«Attenzione! – scrive Isacco, monaco siriaco del VII secolo – Non dobbiamo pensare che i Salmi siano il frutto – bensì la radice!». L’icastica affermazione lascia intravvedere la potente vitalità che il Salterio sa mettere in movimento, assorbire dalla terra e far fluire nell’esperienza di fede del lettore. Proprio questo dinamismo illustra l’intensa e profonda meditazione che madre Maria Ignazia Angelini OSB, già badessa del monastero benedettino di Viboldone (Milano), ha tenuto nella scorsa quaresima nella basilica di S. Ambrogio a Milano, e che qui riproduciamo. Intervento prezioso perché non proposto al modo di chi sa, ma dal punto di vista testimoniale di chi nella salmodia vive il ritmo dei giorni, e vivendone percepisce con forza che l’anima ne riceve forma. Entrare nella semplice trama del Sal 131, il terzultimo dei salmi graduali, significa accedere al «nucleo infuocato della conversione cristiana», avviarsi alla comprensione ‘radicale’ della «adultità nel credere, della faticosa gestazione dell’uomo nuovo. Lontano dalle “alture” del mondo».
Tornare alla meditazione del racconto di Lc 24 non è mai senza frutto. Il brano contiene il codice narrativo, sempre di nuovo da comprendere, che consente a ogni credente di accedere in verità al significato autentico della storia di Gesù. Il commento di mons. Bruno Maggioni, noto esegeta e direttore della Rivista, guida in modo penetrante nella struttura narrativa del brano lucano, ricostruendo con puntuali e preziose note esegetiche il cammino spirituale dei due discepoli. L’articolo mostra così il modello col quale il lettore di ogni tempo è invitato a confrontarsi per accedere al riconoscimento del Risorto.
La recente canonizzazione ha riportato l’attenzione della Chiesa sulla complessa e profonda personalità spirituale di Paolo VI. Don Angelo Maffeis, docente di Storia della teologia moderna alla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, propone qui un interessante studio sul tema della preghiera, oggetto di una riflessione continua e appassionata che ha attraversato l’intero ministero di Montini ed è ben documentata in numerosi interventi, soprattutto nelle udienze generali. Vi si colgono diverse sensibilità e attenzioni: sia «uno sguardo di simpatia per l’umanità che fatica a trovare le parole della preghiera» sia «l’apprezzamento per il tesoro inestimabile della preghiera liturgica», ma anche «la ricerca instancabile dell’unità tra la preghiera e il lavoro». I tre aspetti dell’insegnamento di Paolo VI – conclude l’autore – sono altrettanti messaggi che oggi conservano intatta la loro validità.
Il pontificato di papa Francesco mostra una continua attenzione al mondo islamico, espressa soprattutto dai suoi viaggi in molti Paesi musulmani ove ha intrecciato relazioni che pazientemente stanno rinvigorendo il dialogo con l’Islam, affievolitosi dopo le incomprensioni seguite al discorso di Ratisbona del 2006. Il giornalista Luigi Sandri, già all’Ansa di Mosca e poi corrispondente per la stessa agenzia da Tel Aviv, attualmente redattore di Confronti e vaticanista de L’Adige e Alto Adige, presenta una puntuale e documentata ricostruzione degli interventi di Francesco dal 2014 ai recenti incontri di Abu Dhabi e Rabat, lasciando soprattutto parlare i pronunciamenti del Pontefice. Ne emerge la graduale tessitura di un rapporto volto a condividere e far lievitare «la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio».
Nella fase di preparazione alla XV Assemblea sinodale dedicata a I giovani, la fede e il discernimento vocazionale, la Rivista ha proposto ai lettori il confronto con alcune esperienze di pastorale giovanile. Ora, stimolati dalla pubblicazione dell’esortazione post-sinodale Christus vivit, in particolare dal suo cap. V che propone interessanti provocazioni pastorali, presentiamo un’ulteriore esperienza, quella dell’Operazione Mato Grosso (OMG). Essa, pur nella singolarità della sua storia e delle sue scelte organizzative e ideologiche, può vantare una feconda e cinquantennale presenza missionaria in Italia e America Latina che merita di essere considerata. La nota, a cura di Alfonso Colzani, licenziato in Teologia e insegnante in un liceo statale, dopo una breve presentazione dell’Operazione, si sviluppa con un’intervista nella quale un volontario di lungo corso, Martino Boffi, con parolesemplici ma dalla fortissima carica testimoniale e provocatoria, illustra i capisaldi metodologici della proposta educativa e spirituale del movimento.