This issue analyzes the gradual spread of various models of commercial TV throughout the decades in different nations across Europe. A process that “moves at different speeds” in the different countries and nonetheless has similar powerful outcomes, enlarging the TV market and opening it up to both local and global influences, ranging from programming to acquisition, from scheduling to the means of advertising, and from freedom of speech and representation to a possible impoverishment of public debate as a consequence of this larger “mediatization”.
SUMMARY
This article highlights a forgotten episode of European television history: the short yet interesting life of the first commercial television station in Europe called “Tele-Saar”, operating at the French-German borders of the Saar region between December 1953 and July 1958. Financed by French capital and equipped with French technology, Tele-Saar can be analyzed as a speaking example of French post-war techno-politics, demonstrating the close links between political interests, economic strategies and technological ambitions. The specific political context of the Saar region which remained under French protectorate until 1955 makes the story of Tele-Saar a unique example of early transnational television broadcasting in Europe. The article offers a thick description of the main actors involved in the planning and running of the station and analyzes the strategic political and economic motives that stood behind both the installation of the station by the French authorities and its closing due to the return of the Saarland to West Germany in 1957.
RIASSUNTO
Il saggio sottolinea un episodio dimenticato della storia della televisione europea: la vita breve ma interessante della prima stazione televisiva commerciale in Europa, chiamata “Tele-Saar”, operante al confine franco-tedesco della regione della Saar tra dicembre 1953 e luglio 1958. Finanziata da capitali e provvista di tecnologie francesi, Tele-Saar può essere analizzata come un esempio della tecno-politica francese nel dopoguerra, dimostrando i forti legami tra interessi politici, strategie economiche e ambizioni tecnologiche. Il contesto politico specifico della regione, rimasta sotto il protettorato francese fino al 1955, rende la storia di Tele-Saar un esempio unico di primo broadcasting transnazionale in Europa. Il saggio offre una descrizione accurata dei principali attori coinvolti nella progettazione e nello sviluppo della stazione e analizza i motivi strategici politici ed economici dietro sia l’installazione della stazione da parte delle autorità francesi, sia la sua chiusura dopo il ritorno della Saar alla Germania Ovest nel 1957.
SUMMARY
In the Netherlands the rise and growth of television in the 1950s was the result of a public debate in which three parties were leading; the state (government), the existing broadcasting companies, and the industry, which at the time meant the radio and television industry (Philips). One important issue that appeared in the public debate was public versus commercial broadcasting in relation to the potential role of television. This paper focuses on early experimental commercial broadcasting (1940s-1950s) in the Netherlands as a site where negotiations were played out. It discusses how commercial parties other then the radio and television industry joined the debate as well as independent individuals and to what extent all parties involved reflected the struggle over post-war modernization in the Netherlands. Drawing on Latour’s theory and discursively analysing the debates and negotiations, this paper aims to shed light on the different roles of the actors involved, the historical dynamics that shaped television broadcasting in the Netherlands and how eventually commercial forces that favored television as a cultural space were pushed back in favor of restorative powers. This paper also points to the commonalities in historical debates on commercial TV in Europe and to the unique character of Dutch television alike.
RIASSUNTO
In Olanda, la nascita e la crescita della televisione negli anni Cinquanta è stata il risultato di un dibattito pubblico guidato da tre attori: lo Stato (Governo), le società di broadcasting già esistenti e l’industria, che al tempo coincideva con l’industria radio-televisiva Philips. L’opposizione tra broadcasting pubblico e commerciale, in relazione all’importante ruolo della TV, è stata un importante tema di dibattito pubblico. Il saggio si concentra sul primo broadcasting commerciale sperimentale (1940-50) in Olanda inteso come uno spazio di negoziazione, spiegando come il dibattito ha visto la partecipazione sia di altri attori commerciali, oltre all’industria televisiva, come di singoli individui indipendenti, e fino a che punto tutti gli attori coinvolti rispecchiavano le lotte del Paese legate alla modernizzazione nel dopoguerra. Partendo dalle teorie di Latour e analizzando discorsivamente i dibattiti e le negoziazioni, questo intervento cerca di illuminare i ruoli giocati dai personaggi coinvolti, le dinamiche storiche che hanno dato forma al broadcasting televisivo in Olanda, e il modo in cui le forze commerciali che interpretavano la TV come spazio culturale siano state respinte da poteri conservatori. Il saggio sottolinea inoltre gli elementi di comunanza nei dibattiti sulla TV commerciale in Europa, così come i caratteri unici della TV olandese.
