla ripresa dei documenti conservati nell’archivio privato di monsignor Felice
Masperi, viene ricostruita l’azione pastorale e sociale posta in essere da questo dinamico
parroco della diocesi di Vigevano. Nato nel 1907 nella storica cittadina della Lombardia
occidentale e morto nel 1979, monsignor Masperi è stato per molti anni anche l’assistente
diocesano degli Uomini di Azione cattolica. La vicenda sacerdotale di questa figura autorevole
della Chiesa vigevanese è emblematica dell’attività pastorale svolta da molti ecclesiastici
impegnati nella cura d’anime nei decenni centrali del XX secolo.
From war to conciliar reforms: the life of monsignor Felice Masperi (1907-1979), a dynamic
priest of the Vigevano diocese This essay reconstructs the pastoral and social activity of monsignor Felice Masperi – a dynamic priest of the Vigevano diocese – as described in the papers of his personal archive. Monsignor Masperi was born in that historic city of Western Lombardy in 1907 and died in 1979; he was for many years diocesan assistant to the Men of Catholic Action. The priestly vocation of this influential man in the Church of Vigevano is representative of the pastoral activity carried out by many priests which devoted themselves to the care of souls in the middle decades of the 20th century.
Il progetto dell’«Archivio» è nato nel contesto delle iniziative avviate da Mario
Romani direttore dell’ISA, Istituto sociale ambrosiano (1950-1955) e concretizzato nella
sede dell’Università cattolica del Sacro Cuore (1961). Romani ne ha impostato l’attività in
più direzioni di lavoro, da quello specificatamente archivistico alla pubblicazione di ricerche,
in particolare del «Bollettino», fino all’organizzazione di incontri di studio. Dopo la sua morte improvvisa (26 marzo 1975), a proseguire nelle attività intraprese è stato Sergio Zaninelli, (1975-2008), impegnato specialmente a promuovere lo sviluppo dell’attività di ricerca attorno alle vicende delle molteplici esperienze storiche del movimento cattolico. Sono state sviluppate indagini sulla cultura sociale dei cattolici presenti nelle istituzioni, sia nazionali che locali, e sulle esperienze poste in essere in campo economico e sociale, dalle cooperative, alle associazioni di carattere mutualistico, ai sindacati dei lavoratori.
A «well-conceived, delicate, lengthy and difficult work». The Archive for the History of the
Catholic Social Movement in Italy «Mario Romani» (1961-2008)
The project of creating an archive originated during Mario Romani’s directorship of the Ambrosian Social Institute (1950-1955) and it was put into practice later on at the Catholic University of the Sacred Heart in Milan (1961). Romani planned the Archive’s activities as covering a range of themes, from the archival work to the publication of researches (chiefly in the «Bulletin») and the organisation of academic workshops. After Romani’s sudden death on 26th March 1975, Sergio Zaninelli continued the Archive’s activities until 2008, especially by promoting researches on the historical experiences of the Catholic movement. Particularly noteworthy were the studies on the presence of the Catholics in the legal institutions – both national and local – and in the social and economic field – through the cooperatives, the mutual aid associations, the trade.
Il 13 giugno a Roma si parla di "Sud. Il capitale che serve" di Borgomeo con Quagliarello, Francesco Profumo, Graziano Delrio, Nicola Rossi e Raffaele Fitto.