Il lavoro si propone di sviluppare un confronto “ideologico” e argomentativo fra il dialogo tucidideo tra Ateniesi e Meli, le due tesi di Trasimaco e il discorso di Glaucone, rispettivamente nel I e nel II libro della Repubblica di Platone. Questi testi rappresentano esempi significativi del dibattito sofistico sull’utilità e la giustizia fra V e IV secolo a.C. Il saggio cerca di mettere in luce le somiglianze e le differenze fra i diversi passi, nel tentativo di rilevare come il dibattito platonico, oltre a riprendere tematiche comuni all’epoca in questione, sia una diretta risposta all’approccio tucidideo. Pur condividendo entrambi gli autori la natura “pleonectica” della realtà (di quella umana in particolare), gli Ateniesi di Tucidide sembrano insistere sulla separazione fra sfera politica e sfera etica, mentre il Trasimaco platonico cerca piuttosto di far rientrare il tema della giustizia in quello della physis, ovvero di fare della physis una sorta di nuova morale.
The purpose of this study is to investigate the concept of love in Ralph Cudworth’s religious thought. In Cudworth’s theology love, with goodness and wisdom, is one of the attributes which fully define the essence of God. This topic is also connected with Cudworth’s vitalism and his idea of divine justice and providence, and so it concerns the discussion of the three types of fatalism in The true Intellectual System of the Universe. In Cudworth’s anthropology love expresses the research of God performed by human soul after the Fall and it is the necessary presupposition for moral action. Analyzing Cudworth’s use of pagan, patristic and biblical sources and underlining the similarities between his theory of love and the ones conceived by other Cambridge Platonists, it emerges that Cudworth’s conception of love as a spiritual attitude and as a way of conceiving the relation between man and God are grounded more on evangelical truths than on the main principles of platonic tradition.
The distinction between “symbol” and “allegory” allows to emphasize the critical and rebellious aspect of Walter Benjamin’s thought: debating radically the constituted meanings, it opens to the thinkability of rebellion. By means of an “against-method”, Benjamin polemizes with the concepts of “system” and “doctrine” (as “sedimentated knowledges”) and he finds out the ambivalent structure of knowledge in the allegoric analogy. Circularly connected with the philosophy of language, it means to understand the linguistic manifestation of “being”, although between world and language there is only an “analogic community” theologically based. The impossibility of reading definitively the “datum” opens, then, to the rebellious thinking but, at the same time, makes it constitutively precarious: the problematic transition from the “rebellion of thinking” to “thinking of the rebellion” starts here. In fact, the revolution finds completion only in the eschaton of redemption condensed in the Jetz-Zeit and, ultimately, in the apocalypse as messianic sense of history and, hence, revelation of the “secret” operated by the Angel. In this sense, Benjamin’s esotericism opens to “other” linguistic-speculative dimensions and it synthesizes the enigmaticity of the rebellious perspective, at the same time possible and impossible.
L’antinaturalismo gioca un ruolo centrale nella filosofia di Husserl. Ciò avviene non solo perché il filosofo vi ritorna in tutte le sue opere maggiori (e in diverse di quelle minori), ma anche e soprattutto perché l’antinaturalismo si esprime nei passaggi cruciali del metodo fenomenologico, legando ambiti disciplinari solitamente distanti come le riflessioni gnoseologiche e quelle etiche. Husserl sviluppa una serie di critiche, elaborando nozioni che hanno la funzione non secondaria di neutralizzare il naturalismo. Così, nelle Ricerche logiche, l’antinaturalismo è espresso a partire da considerazioni di ordine gnoseologico nel confronto critico con Locke e Hume e passa attraverso l’adozione del concetto di intenzionalità. Nelle Idee esso si lega a un momento cruciale e originale della fondazione del metodo fenomenologico, cioè il concetto di epoché fenomenologica. Il saggio ripercorre inoltre gli argomenti svolti da Husserl nella Crisi delle scienze europee, ove il naturalismo si lega al senso dell’intero libro, e quello svolto nelle lezioni di etica, nelle quali Husserl intende superare il relativismo naturalistico, mostrando l’ambito delle leggi etiche a priori. Il percorso svolto consente nel paragrafo finale di affrontare con maggiore consapevolezza critica i tentativi di naturalizzazione della fenomenologia e, nel complesso, mostra il valore della lezione fenomenologica sull’a priori, capace di porre freno alla deriva relativista del naturalismo.
L’intrinseca ratio della cultura può essere raggiunta solo a livello di una considerazione antropologica fondamentale, cioè al livello del senso della cultura in rapporto all’unità dell’esperienza umana. Per questo può essere fecondo un percorso, certamenete non esauriente, entro la filosofia contemporanea. PerGehelen, Cassirer, Pareyson, in modi diversi, la ragione umana è ragione simbolica e l’uomo è animal symbolicum, cioè costruttore di forme che costituiscono lo spessore del suo rapporto concreto al mondo. Il contributo maggiore all’idea della cultura da parte dell’ermeneutica filosofica contemporanea sta nella radicalizzazione della dimensione storico-linguistica dell’apertura al mondo e della mediazione simbolica in cui la culturalità umana si fonda. La lettura relativista e nichilista dell’ermeneutica non dipende, perciò, dal riconoscimento dell’inaggirabile condizione storico-linguistica della cultura, bensì dalla negazione che in essa sia in gioco l’universalità umana. Una radicalizzazione della dimensione antropologica della cultura si trova in Karol Wojtyla, che evidenzia nel nesso di cultura e “trascendentalità” un plesso di dimensioni antropologiche: gratuità e universalità, moralità e educatività, immortalità e religiosità.
F. BONICALZI, Leggere Bachelard. Le ragioni del sapere (F. Cassinari), p. 639 –
O. BOULNOIS (éd.), Généalogies du sujet. De Saint Anselme à Malebranche (M.
Sgarbi), p. 643 – O. BRINO, L’architettonica della morale. Teoria e storia dell’etica
nelle Grundlinien di Schleiermacher (I. Basso), p. 647 – F. CATTANEO,
Azione e narrazione. Percorsi del narrativismo contemporaneo (S. Pierosara),
p. 651 – F.M. CRASTA, L’eloquenza dei fatti. Filosofia, erudizione e scienza
della natura nel Settecento veneto (A. Ghisalberti), p. 654 – C.L. GRISWOLD,
Forgiveness: A Philosophical Exploration (I. Ramelli), p. 658 – M. ILLICETO, La
persona: dalla relazione alla responsabilità. Lineamenti di ontologia relazionale
(F.G. Menga), p. 662 – S. MALETTA, Biografia della ragione. Saggio sulla
filosofia politica di MacIntyre (B.G. Muscherà), p. 669 – A. MASULLO, Il senso
del fondamento (B.G. Muscherà), p. 675 – W. RÖD, Die Philosophie der
Neuzeit 3, Teil 1: Kritische Philosophie von Kant bis Schopenhauer (P.
Grillenzoni), p. 680 – O. TODISCO, La libertà fondamento della verità.
Ermeneutica francescana del pensiero occidentale (A. Gentile), p. 685 – F.S.
TRINCIA, Husserl, Freud e il problema dell’inconscio (L. Bisin), p. 692
Il 22 marzo al Museo Diocesano, in occasione del festival Soul, i filosofi Hunyadi e Benasayag rifletteranno sulla fiducia nell’altro nell'era digitale.
19-23 marzo torna SOUL, il Festival della Spiritualità di Milano: tra gli autori Petrosino, Bartolomei, Wolf, Sequeri, Spadaro, Ossola. Scopri gli eventi