L’8 dicembre scorso ricorrevano quarant’anni dalla conclusione del Vaticano II. A più riprese la rivista è intervenuta nel 2005 per ‘ricordare’ l’assise conciliare e la sua recezione non ancora compiuta. Don Saverio Xeres (docente di Storia della Chiesa alla Facoltà teologica di Milano e al Seminario di Como) in questo articolo di sintesi ricolloca Il Vaticano II e il suo senso all’interno della sequenza bimillenaria dei concilii ecumenici, per poi sottolinearne la finalità specifica (il rinnovamento della Chiesa per questo tempo). Certo, ci vuole ancora tempo prima che i frutti del Concilio maturino pienamente. Se è vero che «il rinnovamento conciliare non si misura tanto dai cambiamenti di usi e di norme esteriori, quanto nel cambiamento di certe abitudini mentali, di certa inerzia interiore, di certa resistenza al cuore dello spirito veramente cristiano» (Paolo VI), ci attende un cammino non breve, da percorrere con perseveranza e senso di responsabilità.
Don Alberto Carrara, parroco della diocesi di Bergamo, presenta il rito dell’Ordinazione del vescovo dei presbiteri e dei diaconi (1992), analizzandone struttura celebrativa e contenuto teologico. Lo studio centra l’attenzione soprattutto sull’ecclesiologia e sulla figura di presbitero disegnata dal rito, che «mette in scena la Chiesa» in tutte le sue dimensioni e interpreta l’ordinazione, in primo luogo, quale evento di grazia e proclamazione della pura gratuità del dono. Qui anche si fonda la radice possibile di una spiritualità del presbitero: «Per restare davvero il servo disinteressato e gioioso del popolo di Dio, il presbitero dovrebbe tornare, sempre, al giorno dell’imposizione delle mani».
Le riflessioni che seguono si pongono sulla scia dell’intervento di mons. Nicolli, ospitato sul numero di ottobre. Più remotamente però devono la loro origine al disagio, condiviso da molti credenti laici, causato dal linguaggio e dai contenuti di una certa pastorale che sembra aver perso la capacità di interpretare la realtà vissuta dalle famiglie. Alfonso Colzani, licenziato in teologia e sposato, cerca di individuare il motivo profondo della fragilità odierna dell’istituzione matrimoniale per suggerire alcune attenzioni pastorali strategiche che possano efficacemente irrobustire la strumentazione oggi necessaria a vivere il cammino matrimoniale. Il linguaggio schietto e l’originalità della riflessione intendono favorire un rinnovamento delle categorie interpretative e la ripresa di un dibattito oggi forse un po’ sopito.
Queste pagine presentano l’itinerario artistico e spirituale del geniale artista americano William Congdon (1912-1998), in margine a un’interessante mostra tenutasi quest’anno a Milano, Spello e Vicenza, curata dall’estensore di questo articolo. Esso, mantenendo sullo sfondo l’attuale problematica del rapporto fra arte e liturgia, offre una chiave interpretativa di un linguaggio insieme affascinante e complesso, che segna uno dei punti di contatto più profondi del tormentato rapporto fra arte contemporanea e cristianesimo.
Anticipiamo qui la prefazione che don Roberto Vignolo (docente di Esegesi biblica alla Facoltà teologica di Milano e al Seminario di Lodi) ha scritto per il libro di Benoît Standaert, "Il timore di Dio è il suo tesoro" (ed.Vita e Pensiero), che andrà in libreria a gennaio. Il tema del libro è purtroppo trascurato dalla riflessione teologica odierna e più in generale dalla sensibilità delle nostre comunità.Tuttavia il timore di Dio è molto prezioso, perché custodisce l’alterità di Dio, impedendo la tentazione di ridurlo alla nostra misura.
A 150 anni dalla morte di Antonio Rosmini l’attenzione degli studiosi nei suoi confronti fa registrare un crescente interesse, attestato da pubblicazioni e convegni. Abbiamo chiesto a don Vito Nardin, direttore del Bollettino Rosminiano «Charitas» e Rettore del Sacro Monte Calvario di Domodossola, di riproporre alcune note salienti della figura spirituale e sacerdotale del grande studioso. Ne emerge un ritratto di grande attualità, nel quale si intrecciano motivi dalla forte carica provocatoria e note di vera spiritualità sacerdotale ed eucaristica.
Il 13 giugno a Roma si parla di "Sud. Il capitale che serve" di Borgomeo con Quagliarello, Francesco Profumo, Graziano Delrio, Nicola Rossi e Raffaele Fitto.