Padre Martina, noto storico della Chiesa, gesuita, offre in queste pagine una sorta di mappatura degli effetti più significativi del Vaticano II sulla Chiesa italiana. L’intento non è la sintesi di una lettura interpretativa, ma la descrizione di molti aspetti di vitalità che il Concilio ha generato nel nostro Paese, permettendo di «superare più facilmente la crisi» determinata dalla difficile congiuntura epocale. A quarant’anni dall’assise conciliare, questo sguardo a ritroso dovrebbe confermare la nostra speranza nello Spirito che guida il popolo di Dio nella storia.
In queste pagine viene rievocata la figura sempre attuale di Romano Guardini, uno dei più grandi pensatori cattolici del Novecento. Daniele Vinci (giovane laureato dell’Università Cattolica) la ripropone sotto un’angolatura molto significativa, facendo parlare Guardini stesso a proposito delle sue omelie e lezioni. Ne risulta un ritratto suggestivo, una lezione vivente circa il modo con cui disporsi alla predicazione. La cura, il rigore, l’attenzione alla verità, il predisporsi obbediente alla sua manifestazione appaiono, attraverso l’esempio di Guardini, ingredienti indispensabili per prepararsi all’esercizio del ministero della Parola, nelle sue diverse forme.
È sotto gli occhi di tutti il grave deperimento della politica nel nostro Paese. Il fenomeno, di dimensioni trasversali, ha la sua radice in una logica faziosa, incurante di quel riferimento al bene comune (categoria chiave della Dottrina sociale della Chiesa) che trascende le singole parti e che è presupposto indispensabile della convivenza civile e della dialettica politica. La riflessione condotta da Gabrio Forti (docente di Diritto penale e Criminologia all’Università Cattolica di Milano) mette in luce il valore essenziale delle istituzioni e della loro indipendenza, e insieme le insidie a cui esse sono oggi esposte. Sullo sfondo si coglie il rischio di un’invasività totalizzante del potere politico e di una conflittualità patologica che tende a lacerare e logorare il Paese.
Il desiderio di Dio (o più frequentemente la volontà di Dio) è espressione facilmente esposta a fraintendimenti. La sua qualità cristiana non è ovvia. La nota di don Davide D’Alessio (docente di Teologia fondamentale al Seminario di Venegono, Milano) ha il pregio di ricordarcelo attraverso un sapido percorso che dalle prime pagine della Genesi, attraverso Giobbe, giunge ai racconti evangelici. Gesù suggella un’immagine di Dio non come «un Padrone prevaricatore e inaffidabile che toglie la vita», ma come colui che si consegna nelle mani dell’uomo per amore. Solo nel gesto della Croce va compreso che cosa sia la volontà di Dio.
L’articolo della giornalista Silvia Giacomoni propone una lettura al femminile di alcune figure di donne dell’Antico Testamento, evidenziando un modo non abituale,intelligente e acuto, e insieme libero e personale, di avvicinarsi alla Scrittura. L’autrice fa soprattutto parlare i testi di una versione libera e attualizzante dell’Antico Testamento da essa stessa pubblicata l’anno scorso, con notevole successo, presso l’editrice Salani. Il testo riproduce una relazione tenuta al Convegno tenutosi nel febbraio scorso presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca sul «Ruolo delle donne tra religione, politica, libertà di pensiero nelle culture del bacino del Mediterraneo». Gli atti saranno raccolti nel secondo fascicolo dei «Quaderni Nangeroni», che verrà pubblicato alla fine del 2005.
Pubblicata la tesi di Caoduro, sul ruolo della diplomazia sportiva tra Stati Uniti e Cina, vincitrice della sezione Vita e Pensiero del Premio Gemelli.