Non sempre inseguire gli anniversari fa bene alla storia. E tuttavia ce ne sono alcuni di cui è opportuno far memoria. Come la contestazione giovanile il cui inizio, datato 17 novembre 1967, avvenne nell’Ateneo fondato da padre Gemelli. Ma perché il Sessantotto nacque proprio in Cattolica? All’interrogativo risponde la storica Maria Bocciin un’accurata ricostruzione ospitata in questo numero di “Vita e Pensiero”.
Oltre alla storia, in questo numero si spazia dalla religione alla filosofia, dalla letteratura alla TV e al teatro. Fra gli spunti di riflessione, una nuova grammatica per rileggere il Concilio proposta del gesuita e teologoChristoph Theobald. Un ricordo di don Milaniraccontato attraverso gli aneddoti della professoressa che gli fu vicina,Adele Corradi. E poi l’inno alla libertà creativa contro la decadenza delle epoche buie offerto dall’intellettuale Marc Fumaroli.
A cavallo tra letteratura e nuovi trend culturali è l’intervento della critica letteraria Bianca Garavelli, che analizza il boom registrato dalle letture dantesche in piazza e in tv. Il comico Giacomo Poretti, invece, affronta il temacruciale dell’educazione dei giovani, raccontando senza peli sulla lingua la sua esperienza scolastica e l’approdo alla vita. Aldo Grasso, professore in Cattolica e critico televisivo del Corriere della sera, si addentra nelle diverse modalità di fruizione dei media e in particolare del piccolo schermo.
Last but not least: tra i molti approfondimenti anche la testimonianza del drammaturgo, attore e regista Corrado d’Elia, con la sua breve dissertazione sulla bellezza e sul teatro.
Non si tratta tanto di celebrare anni “formidabili”, ma di ricordare che l’impulso che animava i sessantottini era una richiesta di autenticità contro la società borghese, alimentata da settori importanti del mondo cattolico.
Stiamo assistendo a un vero cambiamento antropologico che tocca il nostro modo di fruire dei media e della televisione in particolare. La quale anche nell’era dei social riveste una funzione fondamentale. E ci coinvolge di più rispetto al passato.
La recente fase storica del neoliberismo promuove in Occidente un’ondata di individualismo. Il nuovo spirito del capitalismo, tutto tecnologico, mostra il volto dell’auto-ottimizzazione, tra efficienza e meritocrazia. Ma è una trappola: chi ha di più ottiene di più.
L’ecologia e la protezione del clima hanno alla base un’evidente ingiustizia: il mondo è diviso tra vincitori e perdenti. Le conseguenze del surriscaldamento globale colpiscono il Sud molto più che il Nord del mondo. Una questione di diritti umani.
La comunità internazionale non può permettersi il lusso di ignorare crisi, pur se di natura locale, in un’area geografica caratterizzata da problemi di immigrazione e sicurezza. La necessità di passare dalla logica della deterrenza a quella della prevenzione.
Anche il nostro tempo ha bisogno di queste figure, spiriti liberi che non si lasciano impressionare dal potere costituito e lottano per una società più giusta. E, come nella Bibbia Michea e Amos, mettono a repentaglio la loro incolumità.
Prima la Romania sulla corruzione, poi l’Ungheria sulla libertà scolastica e la Polonia sulla giustizia. Anche Russia e Bielorussia sono colpite: l’opinione pubblica, giovani in primis, si mobilita contro il potere. Chiedendo più democrazia e fedeltà alla Ue.
Nelle repubbliche ex jugoslave, ove sono ancora aperte le ferite delle guerre degli anni Novanta, infuria la febbre nazionalista che porta correzioni al serbocroato, da sempre lingua comune. Scrittori mobilitati in nome della convivenza.
In un mondo segnato da conflitti religiosi, l’Albania sembra essere un caso eccezionale. Un puzzle composito in cui non trova spazio il fondamentalismo. È il risultato di una storia tormentata, che fornisce indicazioni utili ma richiede continui aggiornamenti.
Crisi economica e crisi etica: torna di moda la lezione di Wilhelm Röpke, grande economista cristiano. Fu proprio lui uno dei principali artefici di quelle scelte che sono state alla base della rinascita della Germania nel dopoguerra.
Da Porto Alegre a Parigi: per risultare efficaci queste forme di coinvolgimento dei cittadini devono essere reali e non solo di marketing politico. Il rischio infatti è che si trasformino in una specie di riproposizione del meccanismo lobbistico.
Spesso vengono etichettati come nichilisti, neet e millennials. Ma sono animati da un desiderio vero. In attesa del prossimo Sinodo voluto da papa Francesco per il 2018, tre interventi per delineare le strade di un dialogo sincero e possibili scelte concrete.
Un’analisi dello stile pastorale del Vaticano II per aiutare i fedeli a inserirsi attivamente nella vita della Chiesa, ponendo il futuro della vita cristiana e della comunità ecclesiale nelle mani del popolo di Dio. Senz’altro è questo il fine del Concilio.
A 50 anni dalla morte troppi vogliono strumentalizzare il priore di Barbiana: parla la professoressa che gli fu vicina, Adele Corradi. Il concetto di popolo, l’idea di educazione interculturale, il dialogo con i non credenti.
Era il 3 dicembre del 1967 quando il chirurgo australiano Christiaan Barnard eseguì il primo trapianto cardiaco. Un’era iniziata in Italia nel 1985. Mentre i donatori calano, un’analisi degli aspetti medici, psicologici ed etici della questione.
La conoscenza scientifica non si costruisce grazie all’aggiunta progressiva di nuovi “elementi di conoscenza” alle evidenze precedenti. Al contrario, la scienza che “funziona” è sempre un’opera di sottrazione. L’ansia del controllo totale.
Come fra gli antropologi ha prevalso la decostruzione del concetto di razza, in ambito scientifico e filosofico si è cercato di negare l’esistenza di una differenza fra i sessi. Arrivando alla mortificazione della maternità e all’utero in affitto.
È il segreto della Repubblica delle Lettere ma anche di ogni civiltà che vuole sopravvivere: perciò vale la pena rileggere il trattato sulla bellezza scritto da un anonimo mentre il cristianesimo era agli albori. Un inno alla libertà creativa in epoche di crisi.
Dalle letture pubbliche di Vittorio Sermonti, che restano inimitabili, agli show di Roberto Benigni, a mille altre iniziative. Un’analisi della riscoperta dell’opera del Sommo Poeta e della sua recitazione ad alta voce. Avvincono realtà e complessità.
Tutte le istituzioni sono impegnate in progetti di trasformazione digitale. Anche quelle universitarie vivono un profondo processo di evoluzione alla ricerca di un equilibrio tra efficacia ed efficienza. Restano da superare le barriere al cambiamento.
La sfida dell’educazione dei giovani vista da un comico che racconta senza peli sulla lingua la propria esperienza scolastica e l’approdo alla vita. Perché educare non significa solo istruire. Per una moderna parabola dei talenti.
Negli ultimi 150 anni il concetto del bello nell’arte è molto cambiato, così come il modo di fare arte e soprattutto di pensarla. Arti tra loro diverse si sono fuse, i gusti sono mutati, il concetto di estetica si è evoluto. Il sogno e la fragilità.