Recenti interventi magisteriali a proposito delle cause matrimoniali, nonché la prospettiva di fondo di Amoris Laetitia, ci inducono a tornare sul rapporto tra giustizia e misericordia, il cui chiarimento consente di illuminare la prassi sia canonica sia pastorale. Mons. Giacomo Canobbio, docente di Teologia dogmatica alla Facoltà teologica di Milano, offre in questo denso e lucido intervento una riflessione squisitamente teologica sulle cause matrimoniali, nella convinzione che «il matrimonio non è semplicemente un contratto del quale verificare la validità, bensì un sacramento sul quale la teologia pensa di poter dire una parola “competente”». L’Autore rilegge così la relazione tra giustizia e misericordia alla luce del magistero di Francesco, suggerendo alcuni criteri e prospettive di approfondimento per l’attività dei tribunali ecclesiastici nelle cause di nullità matrimoniale.
Non è facile accostare l’esperienza della malattia. La sofferenza genera senso d’impotenza, imbarazzo, suscita ansie e paure. Eppure un’adeguata condivisione dei momenti di infermità da parte di operatori e familiari rappresenta l’occasione privilegiata e insostituibile per dare senso e dignità alla conclusione del percorso di una vita. Va tuttavia evitato un approccio solo volontaristico a questi temi, sostiene don Donato Pavone, psicologo, insegnante di Psicologia e Antropologia filosofica presso lo Studio Teologico di Treviso e Vittorio Veneto e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose del Veneto Orientale: l’arte dell’aver cura delle persone non si può imparare di sana pianta ed è quindi opportuno che la comunità cristiana si adoperi per una formazione integrale e integrata degli operatori della sanità. In questa prospettiva, il saggio propone un’accurata descrizione del profilo di chi si prende cura del malato, per poi soffermarsi sul valore comunitario dell’esperienza della sofferenza e sull’opportunità che la famiglia venga sostenuta nei momenti di emergenza e valorizzata quale contesto più adeguato nel quale vivere la malattia. Sullo sfondo rimane il compito per la comunità cristiana di favorire una «ri-significazione e ri-evangelizzazione del dolore e della sofferenza che ha come effetto l’umanizzazione della vita e della morte di tutti».
Negli ultimi decenni le neuroscienze propongono a un pubblico sempre più ampio nuove interpretazioni di fatti umani che da sempre religione e cultura riferivano alla sfera dello spirituale o agli insondabili misteri della libertà e della coscienza umana. Esse suscitano comprensibili interrogativi e reazioni che non mancano di interpellare gli operatori pastorali. Leonardo Paris, docente di Teologia Dogmatica presso l’ISSR di Bolzano e Belluno e di Psicologia della Religione all’ISSR e allo Studio Teologico Trento (STAT), propone un approccio positivo a questi temi e affronta con chiarezza e competenza i timori di una possibile riduzione biologistica dell’umano. La sua riflessione propone l’analisi di quattro istanze tipiche delle neuroscienze che, se adeguatamente comprese, suggeriscono una nuova sensibilità con cui interpretare l’annuncio cristiano ed entrare in dialogo con la cultura diffusa. Viceversa, il rischio di non comprenderle «renderà inevitabilmente il nostro annuncio meno efficace; rischieremo di combattere le battaglie che non si possono vincere e di non affrontare quelle che potrebbero dare buoni frutti».
La riflessione che qui pubblichiamo evidenzia alcune importanti linee di continuità che legano Amoris Laetitia con il tema del prossimo Sinodo dedicato ai giovani. Don Angelo Biscardi, sacerdote della diocesi di Pescia (PT) e docente di Sacramentaria e antropologia teologica presso gli ISSR di Pisa e Firenze e presso lo Studio Teologico di Camaiore (LU), sottolinea come i temi dell’aderenza alla realtà, dell’educazione graduale al bene, dell’accompagnamento paziente siano indicazioni preziose anche per la pastorale giovanile. In particolare suggeriscono agli educatori un faticoso lavoro di sintonizzazione sulle dimensioni di provvisorietà e destrutturazione che caratterizzano l’approccio giovanile alla realtà al fine di evitare sterili proposte preconfezionate e compiere un cammino condiviso verso la riscoperta delle radici del vangelo.
Gli spazi urbani sono in continua espansione ed evoluzione nel nostro pianeta, disegnando nuovi assetti della vita umana. Sono luoghi che si configurano in modi diversi, anche contrastanti, dalla multiculturalità alla chiusura di quartieri non comunicanti. I cambiamenti della città interpellano la parrocchia. Il suo territorio, nota Vincenzo Rosito, docente di Filosofia teoretica presso la Pontificia facoltà teologica San Bonaventura-Seraphicum Roma, fa emergere oggi nuove tensioni tra lo spazio e la gestione del tempo nelle grandi città; essa è quindi chiamata a essere protagonista attiva nel processo di ridefinizione delle categorie abitative e rappresentative della vita urbana avviando processi di riconfigurazione pastorale. In questi nuovi contesti la parrocchia può divenire ed è attesa quale «comunità di residenza e di cammino, espressione della stabilitas ed esercizio di estraneità, luogo solido e accogliente che tuttavia conserva la mobilità di una tenda».
L’interessante e attuale saggio di S.E. Mons. Paolo Martinelli, Vicario episcopale per la Vita Consacrata della diocesi di Milano, riprende i temi centrali di Iuvenescit Ecclesia, Lettera sulla «relazione fra doni gerarchici e carismatici per la vita e la missione della Chiesa» che la Congregazione per la dottrina della Fede ha emanato nel maggio 2016. La riflessione si concentra in particolare sulla «coessenzialità tra doni gerarchici e carismatici», non solo perché espressione chiave nel testo, ma in quanto sottolinea un «tema fondamentale per il rinnovamento della ecclesiologia e dell’azione pastorale della Chiesa nel nostro tempo». Questione chiave per attuare quella «riforma della Chiesa», tanto cara a papa Francesco e che, sostiene l’autore, «non può che passare attraverso un’adeguata valorizzazione di tutti i doni che lo Spirito Santo ha suscitato e suscita oggi nel popolo santo di Dio».
Il 22 marzo al Museo Diocesano, in occasione del festival Soul, i filosofi Hunyadi e Benasayag rifletteranno sulla fiducia nell’altro nell'era digitale.
19-23 marzo torna SOUL, il Festival della Spiritualità di Milano: tra gli autori Petrosino, Bartolomei, Wolf, Sequeri, Spadaro, Ossola. Scopri gli eventi