SUMMARY
Discussions of the emergence of ITV in the UK have largely focused on the national significance of commercial broadcasting. The regional franchise model of the ITV network – and its relation to identity – has been explored but the prevailing discourse has tended towards analysis of the national social and institutional context. However, one of the most interesting presumptions at the time of the 1954 Television Act (and, by association, subsequent historical accounts) is that the regional franchises had a pre-existing, homogenous identity. This article questions that presumption, using Southern Television as a case study. Through an analysis of selected documents from the company’s archive, including maps, marketing and memos, this article shows that Southern was engaged in a process of assessing, evaluating and characterising the South and South East region that it was bound to represent. This analysis reveals that the company were ultimately unable to reconcile the wide geographical area and diverse demographics of its region, and suggests that the company had to use other means to prove to the Independent Television Authority (ITA) that it was adhering to the regional agenda peculiar to the ITV network. As part of a larger extended study of Southern Television and it’s regional identity, this article establishes the local context of the company’s franchise within the national structures of the ITV network.
RIASSUNTO
Le discussioni sulla nascita di ITV in Gran Bretagna si sono in gran parte concentrate sul significato nazionale del broadcasting commerciale. Il modello di franchise regionale del network ITV – e la sua relazione con le varie identità – è stato esplorato, ma le analisi prevalenti si sono dedicate al contesto sociale e istituzionale nazionale. In ogni caso, una delle presupposizioni ai tempi del Television Act del 1954 (e, per associazione, dei resoconti storici seguenti) è che i franchise regionali avessero una pre-esistente identità omogenea. Il saggio mette in discussione questo assunto, usando come caso la Southern Television. Mediante un’analisi di documenti selezionati nell’archivio dell’impresa, tra cui mappe, documenti di marketing e annotazioni, il saggio mostra che la tv fu coinvolta in un processo di definizione, valutazione e caratterizzazione della regione del Sud e Sud-Est che doveva rappresentare. L’analisi svela che la televisione non è stata capace di conciliare l’estesa area geografica e i vari pubblici della sua regione, e suggerisce che dovette ricorrere ad altri mezzi per dimostrare alla Independent Television Authority (ITA) che stava comunque perseguendo l’agenda regionale tipica di ITV. Parte di uno studio più ampio sulla Southern Television e sulla sua identità regionale, il contributo fissa il contesto locale del franchise dell’azienda televisiva entro le strutture nazionali del network ITV.
SUMMARY
The article examines the historical variations of hybrid models of broadcasting by focusing on three Finnish television companies, TES-TV/Tesvisio (1956-1964), Mainos-TV/MTV (1958-) and Kolmostelevisio (1987-1992). The significance of the temporal and social context of broadcasting is emphasised in the analysis, suggesting that the development of broadcasting reflects closely the national context, i.e. the specific political, cultural, social and economic setting that explains policies taken and organizations built. A conclusion is that, unlike other Nordic countries, Finland applied a strategy of consolidation through balancing in expanding its television sector.
RIASSUNTO
Il saggio esamina le variazioni storiche nei modelli ibridi di broadcasting, concentrandosi su tre aziende televisive finlandesi: TES-TV/Tesvisio (1956-1964), Mainos-TV/MTV (1958-) e Kolmostelevisio (1987-1992). L’analisi mette in rilievo l’importanza del contesto temporale e sociale per il broadcasting, facendo emergere come lo sviluppo televisivo segua da vicino il panorama nazionale: l’ambiente politico, culturale, sociale ed economico spiega le scelte intraprese e lo sviluppo delle organizzazioni. Diversamente da altri Paesi nordici, la Finlandia ha applicato, nell’espansione del suo settore televisivo, una strategia di consolidamento attraverso l’equilibrio.
