Il prossimo 6 ottobre si aprirà la XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi dedicata a I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. S. E. Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, propone qui un’ampia riflessione sull’evento, sottolineando la sua continuità contenutistica e metodologica con il precedente doppio Sinodo dedicato alla famiglia. L’autore riconosce in particolare nell’ampia consultazione che ha dato parola ai giovani un significativo incremento della sinodalità, poi ben recepito da un Instrumentum laboris che riassume i grandi temi emersi dall’ascolto e dal confronto con i giovani. Il complesso percorso preparatorio di questo Sinodo apre quindi significative prospettive di rinnovamento ecclesiale e pastorale: «Se da una parte segna un passaggio deciso verso una dinamica di maggiore sinodalità per tutta la Chiesa, dall’altra provoca la comunità ecclesiale a un cambiamento di passo rispetto al rapporto con i giovani. Non si tratta solo di rinnovare la pastorale giovanile – e già sarebbe un impegno né facile né scontato –, ma di mettere tutta la comunità ecclesiale al passo con i giovani che sono il sensore più attendibile per capire la situazione attuale e l’imprescindibile soggetto di riferimento per orientare il cammino futuro».
Come è noto, il beato Paolo VI verrà proclamato santo da papa Francesco il prossimo 14 ottobre. Non è affatto semplice rievocare una figura di così straordinaria profondità e il profilo di un pontificato che dovette affrontare sfide di enorme e inedita complessità. Don Angelo Maffeis, docente di Storia della teologia moderna alla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, con questo documentato studio riesce a offrire un interessantissimo ritratto spirituale del giovane Montini illuminando il momento nascente di molti dei tratti ministeriali che l’agire maturo espliciterà compiutamente. Gli «scritti personali» dei primi anni ’30, dedicati soprattutto al commento delle lettere di s. Paolo, «mostrano un lato della sua personalità che è rimasto quasi del tutto nascosto a coloro che sono stati testimoni della sua vicenda biografica e dell’attività pubblica» e si rivelano estremamente preziosi non solo nel lasciar trasparire le ragioni profonde e l’ispirazione che hanno guidato il servizio svolto nei diversi periodi della sua vita e nei vari ministeri esercitati, ma anche le ragioni delle incomprensioni che egli ha incontrato, soprattutto negli anni del suo pontificato.
Il 14 ottobre 2018, durante la celebrazione del Sinodo dei Vescovi sui giovani, mons. Romero, assieme a Paolo VI e ad altri, sarà proclamato santo della Chiesa Cattolica. Su queste pagine mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia accademia per la vita e Postulatore della causa di canonizzazione, ricostruisce il profilo della sua azione di vescovo radicalmente motivata dalla dedizione al bene del suo popolo. È infatti l’appassionato e instancabile impegno pastorale a spiegare la ragione del suo martirio in odium fidei, esemplificato nell’uccisione all’altare, e non le sue presunte simpatie ideologiche: «La fatica più impegnativa del processo di canonizzazione è consistita nel mostrare che la morte di Romero è avvenuta nell’odio della fede, nell’odio per una Chiesa che aveva scelto i poveri». Per questo la sua azione e la sua morte possono essere strettamente riferite al Concilio Vaticano II e all’evoluzione del magistero della Chiesa latino-americana che in quegli anni aveva chiaramente esplicitato la «scelta preferenziale per i poveri».
A distanza di secoli dalla loro edificazione, dopo aver attraversato rivoluzioni urbanistiche e sociali, le cattedrali rappresentano ancora nelle nostre città una realtà di forte impatto storico-culturale e simbolico. Goffredo Boselli, liturgista, monaco della comunità ecumenica di Bose, cerca di decifrare il significato della loro presenza sia per la Chiesa di oggi sia per la città postmoderna: compito essenziale nel momento in cui molte diocesi, in Europa e soprattutto in Italia, stanno investendo energie umane e cospicue risorse economiche per il loro restauro architettonico e l’adeguamento liturgico. Tuttavia – sostiene l’autore – queste iniziative rischiano di restare incomplete e parziali se non sono accompagnate «da una valorizzazione del ruolo della cattedrale all’interno della Chiesa locale e da una riflessione ampia sulla vocazione e il compito che le profonde trasformazioni che attraversano oggi la società assegnano alle cattedrali». Il semplice esserci della cattedrale al centro della città svolge la funzione di ricordare che anche una società secolarizzata non può recidere le sue radici religiose. Tale presenza invita poi a un’adeguata ermeneutica del segno che, rifuggendo dalle scorciatoie estetizzanti o da quelle identitarie della religione civile, venga assunto secondo la logica espressa dalle metafore evangeliche del «lievito nella pasta» e della «città sul monte». Il testo riproduce la relazione che l’autore ha tenuto in occasione del XVI Convegno Liturgico Internazionale nel giugno scorso a Bose su «Architettura di prossimità. Idee di cattedrale, esperienze di comunità». Gli Atti verranno pubblicati dall’editrice Qiqajon.
Con questo studio di don Andrea Bozzolo, docente di Teologia sistematica presso la Facoltà teologica di Milano, proseguiamo l’approfondimento dei temi teologici che l’esortazione postsinodale Amoris Laetitia riprende e valorizza. Il saggio mette a fuoco le difficoltà che la teologia ancora incontra nel pensare matrimonio e famiglia a partire dalla nozione di «amore coniugale», scelta dal Concilio Vaticano II per superare la precedente visione ‘contrattualistica’. Tale transizione, pur incontrando la sensibilità contemporanea, non è tuttavia facilitata da un contesto che tende a soggettivizzare fortemente l’esperienza amorosa. La teologia è chiamata al difficile compito di elaborare un pensiero che sappia custodire sia la dimensione emotivo-sentimentale sia quella giuridico-istituzionale in un orizzonte più comprensivo e capace di interloquire con i radicali mutamenti della cultura affettiva contemporanea: «Essa può così contribuire a fare in modo che il riferimento al matrimonio non sia incerto, ma convinto e sereno: è in esso infatti che si dispiega la ‘letizia dell’amore’».
Le giovanni donne sempre più lontane, i giovani in solitaria ricerca, il dovere degli adulti di mettersi in ascolto: Paola Bignardi racconta il libro-inchiesta "Dio, dove sei?".