Sembra ormai ovvia non solo l’impraticabilità, ma anche l’insignificanza delle scelte definitive, in particolare quella del legame tra uomo e donna. Siamo infatti sempre più spesso testimoni delle incerte vicende del ‘definitivo’: chiunque prima o poi fa esperienza nella propria cerchia parentale ed ecclesiale di patti infranti, di relazioni inaridite, persino di repentini cambi vocazionali. Eppure i legami umani nascono con l’irragionevole pretesa di essere eterni. Il denso e lucido saggio di don Giuliano Zanchi, segretario generale della Fondazione Bernareggi di Bergamo e redattore della Rivista, affronta senza infi ngimenti questo tema scottante e delicato indagandone le cause sistemiche e le possibili strategie di contenimento. Lo studio si articola in una prima parte di carattere più sociologico, dedicata alla comprensione della genesi culturale di questa eclissi del definitivo, seguita dalla rilettura di alcuni nodi antropologici decisivi al fine di un rinvigorimento del tenore morale delle scelte. Sul piano della vita personale appare così fondamentale favorire lo sviluppo di una «capacità di discernimento critico da parte della coscienza individuale nei confronti dei modi di dire, di fare e di sentire della cultura comune e della sua ovvietà pubblica». Sul piano ecclesiale occorrerebbe maturare un paziente stile di accompagnamento: coloro che seguono l’esigente via umana delle scelte definitive «non si aspettano dalla testimonianza dei credenti pedanteria disciplinare del notifi care ogni passo falso», ma l’incoraggiamento a restare «nella convinzione che a vivere così ci si mantiene in quell’umanità a cui l’Altissimo non nega la sua compiutezza».
Con questo contributo di don Dario Vitali, docente di Ecclesiologia presso la Pontificia Università Gregoriana, torniamo sul recente Sinodo ordinario dei vescovi, questa volta per esplorarne l’innovativo signifi cato ecclesiologico che, già implicito nelle forme della sua celebrazione, è stato articolato da papa Francesco nello storico discorso del 17 ottobre in occasione della commemorazione del 50° anniversario dell’istituzione del Sinodo dei vescovi. In esso si prospetta la possibilità di ricomporre quella circolarità tra popolo di Dio e pastori, che, indebolita durante i secoli, era stata solo adombrata dal Vaticano II senza arrivare a restituire quel nesso costitutivo tra sensus fidei e Magistero al cuore della questione della sinodalità. L’Autore ripercorre i punti salienti di quel discorso, soffermandosi sui ‘tre livelli della sinodalità’ tracciati da papa Francesco, il cui esercizio porterebbe a una nuova pratica della collegialità che da «affettiva» potrebbe divenire in determinate circostanze «effettiva». Una tale prospettiva autorizza a immaginare «il sinodo dei vescovi come luogo privilegiato del discernimento ecclesiale, dove un esercizio della collegialità cum Petro et sub Petro permetta al collegio di assumere decisioni condivise, in grado di orientare la Chiesa in un effettivo “camminare insieme”».
Pubblichiamo qui la relazione che Silvia Scatena (docente di Storia contemporanea presso l’Università di Modena e Reggio Emilia) ha tenuto al monastero di Bose il 18 ottobre 2015 nel corso di una giornata di studi dedicata a fr. Roger Schutz (1915-2005), fondatore della comunità ecumenica di Taizé, in occasione del centenario della sua nascita e del decennale della sua morte. Il testo propone una ricca e precisa ricostruzione storica della ‘parabola’ spirituale ed ecumenica che ha segnato la vita di fr. Roger e l’esperienza comunitaria di Taizé. Si tratta di una complessa e articolata vicenda che accosta tratti di marginalità rispetto alle Chiese cristiane ufficiali e intuizioni di lucida e profetica presenza nel lungo cammino di riconciliazione ecumenica. Una storia densa di entusiasmi, delusioni, sperimentazioni di vie inedite e patimenti di molte ‘prove’. Certamente le tante esperienze attraversate da questo protagonista del XX secolo hanno costituito per le Chiese «un pungolo, uno stimolo a cercare sempre strade nuove per uscire dalle strettoie, “allargando” sempre più le dimensioni dell’ecumenismo fra battezzati».
Il panorama sociale italiano sta assumendo tratti radicalmente nuovi, inimmaginabili solo pochi decenni fa. Assistiamo infatti al processo di trasformazione dell’Italia in una società multietnica, caratterizzata da nuove problematiche e nuove opportunità. La prof.ssa Laura Zanfrini, docente di Sociologia delle migrazioni e della convivenza interetnica presso l’Università Cattolica di Milano, offre in queste pagine un prezioso contributo alla comprensione delle sfide di ordine politico, etico e culturale che tale processo solleva. In particolare, questo cambiamento richiede una nuova idea di cittadinanza, fondata non su un senso di esclusiva appartenenza a una nazione, ma radicata nei luoghi di residenza, «“agita” nei contesti di vita quotidiana, capace di includere gli esclusi e di generare bene comune, ma anche di interrogarsi sui valori e i principi che fondano l’identità di una comunità politica e ne regolano la convivenza». Una tale idea interessa e interpella anche la Chiesa, chiamandola anzitutto a svolgere «una missione realmente educativa, che non si risolva nella trasmissione di saperi e competenze, ma che diventi catalizzatrice di risorse, valori, innovazioni, rendendosi espressione di un progetto collettivo che guardi al futuro».
Pubblichiamo qui una suggestiva meditazione sulla fratellanza, tema desueto se non rimosso dall’attuale cultura che tende a pensare la persona come individuo senza legami. Ne è autore il diacono Tiziano Civettini (docente presso lo Studio Teologico Accademico di Trento e direttore della locale Scuola Diocesana di Formazione Teologica), che sviluppa la sua riflessione in ascolto della storia biblica di Giuseppe e i suoi fratelli. Nella trama del racconto di Genesi è possibile leggere un appello al risanamento e alla ricostituzione dei legami familiari, che passa attraverso la scoperta della verità su se stessi, essenziale in ogni relazione per avviare cammini di fraternità: «Non siamo né sopra né sotto gli altri, siamo semplicemente diversi, ciascuno con le sue prerogative e i suoi talenti, traffi cando i quali possiamo essere noi stessi, trovando e lasciando emergere la bellezza e la ricchezza che Dio ha messo in noi, accettando la propria storia e i propri errori».
Sabato 16 dicembre presentazione di "Le fiabe non raccontano favole" di Silvano Petrosino a Verona: diventare donna attraverso Cappuccetto Rosso, Biancaneve e Cenerentola.
Un estratto dal libro "Si destano gli angeli" di Tomáš Halík, per confortare, incoraggiare e ispirare “chi è ancora in cerca di altro” in questi tempi difficili.
Il magazzino Vita e Pensiero resterà chiuso per le festività dal 24 dicembre. Prima della chiusura sarà possibile spedire i volumi ordinati entro la mattina del 19 dicembre. Le spedizioni riprenderanno regolarmente l'8 gennaio 2024. Puoi acquistare e scaricare articoli digitali e ebook in ogni momento, anche durante la chiusura. BUONE FESTE!