Luciano Manicardi, monaco della comunità ecumenica di Bose, articola in queste pagine un nucleo centrale del cristianesimo. La singolare relazione di culto e vita disegna infatti, come pochi altri temi, l’originalità della rivelazione cristiana. Da essa discendono indicazioni importanti sullo stile di vita della Chiesa e dei cristiani, sempre tentati di riapprodare ai rassicuranti lidi di una religione sacrale, estranea al Vangelo. Lo studio ripropone efficacemente la matrice cristologica della liturgia, della carità e dell’etica cristiane, attraverso la categoria di relazione: «Nell’economia cristiana l’essenza del culto risiede nella relazione con Cristo e pertanto è l’intera vita dell’uomo il luogo di culto: culto che dev’essere reale, personale, esistenziale, storico». Da qui il riferimento sintetico all’eucaristia, cuore dell’intera liturgia e fonte della prassi cristiana.
Don Antonio Torresin e don Davide Caldirola, presbiteri della Diocesi di Milano, propongono qui alcune risonanze personali suggerite da una lettura della Evangelii Gaudium ‘filtrata’ dalla esperienza sacerdotale, un punto di vista particolarmente sensibile alle sollecitazioni dell’Esortazione. La riflessione sottolinea infatti alcune tentazioni che possono insorgere davanti a un testo di così ampio respiro evangelico, depotenziandone la forza e sterilizzandone la dinamica propulsiva. Si può infatti reagire cercando di sistematizzare un pensiero che ha programmaticamente un’altra finalità, oppure riducendo a ‘cose da fare’ le sollecitazioni di Francesco a rinnovare uno stile testimoniale. In ogni caso queste pagine invitano a ravvivare la speranza, evitando una ‘grave’ leggerezza: «Conoscendo la storia della Chiesa e conoscendo noi stessi avvertiamo quanto sia reale il rischio di perdere l’ennesima occasione, e di lasciare cadere nuovamente nel nulla parole che profumano di Vangelo».
La recente pubblicazione del XIII Rapporto sulla famiglia: Le famiglie di fronte alle sfi de dell’immigrazione, curato dal CISF (Centro Internazionale di Studi sulla Famiglia), è occasione per considerare la reazione delle comunità cristiane al fenomeno migratorio. La presentazione dello studio, curata da Pietro Boffi , ricercatore del CISF, evidenzia il persistere fra gli italiani di una diffusa ignoranza e di pervicaci pregiudizi sugli stranieri. Nella seconda parte del contributo viene messa a tema la domanda, di grande rilievo pastorale, su come possano coesistere appartenenza ecclesiale e ostilità verso i migranti. Le comunità cristiane devono trovare vie efficaci per far evolvere in direzione evangelica un’interpretazione autoreferenziale del cattolicesimo. Nel processo, anche pastorale, di apertura e integrazione, le famiglie italiane possono giocare un ruolo fondamentale: «Non dovremmo forse pensare a luoghi, occasioni, modalità ecclesiali, perché si possano realizzare quella conoscenza e quello scambio tra famiglie immigrate e famiglie autoctone che potrebbe divenire la chiave di volta sia di un’armonica integrazione degli immigrati in quanto tali, sia dell’abbattimento del pregiudizio che si riscontra anche tra le fila dei praticanti?»
Con questo articolo mons. Ferruccio Lucio Bonomo, Vicario episcopale per il coordinamento della pastorale della Diocesi di Treviso, ritorna sul tema delle unità pastorali a partire da una rilettura dell’esperienza del proprio territorio. La riflessione affronta le evidenti fatiche della ristrutturazione organizzativa della pastorale, ma si concentra soprattutto sui ‘varchi’ di un possibile rinnovamento, sottolineando le opportunità che una riconfigurazione delle parrocchie offre a un orientamento più decisamente missionario della pastorale, che sappia porre al cento l’evangelizzazione e quindi, quale inevitabile corollario, sia portata a valorizzare il contributo insostituibile dei laici. L’autore non si nasconde che la domanda sul futuro delle Unità/Collaborazioni pastorali rimane aperta anche per coloro che promuovono queste riforme, rappresentando la risposta che per il momento presente permette di garantire a ogni parrocchia un dignitoso servizio pastorale aperto all’evangelizzazione. «Il problema però rimane e, forse, è solo rinviato il “punto di rottura”, oltre il quale non è più possibile garantire questo tipo di pastorale e questa presenza ancora abbastanza “diffusa” del prete. […] Alla fine, quello che tutti auspichiamo, è che, grazie anche al progetto delle Unità/Collaborazioni, possa avvenire progressivamente quel cambio di mentalità necessario per una vera conversione pastorale e missionaria delle nostre comunità ecclesiali e delle strutture (EG 27)».
All’inizio del Vaticano II p. Congar proponeva, in un libro intitolato Per una Chiesa serva e povera, un rinnovamento dello stile di presenza dei cristiani nel mondo sperando in una Chiesa attraversata dall’ideale evangelico. Oggi, a 50 anni dalla prima pubblicazione, quel libro viene riproposto (Qiqajon, Magnago, Bi 2014) trovando una nuova attualità nelle parole di papa Francesco, che chiedono con forza che la conversione dei cristiani e della Chiesa prenda le mosse proprio dalla scelta concreta della povertà. Anche per tale ragione quel piccolo libro merita attenzione e rappresenta l’occasione di un sguardo sul cammino ecclesiale degli ultimi decenni. La recensione di don Saverio Xeres, docente di Storia della Chiesa alla Facoltà teologica di Milano e membro della Redazione della Rivista, guida con sicurezza sui sentieri tracciati da Congar, forse troppo a lungo dimenticati, ma affidabili e meritevoli di una ripresa.
Il 22 marzo al Museo Diocesano, in occasione del festival Soul, i filosofi Hunyadi e Benasayag rifletteranno sulla fiducia nell’altro nell'era digitale.
19-23 marzo torna SOUL, il Festival della Spiritualità di Milano: tra gli autori Petrosino, Bartolomei, Wolf, Sequeri, Spadaro, Ossola. Scopri gli eventi