L’articolo di don Franco Manzi, docente di Esegesi biblica alla Facoltà teologica di Milano, prende spunto da un passo della Seconda lettera ai Corinti, dove Paolo parla di una ‘spina’ data alla sua carne perché non montasse in superbia. Risulta diffi cile identifi care con esattezza cosa fosse tale ‘spina’. Ma dal contesto è chiaro che essa era lo strumento perché l’Apostolo comprendesse che «basta la grazia del Signore», che la potenza di Dio si realizza attraverso la debolezza del discepolo e della comunità cristiana. Non è retorica, questa. Al contrario, è la questione decisiva su cui sta o cade la missione della Chiesa. Se per evangelizzare ci si affi da a mezzi potenti o alle proprie capacità, si fi nisce col disconoscere agli occhi degli uomini che la salvezza viene da Dio, è un tesoro che portiamo in vasi di creta. Affidarsi a questa consapevolezza fa la differenza nel lavoro pastorale: evita all’apostolo la logorante ansia per la propria prestazione e lascia spazio al misterioso dispiegarsi della potenza amorevole di Dio nella storia degli uomini.
L’attuale generazione di ‘giovani’ è sovente oggetto di lapidari giudizi, che alternativamente ne giustificano o stigmatizzano marginalità e inedia. L’interessante e provocatorio studio di don Armando Matteo, docente di Teologia fondamentale presso la Pontifi cia Università Urbaniana, cerca di approfondire l’analisi disponendola sullo sfondo delle specifi che diffi coltà che l’attuale generazione adulta incontra nel trasmettere una sapienza a proposito della vita e, più radicalmente, nel riconoscere la necessità del proprio tramonto. Di fronte a un mondo sempre occupato da ‘vecchi’ i giovani hanno appreso un «agire tattico », una sorta di intelligente arrangiamento, in mezzo a condizioni stabilite da altri e dall’alto, al fine di una creativa riuscita nella vita. Saper guardare e riconoscere questi processi diventa allora essenziale per incontrare questa generazione, che sta operando un «primo passo fuori da quel mito di padroni assoluti del mondo che ha piagato e piegato gli adulti odierni all’illusione di una vita senza malattia, senza vecchiaia e senza morte». Questo orientamento è prassi di nuova umanità che contiene però la pressante invocazione alla generazione adulta di rendersi presente: chi, infatti, «se non l’adulto dovrebbe essere testimone della vivibilità e amabilità della vita umana, nonostante le sue leggi, la sua finitezza e infi ne il suo destino mortale?»
La recente Esortazione apostolica Evangelii Gaudium è ricca di riflessioni che da diverse prospettive richiamano la Chiesa e la società tutta alla necessità di convertirsi e ripudiare ogni forma di idolatria; l’appello riguarda in modo particolare la pericolosa deriva individualista, consumistica e finanziaria che ha assunto l’ultima versione dell’economia di mercato. Nel contributo che segue, il prof. Luigino Bruni, noto economista, ordinario presso la LUMSA di Roma, rilegge il pensiero di papa Francesco e offre gli strumenti per contestualizzarlo nelle attuali dinamiche macroeconomiche, mostrando come l’esortazione eserciti una critica puntuale e di grande valore storicosociale. In particolare, il configurarsi attuale di una «economia dell’esclusione e dell’iniquità» chiama le Chiese ad assumere posizioni critiche e a proporre nuove prospettive. Il sistema economico va ripensato secondo i principi della destinazione universale dei beni e delle relazioni intergenerazionali; occorre cioè «giudicare le scelte di politica economica, micro e macro, dalla prospettiva di un bambino, o di una bambina, che oggi sta nascendo in un villaggio africano o asiatico, di quella dei suoi figli e dei nipoti». L’economia infatti – ricorda il prof. Bruni – «è vita, è faccenda popolare, che riguarda ogni persona, soprattutto i poveri».
Più conosciuto per il carattere profetico del suo impegno di riforma nella Chiesa preconciliare e per la sua sensibilità sociale, don Primo Mazzolari è stato un sacerdote che ha vissuto con impegno e passione tutte le dimensioni dell’essere prete in cura d’anime. Don Bruno Bignami, sacerdote della diocesi di Cremona e docente di Teologia morale presso lo Studio Teologico Interdiocesano e l’ISSR di Crema-Cremona-Lodi-Vigevano, nonché Presidente della Fondazione Mazzolari, ricostruisce con precisione biografica e appassionata partecipazione i tratti della pastorale liturgica del parroco di Bozzolo: don Primo infatti ha dedicato particolare cura alla liturgia, non come luogo di esteriorità fine a se stessa, ma come espressione di vita e di preghiera. Le sue celebrazioni si caratterizzavano per decoro e compostezza. Pur essendo figlio del suo tempo e celebrando la santa Messa con il Messale di Pio V, in latino, avvertì l’esigenza che la liturgia dovesse essere partecipata dal popolo e mantenere un linguaggio comprensibile. Ne conseguiva l’estrema cura con la quale preparava la predicazione, intesa quale vero gesto di misericordia verso i fedeli, ma anche la decisione con cui procedette alla rimozione di ogni aspetto che legasse la liturgia al denaro e alla differenza di censo dei fedeli. Anche in questo campo don Mazzolari anticipa tematiche del Vaticano II e parla all’attualità, mostrando come il radicamento nella parola evangelica sappia sostenere in ogni momento storico la fedeltà del presbitero all’ispirazione più genuina del suo ministero.
Proseguiamo con questo interessante e originale intervento la riflessione sul tema delle condizioni di efficacia dei percorsi formativi. Ne sono autori Mariateresa Zattoni e Gilberto Gillini, consulenti relazionali e pedagogisti della famiglia, docenti emeriti di “Strumenti relazionali per il Family Help” al Pontificium Institutum Johannes Paulus II per Studi su Matrimonio e Famiglia e già membri della Consulta Nazionale CEI per la Famiglia in qualità di esperti. La loro riflessione riprende gli interrogativi proposti da don Aristide Fumagalli sullo scorso numero della Rivista offrendo un contributo che si situa esplicitamente sul piano dei contenuti di un percorso formativo alla vita cristiana adulta. Gli autori segnalano infatti quattro direttrici di fondo, imprescindibili per lo sviluppo di una personalità matura, che accomunano fondamentalmente la vocazione al matrimonio e quella alla vita religiosa e sacerdotale. Per ogni battezzato raggiungere la condizione adulta significa essere in grado di «lasciare il padre e la madre», saper mettere a fuoco e motivare i valori fondamentali su cui regge la propria vita, sviluppare la capacità di connotare positivamente e valorizzare i comportamenti altrui e, infi ne, mettere a fuoco gli immaginari di disvalore da cui è attirato. Compito della formazione è quindi accompagnare i giovani in questo percorso esistenziale e spirituale, lavoro che richiede competenza e sagacia pratica, come non mancano di illustrare i numerosi esempi e le storie di vita che accompagnano l’esposizione.
Un estratto dal libro "Si destano gli angeli" di Tomáš Halík, per confortare, incoraggiare e ispirare “chi è ancora in cerca di altro” in questi tempi difficili.
Il magazzino Vita e Pensiero resterà chiuso per le festività dal 24 dicembre. Prima della chiusura sarà possibile spedire i volumi ordinati entro la mattina del 19 dicembre. Le spedizioni riprenderanno regolarmente l'8 gennaio 2024. Puoi acquistare e scaricare articoli digitali e ebook in ogni momento, anche durante la chiusura. BUONE FESTE!