È da poche settimane in libreria, edito da Vita e Pensiero, il libro del card. José Tolentino de Mendonça, Metamorfosi necessaria. Rileggere san Paolo: testo fortemente originale, sostenuto dalla convinzione che apprendere da Paolo sia fondamentale per riconfigurare il cristianesimo attuale. L’approccio al pensiero è inedito, quasi un invito a mettersi al suo fianco e percorrere un itinerario teologico, animato da potenti forze metamorfiche e capace di dischiudere la visione di un futuro per il nostro cristianesimo sofferente. Teresa Bartolomei, docente e ricercatrice presso la Facoltà di teologia dell’Università Cattolica di Lisbona, offre qui ben più di una recensione dell’opera, distillando gli elementi di una ‘teologia della storia’ propria di Paolo come punti salienti di una nitida «mappa del futuro» per il cammino degli uomini – non solo dei credenti – di questo secolo. La parola di Paolo «continua ancora oggi a “disattivare” le frontiere tra noi e gli altri, tra i “vecchi” e i “nuovi”, tra insider e outsider, tra “quelli di casa” e gli stranieri. Contro le spinte polarizzatrici e divisive dentro la Chiesa, dentro la società, tra Chiesa e società […], l’insegnamento di Paolo, la sua mappa per costruire comunione tra diversi, per mettere in atto l’universale come polifonia di particolarità e non come loro dissoluzione, è più prezioso che mai».
Si è tenuta dal 5 al 12 febbraio 2023 l’Assemblea continentale europea per il Sinodo Romano dei vescovi sulla Sinodalità (2021-2024): un’esperienza di Chiesa per molti tratti inedita, caratterizzata da partecipazione e metodo di lavoro innovativi, «un kairos per la Chiesa cattolica». Arnaud Join-Lambert, docente di Teologia pastorale presso l’Università cattolica di Lovanio, che ha partecipato ai lavori, offre qui un resoconto tematico teso a sottolineare gli elementi di originalità in vista della costruzione delle future dinamiche sinodali. L’intervento si focalizza sulle metodologie partecipative, di discernimento e comunicative per poi analizzare la diversità culturale e religiosa che caratterizza le regioni europee occidentali e orientali. Pone infine l’attenzione sulla modalità di gestione delle numerose tensioni che hanno accompagnato le sessioni di lavoro, finalizzato a una capacità di contenere in chiave positiva la presenza delle diversità. Si tratta di un tema strategico. In effetti non è «uno dei primi frutti della sinodalità: considerare che le tensioni non sono necessariamente negative o deleterie? Come si legge nel Documento finale, esse possono degenerare in opposizione, se non in conflitti, ma sono anche il luogo di un apprendistato. […] ascoltare equivale ad apprendere gli uni dagli altri. È forse questo quel che è accaduto a Praga, l’innesco della “conversione sinodale” alla quale esorta papa Francesco. […] L’apprendistato delle tensioni è, più profondamente, un apprendistato della diversità nella Chiesa cattolica».
La storia del cristianesimo ha visto nella città il luogo essenziale per pensare la sua presenza nel mondo. Essa si configura come vero e proprio ‘luogo teologico’, e come tale chiede l’esercizio del pensiero anche per l’oggi. Don Roberto Maier, docente di Teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e redattore della rivista, studia il tema a partire dall’interesse di Francesco per le ‘periferie’, mostrando come l’introduzione della categoria – certo non strettamente urbanistica – permetta un avanzamento della riflessione, da tempo in stallo. Oggi infatti le molte evoluzioni contemporanee che hanno interessato la città hanno reso più difficile pensarle come luogo della prossimità e dell’escatologia. In tale contesto la figura della periferia permette di recuperare il tema della pluralità, che si «connota in modo nuovo, perché l’altro si rivela come il mio altro, ossia come l’altro della cui marginalità sono responsabile»; e così per quello escatologico, perché nell’attenzione al «discorso dell’escluso, nel discorso inascoltato, si cela sempre il discorso del Maestro».