RIASSUNTO Nell’articolo si mettono in evidenza alcuni avvenimenti che hanno preparato il terreno al fenomeno delle televisioni commerciali in Italia e che sono utili a capirne alcune caratteristiche. Il primo aspetto trattato riguarda una stagione di fermenti sociali, contestazioni e lotte che ha formato una cultura diffusa della comunicazione locale, di base, autogestita. C’è stato poi un cambiamento istituzionale con la creazione delle Regioni, che ha generato una spinta in favore del decentramento televisivo e della produzione locale e sociale di informazioni. Le opportunità offerte da nuove tecnologie di comunicazione come i videoregistratori portatili e la tv via cavo hanno facilitato la produzione diretta di contenuti televisivi su scala locale. Infine le trasformazioni nella distribuzione dei beni di largo consumo e la crescita delle grandi superfici commerciali ha provocato una crescita della domanda di spazi pubblicitari che ha alimentato direttamente l’espansione delle tv commerciali.
SUMMARY The essay highlights some circumstances that have set the grounds for commercial TV in Italy, useful to understand some of its characteristics. The first aspect is the season of social turmoil, contestation and fights that formed a diffused culture of local and grassroots communication. Another is the institutional change that happened with creation of regions, which created a push towards TV decentralization and local production of information. The opportunities offered by the new communication technologies, such as portable video recorders and cable TV, facilitated the direct production of TV content on a local basis. Lastly, the transformation in the distribution of consumer goods and the growth of big hypermarkets have increased the demand of advertising spaces, that directly alimented the expansion of commercial TV.
SUMMARY The article examines the making of a new kind of television in Italy between 1971 and 1980, the so-called “free” television, and the connection between its growth and the transformation of Italian society in 70’s, particularly the so-called “riflusso”. More specifically, the article analyses that early period in which local televisions set against Rai and promote themselves as the “real” public service. The “free televisions”, in fact, thought that their proximity to local communities would allow to represent themselves better than Rai. In a short time, however, commercial reasons replaced that idea and local televisions changed from “free” to “private”.
RIASSUNTO Il saggio esamina la creazione di un nuovo tipo di televisione in Italia tra il 1971 e il 1980, la cosiddetta “televisione libera”, e il legame tra la sua crescita e le trasformazioni della società italiana negli anni Settanta, con particolare riferimento al cosiddetto “riflusso”. Più nel dettaglio, il contributo analizza quel primo periodo in cui le tv locali iniziarono a contrastare la Rai e a promuoversi come il “vero” servizio pubblico. Le “tv libere”, infatti, erano convinte che la loro vicinanza alle comunità locali permettesse loro di rappresentarle meglio della Rai. In breve tempo, però, le ragioni commerciali sostituirono quest’idea e le televisioni da “libere” diventarono “private”.
SUMMARY During the Eighties, commercial television has been a driver of deep innovation into the Italian media system, mainly thanks to the complex figure of media entrepreneur (and then tycoon) Silvio Berlusconi. However, a closer analysis show how, after a short “rupture phase” necessary to enter a new market and conquer the TV audience, with originality and a strong conflict with PSB, often the new Fininvest commercial channels started to more easily adapt to their competition’s common routines, thus becoming a conservative force using its new power to reinforce the system’s stability. The essay shows, following the case histories of commercial TV news, scheduling and financing, how this dynamics of innovation and conservation have been carefully implemented and defended since the beginning of Silvio Berlusconi’s media activity.
