Il saggio di don Giuliano Zanchi, redattore della rivista e segretario generale della Fondazione Bernareggi di Bergamo, richiama l’attenzione sulla questione, sempre centrale e di stretta attualità, dell’identità presbiterale. L’articolo propone con singolare lucidità e capacità di sintesi una rilettura della figura del prete nella società contemporanea, collocandola sullo sfondo del passato che ce l’ha consegnata e dell’attuale contesto culturale – una sorta di ‘terremoto’ – che ne richiede una seria reinterpretazione. La tesi del contributo, sviluppata nella seconda parte che pubblicheremo nel prossimo numero, nè che «la crisi della figura del prete […] è in realtà anzitutto la crisi profonda del compito pastorale» e quindi «la domanda sul ministero del prete richiede anzitutto di ricollocare la questione sullo sfondo più generale della ministerialità della Chiesa, del compito che i cristiani hanno assegnato nella storia: comprendere a fondo il ruolo a cui sono chiamati i discepoli di Gesù in relazione agli uomini del loro tempo». Nelle pagine conclusive dell’articolo, l’Autore incoraggia a camminare con decisione verso il «modello pastorale di Gesù», di cui don Zanchi traccia una sintetica e stimolante grammatica di base.
Lo straordinario incremento della durata media della vita umana (circa 30 anni) registratosi nell’ultimo secolo ha prodotto forti cambiamenti – sia nel costume sia nella visione stessa della vita – tanto ampi e pervasivi quanto poco considerati. Si pensi al nuovo modo di intendere le diverse età della vita (infanzia, giovinezza, maturità e vecchiaia) e il limite stesso dell’esistenza umana. L’articolo di don Armando Matteo (membro della redazione e docente di Teologia fondamentale a Roma, presso la Pontificia Università Urbaniana) introduce con chiarezza alla lettura del fenomeno, sottolineandone gli aspetti che interrogano la coscienza cristiana. L’impatto infatti che tali mutamenti determinano sulla missione della Chiesa non possono essere sottovalutati o, peggio, rimossi. A questo articolo di ricognizione della problematica l’Autore farà seguire a breve un intervento propositivo circa alcune prospettive di riflessione e impegno pastorale.
La 66a Assemblea Generale della Cei, svoltasi a Roma il 19-22 maggio 2014, ha approvato a larghissima maggioranza il testo Incontriamo Gesù, redatto dalla Commissione Episcopale per la dottrina della fede e la catechesi, con l’obiettivo di delineare gli Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia. Il documento mette a tema la questione celebrativa dei sacramenti dell’iniziazione cristiana (IC). Don Pierpaolo Caspani, docente di Teologia sacramentaria presso il Seminario di Venegono (diocesi di Milano), presenta e discute la problematica dell’ordine della celebrazione dei tre sacramenti dell’IC, contestualizzandola sullo sfondo dell’impostazione catecumenale che ha costituito l’alveo nel quale si è sviluppata la proposta di unificare in un unico rito confermazione ed eucaristia. Se la questione non va considerata la chiave risolutiva delle problematiche inerenti all’IC, merita tuttavia di non essere trascurata poiché nel momento in cui si avvia un ripensamento globale del percorso essa sarà oggetto di un intenso dibattito.
Il centenario dello scoppio della prima guerra mondiale offre l’occasione per fare memoria di un evento che ha segnato il tragico passaggio a una nuova e più distruttiva forma di conflitto, ponendo alla stessa Chiesa cattolica la necessità di rivedere la propria dottrina sul tema della guerra. Tale evoluzione era già chiara nel corso dello stesso conflitto, condannato da Benedetto XV quale ‘inutile strage’, giudizio che segna la presa di distanza dalla categoria di ‘guerra giusta’, dimostratasi palesemente inefficace nel guidare il giudizio e la scelta a fronte della nuova situazione storica. Don Bruno Bignami, sacerdote della diocesi di Cremona e docente di Teologia morale presso lo Studio Teologico Interdiocesano e l’ISSR di Crema-Cremona-Lodi-Vigevano, descrive lo sfondo storico di quegli anni, accompagnando la ricostruzione degli eventi con una vivace narrazione dei vissuti popolari e della testimonianza privilegiata di alcuni cappellani militari. Lo studio permette così di comprendere il valore della posizione di Benedetto XV che, attento alla realtà di un conflitto che infliggeva sofferenze inaudite alle popolazioni, stigmatizzava quella guerra nonostante tutte le Chiese nazionali la giudicassero come rispondente ai criteri di liceità dei canoni morali tradizionali.
Il prossimo 1° maggio 2015 apriranno i battenti di Expo 2015, grande evento globale dalla prevalente natura commerciale che in questa edizione milanese può tuttavia divenire occasione di riflessione per la società civile e per le comunità cristiane. Il tema scelto infatti, Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, tocca ambiti di grande rilevanza etica e antropologica: è il motivo ispiratore della qualificata partecipazione della Santa Sede con un proprio padiglione gestito da Caritas Internationalis. Paolo Foglizzo, redattore della rivista «Aggiornamenti Sociali», presenta qui con grande competenza le principali problematiche che fanno del cibo un tema strategico, attorno al quale si concentrano le principali contraddizioni che affliggono il nostro mondo globalizzato. L’articolo, che si struttura nell’analisi di quattro tensioni fondamentali implicate dalla tematica del nutrimento umano, evidenzia come la grande ricchezza antropologica del tema sia alla base della possibilità di fare di Expo 2015 un’opportunità di promozione di autentico sviluppo umano e non solo di crescita economica.
Pubblicata la tesi di Caoduro, sul ruolo della diplomazia sportiva tra Stati Uniti e Cina, vincitrice della sezione Vita e Pensiero del Premio Gemelli.