Una delle questioni più serie che la Chiesa italiana si trova ad affrontare
in questo tempo è la trasmissione della fede alle giovani generazioni,
all’interno del più generale problema dell’educazione. In
questo articolo Goffredo Boselli (monaco di Bose e liturgista)
affronta il problema sotto l’angolatura di una delle risorse più
importanti nell’effettiva trasmissione della fede: la liturgia. All’analisi
della situazione odierna succede la disamina del modo in cui la liturgia
di sempre ha trasmesso la fede, soprattutto attraverso alcune
pratiche celebrative dense di senso. L’intervento si conclude con
alcune indicazioni prospettiche, che privilegiano il profilo contemplativo
della liturgia: «La liturgia di domani sembra esigere che ciascun
cristiano sia posto nelle condizioni di acquisire il valore dell’interiorizzazione
del contenuto della liturgia, unita alla riscoperta
di un’atmosfera più orante. Questo è uno dei presupposti essenziali,
certo non unico ma fondamentale, affinché la liturgia possa continuare
a essere luogo di trasmissione della fede».
In occasione del recente incontro diocesano tenutosi a Desio (Mi -
lano), mons. Franco Giulio Brambilla (preside della Facoltà teologica
di Milano) ha proposto una riflessione volta a ricomprendere e rilanciare
l’identità dell’Azione Cattolica per il prossimo futuro, in sintonia
con gli orientamenti offerti dal Convegno ecclesiale di Verona.
Pubblichiamo qui gran parte della relazione, che in forza della sua
caratura costituisce occasione di confronto per l’intera associazione.
L’intervento prende quali riferimenti «tre tratti» da sempre caratterizzanti
l’Azione Cattolica: lo stile della vita cristiana, la collocazione
nella Chiesa locale, la dedizione ai cammini della pastorale ordinaria.
Nel profilo ‘formativo’ disegnato da questi tre elementi va quindi
ricercata la ‘vocazione’ territoriale dell’Azione Cattolica, che ne fa il
«sistema arterioso e nervoso, la massa muscolare del corpo della
Chiesa locale, il tessuto vivo e vitale del laicato e per il laicato».
L’esperienza orante, specie se individuale, non gode di grande attenzione
in questi tempi segnati da un indubbio primato dell’esteriorità.
Eppure la tradizione biblica e cristiana in molti modi ci ricorda la
necessità di pregare per vivere. «Ogni respiro loderà il Signore!»
(Sal 150,6): il versetto conclusivo del salterio «ci consegna una prospettiva
realistica della nostra vita di fede, al tempo stesso una via
davvero “regale” e una forma purissima di preghiera, così da riscoprire
attraverso la testimonianza dei Padri del deserto [...] lo slancio
intenso e composto di una vita creaturale, filiale e fraterna».
Così don Roberto Vignolo, docente di Esegesi e Teologia biblica alla
Facoltà teologica di Milano, sintetizza il senso di questo suo prezioso
intervento, utile nel ricordare i tesori della preghiera cristiana,
generoso nell’offrire motivi e materia per chi volesse avventurarsi
nella riscoperta dell’antica preghiera dei Padri del deserto.
È consuetudine della nostra Rivista ospitare contributi che aiutino a
leggere la situazione del cristianesimo nelle nostre società occidentali
e la sua possibile evoluzione. La riflessione del prof. Diotallevi,
docente di sociologia presso l’Università di Roma Tre, si pone in
questa linea: assumendo e facendo operare con destrezza gli strumenti
ermeneutici che la sociologia ha sviluppato in questi ultimi
tempi, il suo contributo tenta un’analisi e un’interpretazione delle
originalità che il fenomeno religioso assume nel nostro Paese rispetto
alle altre nazioni europee, spingendo a ipotizzare l’esistenza al
riguardo di un ‘caso italiano’. Talvolta l’acutezza delle argomentazioni
permette all’autore posizioni e punti di vista innovativi rispetto
all’opinione comune: ospitiamo volentieri questa nuova posizione
perché capace di far sorgere in noi più di una domanda, e di stimolare
tutta una serie di questioni con cui la riflessione ecclesiale e la
teologia non possono non confrontarsi.
È sempre più ricorrente nelle comunità parrocchiali la presenza di
persone che si trovano a vivere situazioni matrimoniali ‘irregolari’.
Per questo pensiamo di fare cosa gradita proponendo la riflessione
di mons. Eugenio Zanetti, patrono stabile del Tribunale Ecclesiastico
Regionale Lombardo e addetto alla Cancelleria per le questioni
matrimoniali della diocesi di Bergamo. Il suo intervento privilegia il
taglio pastorale e offre una ricca serie di riflessioni utili a comprendere
e approfondire alcuni temi chiave relativi ai vissuti e alle
scelte di chi vive la rottura del legame matrimoniale. Questo primo
profilo è poi accompagnato dall’approfondimento degli atteggiamenti
e dei valori che chi opera pastoralmente nella Chiesa, condividendo
le sofferenze e le speranze di questi fratelli, è chiamato a
sostenere.
Mercoledì 29 novembre, presentazione del libro “La scienza del divino nel Περὶ κόσμου ps.-aristotelico” di Selene I.S. Brumana all’Università di Macerata.