RIASSUNTO Negli anni Ottanta, la tv commerciale è stata un elemento di profonda innovazione nel sistema dei media italiano, principalmente grazie alla complessa figura dell’imprenditore (e poi media tycoon) Silvio Berlusconi. Una più attenta analisi, però, mostra come, dopo una breve fase “di rottura” necessaria a entrare in un nuovo mercato e a conquistare l’audience televisiva, con elementi di originalità e un forte conflitto con il servizio pubblico, spesso i nuovi canali commerciali Fininvest cominciarono ad adattarsi in modo più piano alle routine più comuni dei loro competitor, diventando una forza conservatrice che usa il suo nuovo potere per rafforzare la stabilità del sistema. Il saggio mostra, seguendo i casi di studio dell’informazione televisiva commerciale, della programmazione e delle forme di finanziamento, come questa dinamica di innovazione e conservazione è stata attentamente perseguita e difesa fin dalle prime battute delle attività di Silvio Berlusconi.
SUMMARY TV series Dallas is a perfect example to properly understand the rise of private commercial networks in Italy. While, during the decades of Rai monopoly, the TV schedule was mostly steady and static and US TV series were considered a minor genre, with commercial TV the situation changed. Dallas was underrated, unappreciated and then discarded after a couple of broadcasts by the public service broadcaster Rai. Therefore, newborn Canale 5 channel seized the opportunity and made it successful, both scooping the competition of other networks and defeating the public service. The essay intends to analyse the scheduling for Dallas in Italy during the first years of its broadcasting (1981-1984), showing its ups and downs, and describing the peculiar way the private network capitalised on its paratexts. The aim of the paper is to retrace the innovation that Dallas brought into the Italian television industry, with the implementation of modern strategies of TV scheduling such as counter programming and stacking.
RIASSUNTO La serie televisiva Dallas è un caso emblematico per capire al meglio lo sviluppo dei network commerciali privati in Italia. Mentre, durante i decenni di monopolio Rai, il palinsesto televisivo era principalmente statico e immutabile e i telefilm americani venivano considerati un genere minore, con la tv commerciale la situazione è mutata. Dallas è stato sottovalutato, incompreso e poi scartato dopo poche messe in onda dal servizio pubblico della Rai. Una Canale 5 appena nata sfruttò l’opportunità e lo rese un titolo di grande successo, usandolo sia per sconfiggere la concorrenza di altri network privati sia per battere il servizio pubblico. Il saggio analizza la programmazione di Dallas in Italia nei primi cinque anni della sua messa in onda (1981-1985), ripercorrendone successi e fallimenti, e descrivendo il particolare modo in cui il network privato riuscì a sfruttare anche i suoi paratesti. Scopo del saggio è rintracciare gli elementi di innovazione portati da Dallas nell’industria tv italiana, con lo sviluppo di moderne strategie di costruzione del palinsesto come la contro-programmazione e il trascinamento orizzontale.
SUMMARY
With the fall of Berlin Wall and the end of communist regimes in 1989, some Eastern European countries began the transition towards democracy. Thus, media system gradually detached from the statist model typical of totalitarian regimes to approach liberalization and commercialization, albeit in different ways in each country. This article tries to catch the changes occurred in media systems of two countries such as Albania and Poland, in order to highlight the variety of media transformation in that area. The aim of the work is to trace the origins of the process that untied the media (especially television) from state monopoly; while in Albania deregulation of the sector favoured proliferation of private television channels, often broadcasting in small areas, in Poland pluralism and liberalization clashed with the traditional primacy of public service.
RIASSUNTO
Con la caduta del muro di Berlino e la fine dei regimi comunisti nel 1989, alcuni Paesi dell’Europa dell’Est cominciarono la transizione verso la democrazia. Pertanto, il loro sistema dei media si è gradualmente emancipato dal modello statalista tipico dei regimi totalitari, affrontando forme di liberalizzazione e commercializzazione, sia pure secondo modalità differenti per ogni Paese. Questo saggio descrive i cambiamenti nei sistemi mediali di due Paesi come l’Albania e la Polonia, per mettere in evidenza la varietà di trasformazioni mediali avvenute in quell’area. Scopo del lavoro è tracciare le origini del processo che ha slegato i media, e la televisione in particolare, dal monopolio statale. Se in Albania la deregolamentazione ha favorito una proliferazione di canali televisivi privati, che trasmettono spesso solo su aree limitate, in Polonia il pluralismo e la liberalizzazione si sono dovuti scontrare con la tradizionale supremazia della televisione di servizio pubblico.
