M. Bocci, «La Chiesa in quanto tale». Il Concilio indiviso, da Gioventù Studentesca a Comunione e Liberazione
Il saggio analizza il rapporto di Gioventù Studentesca, poi Comunione e Liberazione, con il Concilio Vaticano II, tenendo conto delle prime acquisizioni storiografiche sull’argomento
verificate però con un’attenta indagine delle fonti documentarie disponibili, per individuare i luoghi genetici più significativi del confronto che questo movimento ha sviluppato con il Concilio e le tematiche che hanno segnato la recezione, per certi versi creativa, operata da GS/CL. Sono individuate alcune fasi di tale recezione, che in parte anticipa e poi accoglie e assimila il lascito conciliare, accentuandone aspetti consonanti con il carisma del movimento, a sua volta segnato dai cambiamenti post-conciliari. La particolarità di questa recezione si coglie nell’attenzione a non perdere di vista i nuclei portanti dell’evento conciliare e nella presa di distanza da letture del Vaticano II che hanno evidenziato solo alcuni aspetti del suo insegnamento, con il pericolo – per CL – di produrre
interpretazioni non attendibili e non condivisibili.
M. Bocci, «Church as such». The undivided Council, from Student Youth to Communion and Liberation
In this essay the Author analyses the relationship between Gioventù Studentesca (literally
Student Youth) – later known as Communion and Liberation – and the Second Vatican
Council. The first historiographical contributions available on the subject have been taken into consideration – after a careful check of their documentary sources – in order to find out the beginnings of the dialogue that this movement was able to establish with the Council, and to point out the main themes of SY/CL’s creative reception. This reception – which can be divided into various phases – anticipates, in a sense, the legacy of the Council; in a second moment the movement accepted and assimilated it, emphasizing the aspects which were more consistent with its charisma – and despite the consequences on it of the post-conciliar changes. The peculiarity of this reception is evident in the effort not to lose sight of the Council’s fundamental values and in the movement’s distancing from restictive interpretations of the Second Vatican Council, which - according to CL – would bring to unreliable and unacceptable conclusions.
M. Casella, Documenti sulle ‘missioni religioso-sociali’ dell’Azione Cattolica Italiana (1950-1959) (Prima parte)
Con questo articolo si avvia la pubblicazione di una serie di documenti conservati nell’Archivio dell’Azione Cattolica Italiana. Si tratta di un materiale di sicuro interesse, che, da un lato, getta luce sulla difficile situazione religiosa e sociale dell’Italia degli anni Cinquanta del XX secolo e, dall’altro, aiuta a capire che cosa era l’Azione Cattolica di quegli
anni e quali erano gli obiettivi che si prefiggeva. In questo primo saggio Mario Casella dà conto del vasto programma di apostolato religioso e sociale posto in essere dall’AC per rispondere alle sollecitazioni che venivano direttamente dal Pontefice. Il contributo è accompagnato
dalla pubblicazione della relazione finale del ‘Piano Calabria’, attuato dall’AC tra il novembre 1950 ed il maggio 1951.
M. Casella, Documents on the ‘social-religious missions’ of Italian Catholic Action (1950-1959) (Part one)
Starting from this issue, we will publish a number of documents from the Italian Catholic Action Archives. These are documents of great historical value, which can – on the one hand – cast light on the difficult Italian social and religious situation in the Fifties and, on the other hand, help to understand what Catholic Action was in those years and which were its objectives. In his essay, Mario Casella relates the great apostolic activity carried out by Catholic Action in response to the express wish of the Pope. In addition to the article, we publish the final report of the so-called ‘Calabria Plan’, carried out by Catholic Action between November 1950 and May 1951.
N. Martinelli, Una «questione marginale»? L’epopea del brevetto dei farmaci in Italia
Questo lavoro si propone di indagare il complesso iter che ha portato nel 1978 all’introduzione
nell’ordinamento italiano della brevettabilità dei medicamenti. Elemento comune
di tutto il secondo dopoguerra è il continuo intrecciarsi del piano giurisprudenziale e di quello legislativo e la difficoltà del legislatore di giungere ad una sintesi condivisa. Per ricercare le motivazioni di questa difficoltà il saggio indaga l’evoluzione delle posizioni delle associazioni di categoria e i nodi ideologici che influenzano le posizioni dei maggiori partiti dell’arco costituzionale. Un’analisi dei cambiamenti intervenuti nel dopoguerra nella struttura
del settore mostra come la vicenda della tutela brevettale dei medicamenti, centrale nel dibattito delle associazioni di categoria, in realtà non possa essere considerata la causa prima dei fenomeni di concentrazione aziendale in corso.
N. Martinelli, A «side issue»? The epic history of medicine patents in Italy
In his essay, the Author reconstructs the complex passage into Italian legislation of a bill on the patentability of drugs, which became law only in 1978. A constant characteristic
of the post WWII period was indeed the close intertwining – on the subject – of legislative and jurisprudential fields; as a consequence, it was difficult for the legislator to come to a convincing synthesis of the two viewpoints. In order to get to the root of this involved situation, the Author takes into consideration the changes in the attitude of the trade associations and the ideological questions which influenced the choices of the major parties in Italian Parliament. An analysis of the post-war changes in the structure of Italian pharmaceutical sector shows how patent protection of drugs – a central issue in the debate within trade associations – actually cannot be considered the cause of the ongoing process of industrial concentration.
Il 13 giugno a Roma si parla di "Sud. Il capitale che serve" di Borgomeo con Quagliarello, Francesco Profumo, Graziano Delrio, Nicola Rossi e Raffaele Fitto.