«Il termine spiritualità è uno dei grandi scatoloni che passano di mano in mano durante i molti traslochi della storia, cristiana e no. Ci si mette dentro di tutto». L’immagine, provocatoria e persuasiva, ben si presta a introdurre l’esigenza alla quale lo studio di don Giuliano Zanchi, teologo e direttore della Rivista, cerca di rispondere. Il testo riproduce una relazione tenuta a Palermo nel contesto del VII Seminario nazionale di pastorale sociale tenutosi dall’8 all’11 febbraio 2023, come contributo ai cantieri di Betania. La relazione argomenta lo stretto legame fra spiritualità cristiana – intesa quale «partecipazione personale affettiva, libera e coinvolta, con le ragioni e le passioni di Gesù» – e l’impegno della pastorale sociale per l’affermazione della giustizia evangelica dei legami civili. La riflessione attraversa un’analisi delle configurazioni contemporanee della spiritualità per poi risignificare su questo sfondo il modello cristologico della spiritualità cristiana, interpretato quale «cura di quella eccedenza umana che riconosce la propria giustizia e il proprio compimento come orientati dall’umanità di Gesù». In questo senso la dimensione spirituale è decisamente il proprium della pastorale sociale, come la dimensione sociale è il banco di prova di una spiritualità autenticamente cristiana, e non genericamente religiosa.
Il cambiamento multiculturale della società italiana chiede con urgenza che anche la comunità ecclesiale sia consapevole del fenomeno e adeguatamente formata per fronteggiarne opportunità e rischi, nell’incontro quotidiano tra fedeli di diversa origine culturale, linguistica e religiosa. La Diocesi di Brescia ha intrapreso un cammino per l’elaborazione di «buone prassi interculturali», in cui coinvolgere operatori pastorali sia laici sia consacrati. Una ricerca realizzata dal CIRMiB (Centro di iniziative e ricerche sulle migrazioni) dell’Università Cattolica di Brescia, intervistando un campione di 65 rappresentanti di vari ambiti pastorali, ha indagato l’idea di interculturalità che scaturisce dalla presenza di stranieri nella comunità ecclesiale locale, e come queste percezioni ricadono sui diversi settori delle attività ecclesiali. Maddalena Colombo e Francesca Peano Cavasola, che rispettivamente hanno curato la supervisione scientifica e la ricerca sul campo, presentano i risultati del progetto. Ne emergono requisiti essenziali, come una vera coscienza della diversità, una reale integrazione delle persone immigrate nella vita della chiesa, e la disponibilità all’avvicinamento reciproco.
Per la rubrica Terzapagina, Gianluca Chemini, giovane prete ambrosiano laureato in Lettere, presenta un’originale lettura di tre serie televisive di grande successo presso il pubblico giovanile. In particolare getta un intelligente e sensibile scandaglio diretto sul modo con cui in esse si ripresenta il tema della salvezza, oggi scomparso dall’immaginario comune. Le tre serie sono: Strappare lungo i bordi, Tutto chiede salvezza e Mare fuori. Ognuna a suo modo parla di salvezza e mostra come anche fuori dei nostri ambienti le domande di senso siano ancora brucianti e attuali: «Una Chiesa davvero in uscita, perché non resti solo uno slogan, è una Chiesa in uscita anche (soprattutto?) nel pensiero, una Chiesa che non ha paura di addentrarsi in territori dove è semplicemente ospite, una fra i tanti, e dove c’è perfino il rischio che sia lei a poter imparare prospettive e linguaggi nuovi».
Sabato 16 dicembre presentazione di "Le fiabe non raccontano favole" di Silvano Petrosino a Verona: diventare donna attraverso Cappuccetto Rosso, Biancaneve e Cenerentola.
Mercoledì 6 dicembre a Pesaro presentazione di "Dalla metafisica all'ermeneutica" a cura di Piergiorgio Grassi, volume dedicato al filosofo della religione Italo Mancini.