SUMMARY
Media market analysts and researchers consider that private initiative in the Romanian television industry took form after 1992, when the new Audio-Visual Law allowed private agencies to apply for licenses from the Ministry of Communication. And even more, they consider that the real phase of commercial television begin after 1994/5, after PRO TV channel started broadcasting. However, commercialization must be regarded as a process that’s why it’s very important to get to know the premise and the context in which took place the entrance of private actors into the Romanian TV national market. In this respect, the establishment and the activity of the Society for the Organization of an Independent Television (SOTI), including the emergence of SOTI TV in December 1991, was a time reference for the development of post-communist commercial media in Romania. The main objective of this study is to analyze the context and consequences of this experience: SOTI was the civic initiative that forced indirectly the Romanian Government to give up the state monopoly and to give legal existence to commercial broadcasters.
RIASSUNTO
Analisti mediali e ricercatori ritengono che l’iniziativa privata nella televisione rumena prese forma a partire dal 1992, quando la nuova legge sull’audiovisivo rese possibile ad agenzie private di richiedere le licenze al Ministero delle Comunicazioni. Ancora di più, considerano che la fase reale di tv commerciale ebbe inizio dopo il 1994-95, quando il canale PRO TV iniziò le sue trasmissioni. La commercializzazione va intesa come un processo, ed è molto importante conoscere le premesse e il contesto in cui si svolse l’entrata di attori privati nella tv romena. Da questo punto di vista, l’attività della Society for the Organization of an Independent Television (SOTI), compresa la nascita nel dicembre 1991 di SOTI TV, è un momento importante per lo sviluppo di media commerciali post-comunisti in Romania. L’obiettivo primario di questo lavoro è l’analisi del contesto e delle conseguenze di questa esperienza: SOTI è stata l’iniziativa civica che ha indirettamente forzato il Governo
rumeno ad abbandonare il monopolio di Stato e rendere legali i broadcaster commerciali.
SUMMARY
Over time, commercial television has become widespread throughout Europe with implications on the market’s features and structure, and on audiences. Switzerland is a peculiar case, where the national television landscape has not undergone a process of commercialization even though there are several commercial
players operating in the market (mainly originally from neighbouring countries). In order to deepen an understanding of the role of Swiss commercial broadcasters and the reasons for their marginality, this paper will present the Swiss television market and discuss Swiss media policy and regulation. It will also highlight the consequences of “non-commercialization” and the implications for other television operators in Switzerland, in particular for the public service broadcaster.
RIASSUNTO
Nel tempo, la televisione commerciale si è diffusa in tutta Europa, con implicazioni sia sulle caratteristiche e sulla struttura del mercato, sia sugli spettatori. La Svizzera è un caso particolare, in cui il paesaggio televisivo nazionale non è passato attraverso un processo di commercializzazione, anche se sono presenti numerosi operatori commerciali che operano nel mercato (in prevalenza, originari di Paesi confinanti). Per approfondire la comprensione del ruolo dei broadcaster commerciali svizzeri e discutere le ragioni di questa marginalità, il saggio presenta il mercato televisivo svizzero e discute le politiche mediali e la regolamentazione del paese. Il lavoro sottolinea inoltre le conseguenze della mancata commercializzazione e le implicazioni per gli altri operatori televisivi svizzeri, e in particolare per il servizio pubblico televisivo.
