E’ un articolo dello storico e politologo nippoamericano Francis Fukuyama il pezzo forte di questo numero della rivista. Con il titolo Trent’anni dopo, ritorno su “La fine della storia”, lo studioso torna sulla sua famosa e discussa tesi, elaborata nel 1989, secondo cui il trionfo del mondo occidentale, con i suoi modelli e i suoi valori, era ormai un destino inevitabile, così come la sua espansione in tutto il globo dopo il crollo del comunismo. Una tesi cui sono state opposte – scrive ora – “critiche ragionevoli e altre stupide”. Fukuyama ribadisce la validità delle sue teorie correggendole colo in parte: in questi trent’anni a suo parere resta aperto il caso della Cina ed è cresciuta nel mondo la rivendicazione identitaria.
Nel nuovo numero della rivista anche tre analisi e proposte di docenti della Cattolica su alcune questioni urgenti del Paese: Pierpaolo Triani sulla scuola, Vincenzo Cesareo sul Welfare e Laura Zanfrini sull’immigrazione. L’economista Andrea Terzi interviene poi sulla tanto ventilata fine del contante.
Fra gli altri articoli un forum sulla corruzione con interventi di Antonella Sciarrone Alibrandi, Nicoletta Parisi, Paola Severino, nonché un confronto sul futuro del giallo italiano, tra romanzi e tv, tra Luca Crovi, Piero Colaprico e Aldo Grasso.
Nelle “Polemiche culturali” la filosofa franco bulgara Julia Kristeva s’interroga sul ritorno della mistica, mentre il critico Ermanno Paccagnini celebra lo scrittore Giovanni Guareschi a 50 anni dalla morte. Infine, nella rubrica “L’intruso” l’architetto Carlo Ratti disegna le possibilità di un’architettura sempre più aperta al contributo dei cittadini.
Come rileva papa Francesco nella Evangelii gaudium, è necessario sviluppare un confronto sempre più aperto e intenso con tutte le realtà scientifiche e le diverse culture. Newman e Rosmini possono essere considerati un modello di riferimento.
Alla tesi elaborata nel 1989 sono state opposte critiche ragionevoli e altre stupide. Nel frattempo è cresciuta nel globo la rivendicazione identitaria. Resta aperto il caso della Cina, ma il progresso verso la democrazia liberale non si è affatto fermato.
È una definizione sempre più utilizzata per definire Paesi come l’Ungheria, la Polonia e la Turchia, in cui i governi mettono in dubbio non solo le regole democratiche ma i diritti fondamentali. Una questione che tocca il pensiero politico cristiano europeo.
Cosa ci ha insegnato il caso Cambridge Analytica? La soluzione di Zuckerberg allo scandalo è stata solo retorica, nella convinzione che i dati possano risolvere i problemi sociali. Ma siamo ben lontani dalla piena partecipazione democratica alla rete.
Mentre La Valletta è capitale europea della cultura, l’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia ha portato l’isola al centro dell’attenzione internazionale. Facendo esplodere le contraddizioni di un Paese che affondano nella sua storia più o meno recente.
Le forme di corruzione nei regimi democratici sono ampie e diffuse, particolarmente in Italia, che soffre di un’antica cultura di tolleranza verso questa pratica. Tre riflessioni di studiose del problema, che cercano di delineare nuovi possibili interventi.
Se spesso è al centro di notizie di cronaca che ne mettono in evidenza malfunzionamenti e perdite di rilevanza, vanno però crescendo le attese formative nei suoi confronti. Cinque proposte per non farne un luogo di sole regole e procedure.
Dallo Stato ai Comuni alle aziende: le forme di welfare resistono anche dopo la crisi. Ma spesso non sono coordinate fra loro. Per superare la concezione assistenzialistica occorre puntare sull’integrazione condivisa, mettendo insieme tutti gli attori.
L’Italia può essere considerata un esempio di “non governo” dei processi migratori. Nonostante i significativi passi compiuti e la mobilitazione della società civile, l’obiettivo di una società integrata è ben lungi dall’essere realizzato.
La fine del contante sembra ormai arrivata e in certi Paesi, come la Svezia, è una realtà. Ma rinunciarvi definitivamente significa legarsi a un sistema di pagamento affidato a strutture private. Alcuni segnali in controtendenza consigliano prudenza.
La coltivazione e lo sviluppo delle virtù ecologiche possono accomunare la visione religiosa africana tradizionale e la fede cristiana. La spiritualità della creazione nelle riflessioni del premio Nobel per la pace Wangari Maathai, di Benedetto XVI e Francesco.
Da Gadda a Sciascia, da Scerbanenco a Camilleri, il Belpaese è tutto un pullulare di una letteratura nera con tanti filoni. Oggi è il momento di chiedersi se è solo intrattenimento. Proprio come succede in tv, che ha trasformato il delitto in evento mediale.
Un’esperienza che realizza un’unione tra l’anima (e il corpo) e il suo Dio. Più ancora, una parola nuova, inaudita, che i mistici elaborano, rivelando segreti fisici e psichici. Le donne sono le attrici privilegiate di questa ricerca. Per un nuovo discorso amoroso.
Cinquant’anni fa ci lasciava lo scrittore che ha raccontato un’umanità carica di speranze e idealità alimentate dalle difficoltà del quotidiano. Don Camillo e Peppone come due facce della stessa medaglia. La geniale invenzione del crocifisso che parla.
Il XX secolo ha visto la disciplina cambiare volto con nuove teorie e nuovi metodi. Oggi la collaborazione tra logica, probabilità, crittografia e complessità computazionale segna un passo in avanti, anche nella concezione della razionalità.
Nonostante i detrattori la cultura classica in Italia vive una nuova fioritura. Non solo il liceo classico non perde colpi, ma tante iniziative sottolineano l’apporto del pensiero antico alla nostra civiltà. Una tradizione che va riconosciuta come bene culturale.
Ricerche storico-archeologiche condotte in Pakistan da un’équipe dell’Università Cattolica sul delta dell’Indo hanno evidenziato l’esistenza di una grande città. Ed è stato appurato che il sito di Banbhore non è altro che la storica città di Daybul.
Il dibattito che si scatena sui singoli casi ignora spesso la condizione di abbandono del malato. Qui non c’è differenza fra laici e credenti, tutti davanti alla morte siamo presi dall’angoscia, ne dobbiamo parlare, ma sembra impossibile infrangere il tabù.
La nostra identità alimentare è parte del nostro patrimonio culturale, ma l’esperienza valoriale del cibo biologico ci indica che non è la tecnica di produzione quello che conta per rendere buoni i prodotti alimentari, ma le azioni corrette dell’uomo.
Forme e strutture ardite sono diventate realizzabili, a livello architettonico, grazie al digitale. Ma occorre riorientare la tecnologia in direzione degli esseri umani, dando vita a progetti a più mani. L’architetto diventa un direttore d’orchestra.
Pubblicata la tesi di Caoduro, sul ruolo della diplomazia sportiva tra Stati Uniti e Cina, vincitrice della sezione Vita e Pensiero del Premio Gemelli.