RIASSUNTO Negli ultimi due decenni un numero crescente di amministrazioni locali ha iniziato a considerare il cinema come un settore produttivo “utile” in grado di fungere da volano di sviluppo economico. Ciò ha portato molte di esse a investire denaro in una serie di politiche film-friendly (film commission, film fund, incentivi fiscali, studi di registrazione) con l’obiettivo di attrarre sempre più riprese sui propri territori e, quindi, di incrementare la produttività locale, dirottare localmente nuovi capitali finanziari, creare occupazione e promuovere i propri paesaggi. Politiche che al contempo consentono alle imprese cinematografiche di risparmiare denaro, usufruire gratuitamente di preziosi servizi, e di sfruttare insolite location per intercettare l’interesse di un più ampio (o specifico) pubblico. Alla luce di queste considerazioni, in prima istanza l’articolo analizza come le imprese cinematografiche e le amministrazioni locali stiano stringendo un’alleanza sempre più solida basata sullo sfruttamento di location cinematografiche. In secondo luogo il testo propone un modello attraverso il quale interpretare il mercato delle location cinematografiche che si sta venendo a creare e che coinvolge sempre più di frequente anche il pubblico.
summary In the last two decades more and more local public administrations realized that cinema could be a “useful” productive sector for the economic development of their regions. Since then they started to invest money in film-friendly policies (film commissions, film funds, tax incentives, studio facilities) with the aim of attracting film shoots and, therefore, increasing the local productivity, attracting financial capitals, creating new employment and promoting their landscapes. These policies allow film companies to save money, to count on helpful free services, and to exploit unusual locations for reaching a wider or specific audience. Starting by these considerations, the paper investigates how film companies and public administrations are forming a tight alliance based on the exploitation of film locations. Finally, it proposes an interpretative model for the film location market, that involves the audience as well.
RIASSUNTO Il saggio svolge un’analisi della categoria di dramma in von Balthasar, soffermandosi sulla struttura drammatica della sua ermeneutica; la ricerca verte pertanto sui concetti di libertà finita e infinita, definendone l’architettura concettuale, la cui origine risale al dibattito cattolico sulla relazione tra natura e grazia. I paradigmi teorici sono la teologia cattolica e la concezione ontologica dinamica di Balthasar. Si afferma così che l’origine della concettualità drammatica dell’autore sia da ravvisare nella dottrina del rapporto tra natura e grazia, elaborata nella monografia dedicata a Karl Barth, ricostruendo la logica di Teodrammatica fino al confronto con il teologo evangelico. La dottrina dell’incontro delle libertà, che ha come fondamento la relazione tra natura e grazia, risveglia nel dibattito teologico contemporaneo il nocciolo intimamente drammatico del cristianesimo. Il saggio non ricostruisce la concettualità drammatica balthasariana a partire dall’antropologia filosofica o teologica, come per lo più avviene, ma esaminandone il radicamento in una cruciale questione teologica, e ha modo di illuminare il rapporto tra Chiesa e teatro non attraverso la ricostruzione storiografica, bensì dal punto di vista della struttura formale, ontologica.
SUMMARY The essay analyzes the category of drama in von Balthasar, in particular the dramatic structure of his hermeneutic; it studies the concepts of finite and infinite freedom, defining their conceptual architecture, which depends on the catholic debate about grace and nature. The paradigms are the catholic doctrine and the dynamic ontology of Balthasar. The origin of his dramatic categories, reconstructing the logic of Theo-Drama, is the doctrine of the relationship between nature and grace, elaborated in the monograph about Karl Barth. The doctrine of the encounter of freedoms, based on the relationship between nature and grace, awakens in the contemporary theological debate the dramatic core of Revelation. The essay does not reconstruct the dramatic conceptuality through philosophical or theological anthropology, but through a crucial theological question; it lights the relationship between Church and theatre following a formal, ontological point of view, avoiding the historiographical reconstruction.
Sabato 16 dicembre presentazione di "Le fiabe non raccontano favole" di Silvano Petrosino a Verona: diventare donna attraverso Cappuccetto Rosso, Biancaneve e Cenerentola.
Mercoledì 6 dicembre a Pesaro presentazione di "Dalla metafisica all'ermeneutica" a cura di Piergiorgio Grassi, volume dedicato al filosofo della religione Italo Mancini.